Università del Molise: tagli alle risorse accessorie, incontro con la direzione dell'ateneo
Preannunciate nel corso di un'assemblea azioni di mobilitazione e di protesta contro la riduzione del fondo di trattamento accessorio.
A cura della FLC CGIL Molise
Nella mattinata di giovedì 28 febbraio, Elio Rucci del Centro nazionale FLC CGIL, insieme ad una delegazione sindacale, hanno incontrato il Direttore Generale e la Dirigenza dell’Ateneo molisano per affrontare un’annosa questione che sta interessando tutte le Università italiane: la determinazione del Fondo Trattamento Accessorio. Il Ministero dell’economia, vuole procedere ad una riduzione di questa componente importante della retribuzione. Il tutto mentre uno degli ultimi atti annunciati dal Governo Monti è il blocco ulteriore dei contratti e degli stipendi dei lavoratori pubblici anche per il 2014. I tagli all’Università (dal 2008, - 1,5 miliardi), la riduzione di tutte le voci di funzionamento ordinario, il blocco dei contratti e l’azzeramento delle risorse per il diritto allo studio (-90%), continuano a peggiorare quotidianamente le condizioni di lavoro. Ora, con questa operazione, si vorrebbe scippare una parte consistente del salario accessorio.
Dopo l’incontro con l’Amministrazione si è tenuta una numerosa assemblea sindacale convocata dalla RSU di Ateneo insieme a tutte le sigle sindacali presenti nell’Università.
Va ricordato che per il Personale Tecnico Amministrativo dell’Università il Fondo per la produttività individuale e collettiva ha sempre costituito un’integrazione sostanziale a stipendi tra i più poveri del settore pubblico, di poco superiori ai 1.000 euro. L’integrazione stipendiale derivante dalle contrattazioni decentrate è stata realizzata anche grazie agli impegni economici assunti dai Consigli di Amministrazione dell’Ateneo, che hanno investito sulle potenzialità e sulla professionalità del personale.
In questo periodo la possibilità di contrattare il fondo trattamento accessorio, viene minata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, il quale vorrebbe operare drastiche riduzioni anche sulle risorse utilizzate a partire dal 2004. Ciò determinerebbe la paralisi dell’università, perché, per effetto dei recuperi sul pregresso, non sarebbero retribuite la stragrande maggioranza delle attività che consentono di far andare avanti l’ateneo.
Con pretestuose storture provocate delle direttive 16 e 25 del 2012 e con esasperati tecnicismi, si vogliono limitare le possibilità per gli atenei di investire sulle politiche del personale e ancor più si vuole raggiungere l’obiettivo di neutralizzare l’azione sindacale svuotando, dopo averlo fatto nei contenuti, anche economicamente le contrattazioni decentrate.
Altri atenei hanno intrapreso forti azioni di protesta arrivando, come nel caso dell’Università di Ferrara, a proclamare due ore di sciopero. Nel corso dell’assemblea del 28 febbraio è emersa la volontà comune di bloccare questo disegno con azioni di mobilitazione e di protesta per contrastare la riduzione del Fondo di Trattamento Accessorio.
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