La FLC Cgil di Milano scrive al sindaco Moratti
Lettera di Attilio Paparazzo, Segretario generale FLC Cgil Milano.
Pubblichiamo di seguito la lettera di Attilio Paparazzo inviata ieri al sindaco di Milano Letizia Moratti. Il Segretario generale della FLC Cgil di Milano ha voluto, in particolare, richiamare l'attenzione del primo cittadino sui temi dell'accoglienza e dell'integrazione degli alunni "stranieri" nelle scuole milanesi.
Roma, 26 agosto 2008
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Signora Letizia Brichetto Moratti
Milano, 25 agosto 2008
Gentile Signora Sindaco,
sono decine di migliaia gli studenti "stranieri" presenti nelle scuole milanesi. Alcuni di loro sono nati in Italia, tutti sono figli di migranti regolari, cioè figli di lavoratori che pagano le tasse e contribuiscono allo sviluppo della nostra città e del paese.
Questa importante presenza rappresenta una positiva opportunità per Milano, ma la scuola che li accoglie non ha i mezzi e le risorse per far fronte a grandi problemi dell'emergenza linguistica e sociale, presupposto di ogni apprendimento.
Per troppi anni, quando il fenomeno dell'immigrazione si presentava nella scuola con dimensioni modeste, si è fatto finta che il problema non esistesse e si è scaricato su dirigenti scolastici e insegnanti il compito di assicurare il diritto all'istruzione e al successo formativo in condizioni sempre più difficili.
Oggi non si tratta più di offrire semplicemente l'accoglienza, questa è ormai patrimonio comune del personale scolastico di ogni ordine e grado, ma di garantire percorsi educativi e formativi fondati sull'imperativo dell'eguagliamento delle opportunità e assicurare a "capaci e meritevoli" quel sostegno che la nostra Costituzione indica per "raggiungere i più alti gradi d'istruzione".
In molte scuole non sono garantite le condizioni di base per rendere effettivo il diritto costituzionale all'istruzione perché i tempi della scuola, gli organici e le risorse materiali e finanziarie non consentono di assicurare professionalità stabili e competenti per la formazione linguistica degli studenti non italofoni. Le percentuali di presenza di alunni "stranieri" in diversi istituti supera il 20 – 30% dell'intera popolazione scolastica e in alcuni plessi della città si sfiorano percentuali del 60 - 70 – 80%. Ciò determina la formazioni di classi dove è minoranza la componente madrelingua italiana o dove sono presenti otto – dieci diversi gruppi linguistici.
In queste condizioni non solo non si assicurano pari opportunità agli studenti stranieri, ma anche i ragazzi italiani inseriti in quelle scuole subiscono di riflesso le conseguenze della sottovalutazione del problema della multietnicità e della babele linguistica. La difficoltà a comunicare genera ignoranza, l'ignoranza genera paura e la paura produce sentimenti di diffidenza o peggio di ostilità che la scuola può contribuire a combattere soltanto con interventi continuativi nel tempo, con personale esperto e non precario, con una flessibilità organizzativa che può essere assicurata soltanto da organici funzionali ai bisogni delle scuole maggiormente investite dal fenomeno migratorio.
Lei ha ricoperto in passato la carica di Ministro dell'Istruzione per una intera legislatura e pertanto conosce i vincoli e le contraddizioni del sistema scolastico, spero che abbia avuto l'opportunità di valutarne anche i pregi e le potenzialità. La scuola milanese accoglie tutte le problematicità che la città ospita e opera, spesso in solitudine, per rimuovere quegli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della persona. Per le competenze acquisite al ministero dell'istruzione saprà sicuramente interpretare i nudi dati che l'amministrazione scolastica milanese rende pubblici: sono oltre 46 mila i ragazzi di madrelingua non italiana iscritti nelle scuole statali della provincia di Milano (il maggior numero nelle scuole della città), sono 94 i facilitatori linguistici che il provveditorato mette a disposizione per le scuole che presentano le maggiori complessità. Nel 2000 nella provincia di Milano erano presenti circa 20 mila ragazzi stranieri ai quali si destinavano oltre 200 facilitatori linguistici.
Mi appello quindi a Lei, per le competenze pregresse e per quelle attuali in qualità di Sindaco della città perché assuma la responsabilità di far fronte al bisogno di tanti cittadini milanesi che rivendicano un effettivo diritto all'istruzione per i propri figli. Il governo ha previsto per i prossimi anni ulteriori pesantissimi tagli agli organici e al bilancio dell'istruzione. Quei provvedimenti, oltre al danno irreparabile alla scuola, produrranno di riflesso una naturale aspettativa dei cittadini milanesi a che il comune compensi, con risorse proprie, ai tagli ministeriali perché è inaccettabile che si persegua la politica dell'ignoranza e della disuguaglianza (chi può si paghi la scuola privata, gli altri si tengano quel che c'è).
Nella città di Milano si assicura un adeguato diritto all'istruzione e al successo formativo a seconda del quartiere dove è sita la scuola o dell'indirizzo scolastico che si sceglie. In alcune situazioni si offrono condizioni soddisfacenti per l'apprendimento, in altre si vive nell'emergenza continua, non soltanto per la complessità derivante dall'alto numero di studenti stranieri, ma anche per i numerosi i docenti precari che non possono assicurare la continuità didattica necessaria. Un conto sono le condizioni di studio in un liceo, altre in un istituto professionale.
Come Lei sa bene per il Ministero dell'Istruzione la complessità non conta gli organici e i finanziamenti (in quantità sempre minore) si danno in base al numero degli studenti iscritti e quindi si danno ancora cose uguali tra diseguali: sulla disuguaglianza si fonda questo assurdo sistema di governo dell'istruzione.
Ma oggi è alla Sua funzione di sindaco che faccio appello. Lei può tollerare che questo stato di cose si perpetui nel tempo e si aggravi di anno in anno? Crede che problemi di questa portata possano risolversi con espedienti ingegnosi come quelli proposti di fissare una percentuale massima di stranieri per scuola e di redistribuire l'eccedenza in altri plessi? Le sembra seria e praticabile questa scelta? Qualcuno ha pensato a come portare gli studenti di via Spiga in via Fratelli Zoia e viceversa? Oppure il disagio va distribuito soltanto nei quartieri dove il disagio si manifesta? O, meglio ancora, lasciando la scuola pubblica ai poveri e finanziando la scuola privata per i ricchi?
Voglio sperare che le preoccupazioni Sue e della Sua giunta non siano soltanto indirizzate al 2015 verso la grande vetrina dell'EXPO a Milano, e che intenda, invece intervenire presso i ministri Gelmini e Tremonti affinché siano reperite le risorse di personale e finanziarie che servono alla scuola milanese.
Serve in ogni caso che Lei apra una interlocuzione con le rappresentanze istituzionali e sindacali della scuola e che si cominci a programmare qualità e quantità degli investimenti che il comune di Milano dovrà mettere in campo per compensare le colpevoli omissioni ministeriali.
Distinti saluti
Attilio Paparazzo
Segretario generale
FLC Cgil Milano
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