Dopo dodici anni la scuola aquilana torna nelle tende
Il Comune dell’Aquila ha previsto l’acquisto di tensostrutture per favorire condizioni di distanziamento. Un’edilizia scolastica sicura ed adeguata alle esigenze della didattica non passa attraverso le tensostrutture o le opere di edilizia leggera.
A cura della FLC CGIL L’Aquila
Gli studenti e le studentesse, gli alunni e le alunne del Comune dell’Aquila sono destinati/e a restare nell’emergenza. Un’emergenza che già da anni ha assunto la connotazione della normalità. Nonostante i tanto sbandierati piani per la ricostruzione degli edifici scolastici distrutti dal sisma del 2009. Possiamo sembrare monotoni, ma ci teniamo ancora una volta a ricordare che una sola scuola è stata ricostruita, e male, nel Comune dell’Aquila e che il piano per la ricostruzione più volte presentato e più volte modificato giace nel nulla o forse, serviva solo a giustificare un dimensionamento inutile che, ricordiamo, due anni fa fu fortemente voluto dal Comune dell’Aquila e dagli Uffici Scolastici, nonostante la contrarietà della popolazione e dei sindacati. Sempre per ricordare, la maggior parte delle nostre scuole, in generale quelle del primo ciclo di istruzione, sopravvivono ancora nei MUSP, dove la P ha sempre il significato di provvisorio. Una provvisorietà che ormai conta più di dodici anni. Una provvisorietà ben nota ai ragazzi e alle ragazze del Convitto Cotugno, che insieme ai licei connessi sono dislocati in innumerevoli sedi e non trovano pace. Una lunga diaspora che sembra non debba aver fine.
In questa condizione di estrema precarietà aggravata e evidenziata dalla pandemia che, paradossalmente, offre su piatto d’argento la possibilità di rivedere e adeguare gli spazi scolastici al fine di garantire il distanziamento, apprendiamo che il Comune dell’Aquila ha previsto l’acquisto di tensostrutture per favorire condizioni di distanziamento. Questo acquisto sarà possibile grazie a 550 mila euro di fondi ministeriali dei quali solo 200 saranno impiegati per interventi di edilizia leggera (e come potrebbe essere pesante su pareti prefabbricate di cartongesso?) e 350 per il noleggio di tensostrutture o strutture temporanee.
Conosciamo bene le tensostrutture e speravamo di non doverle mai più vedere. Siamo entrati nel terzo anno scolastico dall’insorgere della pandemia; una pandemia che ha amplificato tutte le criticità di un sistema scuola deprivato del necessario da anni di politiche di tagli.
Un’edilizia scolastica sicura ed adeguata alle esigenze della didattica non passa attraverso le tensostrutture o le opere di edilizia leggera. Dobbiamo pretendere che le scuole aquilane siano ricostruite subito sicure, stabili, definitive. Dobbiamo pretendere che la scuola in questa città sia messa al centro della ricostruzione e faccia parte di una progettazione territoriale e sociale che finora non è stata elaborata.
Mai più tensostrutture. Siamo usciti dalle tende anni fa, trasformati da un terremoto devastante socialmente e umanamente, e mai avremmo voluto che i nostri ragazzi e le nostre ragazze, i nostri bambini e le nostre bambine dovessero tornarci.
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