Venerdì 17 novembre: Pescara, la ministra Bernini in visita all’università. Non un giorno di visite istituzionali, ma di sciopero generale
Se la Ministra ha a cuore l’Università e chi vi lavora, si adoperi per garantire salari decenti, finanziamenti per la ricerca e per il diritto allo studio.
A cura della FLC CGIL di Pescara e di Chieti
Venerdì 17 novembre 2023, come è ormai noto a tutti, la FLC CGIL, insieme alle Confederazioni di Cgil e Uil, ha proclamato lo sciopero nazionale per l’intera giornata di tutto il personale del comparto conoscenza: scuola, università, ricerca, AFAM, formazione professionale e scuola non statale.
Insieme a Cgil e Uil e insieme alle studentesse e agli studenti, le lavoratrici e i lavoratori dei settori della conoscenza in Abruzzo si sono dati appuntamento a Lanciano, in una grande manifestazione regionale per rivendicare salario e contratti, la cancellazione del precariato, investimenti e stop alle privatizzazioni del settore, il blocco ad ogni iniziativa di autonomia differenziata.
Stranamente però solo oggi, a due giorni “dall’evento” siamo venuti a conoscenza che il Rettore dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara ha invitato tutta la comunità universitaria per un incontro con la Ministra dell'Università e della Ricerca, On. Anna Maria Bernini, previsto (casualmente) proprio per venerdì 17 novembre p.v. alle ore 17e30, presso la sede di Pescara dell’Università.
Tale incontro, che coinciderà con il giorno dello sciopero generale, a nostro avviso appare assolutamente inopportuno.
Sarebbe stato un atto democratico, sia per la Ministra che per il Rettore, manifestare sensibilità verso chi quel giorno sciopererà rinunciando al proprio salario, e magari invitare la Ministra in un confronto più disteso nei tempi e nei modi, consentendo a tutti (lavoratori, studenti, OO.SS) di partecipare.
Noi siamo contrari alle passerelle istituzionali, pertanto invitiamo tutta la comunità universitaria ad aderire allo sciopero e partecipare alla manifestazione di Lanciano, piuttosto che fare da contorno ad un evento mediatico che vedrà la presenza dei soliti noti.
Se la Ministra ha a cuore l’Università e chi vi lavora, si adoperi per garantire salari decenti, finanziamenti per la ricerca e per il diritto allo studio.
L'Università tutta sciopera perché i temi sono urgenti e improcrastinabili ed è necessario correggere gli squilibri e rilanciare il sistema.
Ricordiamo che mentre l’inflazione sfiora il 18% nel triennio 2022-2024, il Governo nella Legge di bilancio copre appena 1/3 (il 5,8%) della perdita del potere d’acquisto dei salari. Per i lavoratori dell’università si prefigura pertanto una perdita secca di 250 euro al mese. È solo demagogia l’anticipo annunciato per fine anno di appena 900 euro medi, che tra l’altro riguarda una minima parte dei lavoratori pubblici. Con una mano si dà, con l’altra si toglie.
Non dimentichiamo inoltre le tante altre criticità: dal “problema casa” all’urgenza di una legge regionale sul diritto allo studio, dalla necessità di andare verso l'abolizione delle tasse universitarie al rifinanziamento della quota base del FFO.
È necessario potenziare gli organici del personale Docente, TAB e CEL e porre fine al precariato; invece, prendiamo atto che questo governo nella finanziaria non fa alcun investimento nei settori della conoscenza e non affronta, in modo strutturale, le criticità del sistema.
Venerdì 17 novembre 2023 per noi non è un giorno di visite istituzionali, ma di sciopero generale.
Scioperiamo per il futuro nostro e di tutto il paese.
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