Scuola: a proposito della “settimana corta” a Mantova
CGIL e FLC CGIL Mantova intervengono con un comunicato congiunto sull’ipotesi di modifica del calendario scolastico per effetto del taglio al fondo dei trasporti pubblici locali.
A cura della CGIL Mantova e FLC CGIL Mantova
La notizia di un calendario scolastico costruito sulle conseguenze del taglio operato dalla Regione Lombardia al fondo dei trasporti pubblici locali rappresenta un’inaccettabile condizione che deprime l’importanza del progetto educativo e didattico in un territorio.
Se questa operazione dovesse andare in porto, assisteremmo ad un pesante condizionamento nei confronti dell’autonomia scolastica: definire un calendario settimanale del tempo-scuola è una prerogativa dei Consigli d’Istituto delle singole Scuole dove tutte le componenti (dal dirigente agli ATA, ai docenti, alle famiglie e - soprattutto - agli studenti) possono confrontarsi su un modello orario coerente con l’indirizzo di studi. Mettere un paletto così netto e forte, per causa maggiore, indebolisce il ruolo dell’Organo Collegiale.
Senza contare che il danno maggiore sarebbe in capo alla didattica, ovvero all’organizzazione di percorsi di studio di istituti che settimanalmente erogano ben oltre le 30 ore di tempo-scuola: la compressione del tempo-scuola nella “settimana corta” incide per forza di cose sulla qualità del servizio educativo e formativo.
Ci sono inoltre da risolvere problemi logistici che riguarderebbero non solo gli spazi e le risorse (umane) per garantire la presenza a Mantova, in ambienti protetti e custoditi, di oltre un migliaio di studenti in pausa pranzo, ma anche gli stessi trasporti: saranno sufficienti le corse attualmente previste per riportare a casa gli alunni all’uscita di scuola tutti i pomeriggi? O sarà necessario provvedere ad intensificare le corse in concomitanza con l’orario di uscita? a quel punto saremmo punto e daccapo.
Al di là di ogni forma ideologica, appare evidente che il problema nasce da scelte di politica economica sbagliate impostate ancora una volta sui tagli lineari, dove non vengono presi in considerazione i riverberi sui territori.
Non siamo contrari in linea di principio alla settimana corta, siamo fermamente contrari alla modalità con cui si è giunti a questa soluzione, lesiva dell’autonomia scolastica e del diritto allo studio, ma soprattutto poco partecipata.
Si tratta di una riorganizzazione della scuola che segna un radicale e irreversibile cambiamento, per queste ragioni, invitiamo la Provincia a sospendere per 60 giorni la delibera sulla “settimana corta”, a verificare con gli attori presenti sul territorio, anche in forza delle richieste fatte alla Regione, per il reperimento di risorse aggiuntive per una volta non a danno dello ‘stato sociale’ (scuola, sanità, servizi al cittadino) ed a convocare tutte le componenti (dirigenti, docenti, ATA, studenti e sindacati) coinvolgendole insieme per trovare una soluzione partecipata e condivisa.
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