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Calabria, prossimi appuntamenti per contrastare le politiche del governo sulla scuola

Comunicati stampa della FLC Cgil Calabria e della FLC Cgil di Vibo Valentia.

03/09/2008
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Insieme alla pubblicazione dei comunicati stampa della FLC Cgil Calabria e della FLC Cgil di Vibo Valentia, nei quali si esprime la più ferma contrarietà ai recenti provvedimenti sulla scuola pubblica, diamo notizia di due appuntamenti nelle province calabresi.

Il primo, un'assemblea sindacale unitaria sui tagli agli organici nella provincia di Crotone, si terrà il 4 settembre presso l'IPSIA della stessa città. All'assemblea parteciperanno i segretari confederali locali di CGIL, CISL e UIL.

Sempre il 4 settembre, la FLC Cgil di Vibo Valentia terrà, a partire dalle ore 16,00 presso la sede della CGIL, un incontro con i precari della provincia.

Roma, 3 settembre 2008
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Comunicato stampa FLC Cgil Calabria

Negli ultimi tempi si sta cercando, attraverso una scientifica campagna mediatica, di attribuire tutte le difficoltà che la scuola pubblica italiana ha nel garantire la propria funzione istituzionale che gli deriva dalla Costituzione, ad una scarsa propensione della stessa nel sapersi dare una organizzazione seria, ferma, costante che garantisca una buona didattica per una forte preparazione dei nostri giovani che la frequentano. Infatti molte sono le dichiarazioni, di politicanti ed esperti, in cui deliberatamente si scaricano responsabilità sui lavoratori e sulle lavoratrici della scuola descritti come sfaticati, poco preparati, gente senza motivazioni e privi di iniziativa, in sintesi i perfetti "fannulloni".

Il Ministro Brunetta ha affermato che per quanto riguarda gli stipendi i dipendenti pubblici sono stati trattati bene negli ultimi contratti e che guadagnano di più senza produrre nulla rispetto ai lavoratori del settore privato. Siamo all'assurdo!!!!!!! Nessuno, però, di questi "esperti valutatori" parla dei continui tagli, sia di risorse economiche sia di risorse umane, a cui il mondo della scuola continua ad essere sottoposto da un decennio a questa parte, indipendentemente dai colori dei governi che si sono susseguiti.

È proprio vero che in politica si giustifica tutto e quindi si può affermare che lo sviluppo del nostro Paese passa attraverso un forte investimento sull'innovazione tecnologica e quindi sui saperi e sulla conoscenza attraverso un rafforzamento del sistema scuola-università-ricerca e poi, però, allo stesso tempo affermare anzi decidere di tagliare al sistema, da un lato, risorse economiche che di fatto mettono in ginocchio istituzioni come Università ed Enti di ricerca e dall'altro si tagliano drasticamente senza nessun parametro oggettivo risorse umane. L'unico minimo comune divisore di tutte queste operazioni diventa il "far cassa". Quindi, anziché invertire la tendenza, l'attuale governo aumenta la posta ed ecco che nei prossimi tre anni la scuola dovrà perdere 173.000 posti, che si aggiungono a quelli già previsti dalle precedenti finanziarie e nello stesso tempo vengono disattese le immissioni in ruolo in esse previste.

Quest'anno molti docenti precari non avranno il consueto incarico annuale e per loro la beffa è grande, magari dopo anni di precariato alle spalle, di pendolarismo, di sacrificio in funzione di una immissione in ruolo, paradossalmente si troveranno a vivere la condizione di "licenziati" non essendo stati mai assunti e se quest'anno per quanto riguarda i tagli si sono versate lacrime, l'anno prossimo, se non si inverte la tendenza, insieme alle lacrime incontenibili ci sarà anche il sangue. La cura dimagrante a cui la scuola pubblica sarà chiamata nei prossimi anni sarà insostenibile.

I Dirigenti scolastici, i docenti, il personale ATA non sono per niente disposti a pagare un "prezzo non dovuto" per scelte inopportune e, per di più, non condivise. I tagli indiscriminati agli organici renderanno molto difficoltosa l'azione didattico-educativa ed inevitabili saranno le ricadute negative soprattutto in danno degli alunni in conseguenza del sovraffollamento delle classi e della diminuzione ed in molti casi l'azzeramento degli interventi integrativi, per i diversamente abili,di sostegno della loro crescita culturale e sociale.

Dopo un'estate in cui vari Ministri del Governo si sono esercitati in un attacco alla scuola e ai professori del Sud, in particolare, senza precedenti nella storia della Repubblica, ecco ora varati provvedimenti che attestano tutta la distanza dal mondo della scuola reale dei nostri attuali governanti. Ecco che le attenzioni del governo iniziano ad interessare la scuola primaria con il ritorno al maestro unico, con la riduzione dell'orario complessivo di lezione, con il tempo pieno che sarà sostituito al massimo, condizioni economiche permettendo, da ore in più non specificando chi le farà e chi le pagherà, con buona pace del fatto che tempo pieno e moduli si sono rivelati negli anni modelli scolastici efficaci, graditi alle famiglie, le quali ne hanno spesso rivendicato l'implementazione proponendo di superare i confini di una relazione didattica povera e passiva, per liberare tempo per il gioco, l'espressività, l'apprendimento attivo, la ricerca, la manipolazione, le relazioni, la creatività. Con il Decreto Legge 1 settembre 2008, n. 137, tra le altre "cose" si riesce a distruggere la quinta scuola per qualità al mondo (scuola primaria Italiana).

A fronte di questa situazione è necessario definire un calendario di mobilitazione e di lotta per contrastare scelte sbagliate ed inaccettabili, nella nostra regione, in ogni provincia, sono state convocate le assemblee dei precari del mondo della scuola e subito dopo l'avvio delle attività didattiche saranno convocate assemblee scuola per scuola al fine di far sapere alla Ministro, al Governo, che le lavoratrici ed i lavoratori della scuola unitamente speriamo ai genitori ed agli studenti non ci stanno a pagare un prezzo per le decisioni assunte senza un minimo di confronto e di condivisione non escludendo il ricorso alla proclamazione di una giornata di lotta e manifestazione dell'intero mondo della scuola.

Catanzaro, 3 settembre 2008
Gianfranco Trotta, Segretario generale FLC Cgil Calabria

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Comunicato stampa FLC Cgil di Vibo Valentia

Inizio anno scolastico all'insegna dei tagli agli organici, maestro unico, fondazioni private,
chiamate dirette dei supplenti dalle scuole e altro ancora: la scuola pubblica è servita

Si sono concluse nella provincia di Vibo Valentia il 29 agosto le operazioni per gli incarichi annuali di docenti e personale Ata e che sono state le fase conclusiva di una estate da non dimenticare iniziata a luglio tra assegnazioni, utilizzazioni e immissioni in ruolo del personale della scuola.

È stato uno degli anni peggiori della storia della scuola pubblica.

L'avvio del nuovo anno scolastico si presenta carico di problemi e preoccupazioni per i numerosi ed inaccettabili tagli a risorse soprattutto umane già date alle scuole.

Infatti mentre il ministro Gelmini comincia a fare le sue prime "timide apparizioni e interviste" sostenendo che il suo impegno è volto al miglioramento della qualità dell'offerta formativa, abbiamo assistito a scene drammatiche presso gli USP dove centinaia e centinaia di lavoratori precari, padri e madri di famiglia, ai quali il Governo dà il benservito, nonostante il Parlamento, con leggi finanziarie del 2007 e 2008, ne avesse deciso la stabilizzazione (150.000 docenti e 30.000 ATA in un triennio) non hanno avuto l'immissione in ruolo anche se i posti risultavano vacanti, e addirittura molti non hanno neppure avuto la possibilità di ottenere l'incarico annuale dopo tanti anni di precariato, centinaia di alunni disabili non avranno l'insegnante di sostegno e molti altri si vedranno costretti in classi numerosissime visti gli accorpamenti per il taglio dei posti in ciascuna istituzione scolastica. non si salva nessuno da questa strage.

Una diminuzione così drastica ai posti di sostegno colpisce la fascia più debole e rischia di compromettere la qualità dei processi di integrazione degli alunni disabili su cui la scuola italiana da anni lavora, ed anche bene! I tagli, soprattutto se fatti in modo indiscriminato e generalizzato, non possono che risultare fortemente negativi per la scuola, le famiglie, la società civile. Anni di miglioramento dell'offerta formativa attraverso l'uso ottimale delle risorse sono stati distrutti da un'operazione insensata di, cosiddetto, risparmio degli sprechi! Non si potranno garantire i posti ai docenti di sostegno, ma quel che è peggio, non si garantirà il diritto allo studio agli alunni diversamente abili. Prevale la politica ragionieristica, contraddittoria ed incoerente del Governo! Siamo di fronte ad una situazione paradossale: i gruppi H degli uffici scolastici provinciali certificano un incremento di alunni diversamente abili rispetto all'anno precedente e l'Amministrazione taglia ulteriori posti.

Dalle dichiarazioni fatte e dalla sua attività "politica" finora svolta, si evince che per il ministro la qualità non si ottiene con un organico nutrito, strutture adeguate, classi meno numerose, attrezzature didattiche funzionali e "funzionanti", risorse finanziarie adeguate e contratti decenti

Piuttosto ha lanciato accuse, poi smentite, contro gli insegnanti del sud (conosciamo bene il copione di "qui la dico e qui la nego" molto praticata da questa compagine governativa anche nei precedenti 5 anni) che abbassano la qualità della scuola italiana, e ha esplicitato la volontà di introdurre la figura del maestro unico nella scuola primaria.

Le dichiarazioni nei confronti degli insegnanti del sud hanno suscitato un vespaio di polemiche, in quanto imprudenti e lesive della dignità professionale di un'intera classe docente che, da sempre, sconta l'assenza di concrete politiche di investimento nella scuola pubblica, che rappresenta il pilastro fondamentale dello sviluppo dell'intero sistema paese. La scuola reale è molto più avanzata dei suoi governanti e non accetterà questa restaurazione, né si farà convincere dalle chiacchiere di chi pensa di potersi buttare alle spalle decenni di cultura pedagogica.
La FLC Cgil chiede un deciso passo indietro verso una politica più saggia e più rispettosa, al contrario di questa che procede per spot populisti e intanto toglie diritti alle famiglie e ai bambini.

Il metodo più efficace e indolore per dare in pasto all'opinione pubblica la scuola è quello di far trionfare ill qualunquismo, delle chiacchiere salottiere al tavolino del bar con le dichiarazioni di ministri e parlamentari, che sono pura propaganda per far digerire i tagli, una cortina fumogena di pseudo-psicologismi e che servono a nascondere il disegno criminale e l'imponente opera di demolizione di ciò che di meglio sta dando la scuola italiana lanciando accuse agli insegnanti del sud, ai dipendenti fannulloni con la terapia della privatizzazione della scuola e degli altri servizi pubblici come la sanità e le università, approfittando delle scuole chiuse per la pausa estiva, delle trovate del ministro della F.P. Brunetta con la sua circolare sulla giustificazione dei premessi per motivi di salute ecc.

Ma hanno fato male i conti, perché i docenti non ci stanno e infatti, sono molte le proteste che provengono da ogni parte d'Italia. Finalmente si è capito che che una scuola pubblica di qualità non è nei progetti di questo Governo.

I docenti non sono per niente disposti a pagare un "prezzo non dovuto" per scelte inopportune e, per di più, non condivise. I tagli indiscriminati agli organici renderanno molto difficoltosa l'azione didattico-educativa; inevitabili le ricadute negative soprattutto in danno degli alunni in situazione di svantaggio, in conseguenza del sovraffollamento delle classi e della diminuzione (in qualche caso l'azzeramento) degli interventi integrativi a sostegno della loro crescita culturale e sociale. Con la cura del governo rischia di essere definitivamente cancellato il ruolo centrale che la formazione pubblica deve avere: offrire a tutti pari opportunità indipendentemente dalla provenienza socio-economica.

La FLC Cgil con forza e determinazione si oppone al disegno che impoverisce il sistema della scuola pubblica! La scuola va vissuta, invece, come laboratorio di una complessa progettualità che, veicolando all'esterno il valore sociale del lavoro dei docenti, deve contribuire alla crescita culturale e sociale dell'intera comunità.

Purtroppo gli effetti devastanti di questa politica hanno già prodotto i primi pesanti risultati che però sono niente in confronto a quelli che ci aspettano il prossimo anno scolastico.

Infatti oltre ai posti tagliati per effetto dell'attuale legge finanziaria, si aggiungono quelli di Tremonti già programmati per i prossimi tre anni e quelli risultanti dalla riforma della Gelmini che toglie inoltre quasi 1 terzo dei posti attuali per la reintroduzione del maestro unico nella scuola primaria.

La FLC Cgil di Vibo Valentia, a fronte di tutta questa problematica, ha organizzato per il 4 settembre alle ore 16,00, presso la sede della CGIL, un incontro con i precari della nostra provincia per discutere e preparasi a mettere in atto iniziative volte a contrastare le scelte politiche che portano indietro di cinquant'anni l'orologio della storia del paese, arrecando gravi danni al già grave problema della disoccupazione e alla qualità del servizio pubblica scolastico.

Teresa Procopio, Segretaria FLC Cgil di Vibo Valentia

Tag: organici, tagli