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Unità: Roma, al «Tasso» confronto con gli studenti. Fioroni nell’«arena» del liceo occupato:ascolto, ma no illegalità

Fuori scuola aggredito un ragazzo: «Sono i fascisti»

22/11/2006
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l'Unità

di Massimo Franchi / Roma

IN POCHI SPERAVANO CHE VENISSE E invece eccolo. Alle 8 di sera il ministro Fioroni in persona è al liceo Tasso di Roma, occupato da lunedì. Lo avevano invitato ad un confronto come condizione per sgomberare. Senza telecamere e giornalisti ha preso il
megafono in mano e ha risposto alle richieste dei ragazzi. Ha accettato le loro proposte: andare ad un incontro pubblico con gli studenti e di incontrare loro e i rappresentanti delle altre scuole di Roma in agitazione al ministero la prossima settimana. In cambio ha chiesto ai ragazzi «di ricondurre nella legalità il loro comportamento». Non ha convinto tutti. Anzi. I «delusi» sono tanti, ma tutti gli riconoscono «il coraggio di essere venuto qui». Il fatto è storico. Nella lunga lista di ministri dell’Istruzione che hanno avuto a che fare con occupazioni che li contestavano, il nuovo inquilino di viale Trastevere è il primo ad aver accettato di entrare in un istituto. I ragazzi lo hanno ascoltato, lo hanno incalzato, e alla fine hanno deciso di sgomberare. In un clima reso tesissimo dall’aggressione «fascista» che verso le 7 di sera ha mandato all’ospedale un loro compagno, colpito a poche centinaia di metri dall’uscio di via Sicilia. «Era un gruppo di tre persone, avevano una chiave inglese e hanno rincorso due ragazzi che stavano salendo su un motorino appena usciti dalla scuola e hanno colpito uno di loro col casco mandandolo all'ospedale - racconta Giulio -. I tre facevano parte sicuramente di un gruppo organizzato - continua il ragazzo - perché hanno individuato immediatamente i nostri compagni più attivi. Poi non essendo riusciti a colpirli, se la sono presa con gli altri». Per questo i ragazzi stamane lascieranno la scuola ma rimarranno in strada per un «presidio antifascista». I pareri sulla visita di Fioroni hanno un unico punto in comune: «È un democristiano», spiega Jacopo, uno dei portavoce. «Siamo contenti per quello che abbiamo conquistato, per l’incontro e per la disponibilità, ma senza telecamere speravamo che Fioroni parlasse più chiaramente. Preferivamo ci dicesse: “Ragazzi, sono onesto, la riforma Moratti non la posso abrogare”. E invece ha parlato da politico con giri di parole e perifrasi come se fosse al Parlamento». Gabriele è ancora più duro: «Fosse per me l’occupazione la continuerei, ci ha deluso su tutta la linea. Ci sentiamo presi in giro, non ci ha risposto». Il dibattito è aperto e andrà avanti tutta la notte.
Il giudizio politico stride con i giudizi dati sui ragazzi che sono rimasti molto arrabbiati da come i media li hanno descritti. «Leggere che siamo tutti figli di papà, che non sappiamo cosa sia la Finanziaria, che nessuno legge i quotidiani ci ha fatto schifo perché è falso», attaccano. E allora ecco che nessun giornalista può entrare nella scuola, che «il servizio d’ordine al portone è stato rafforzato», che «si parla solo con comunicati stampa». Quei pochi che rispondono hanno quasi paura. «È vero che qua al Tasso ci sono la figlia di Veltroni, la figlia di Casini, ma non ci sono solo loro. Abbiamo occupato perché crediamo che la nostra protesta possa servire a migliorare la scuola», spiega Ivan. Per questo sono ancora più convinti ad andare avanti e la discussione fra «falchi e colombe», come si chiamano anche fra di loro va avanti.
Fuori ad aspettare ci sono i genitori. Anche loro divisi: quelli che dicono «adesso basta, domani notte dormite a casa», e quelli che, quasi invidiosi di non essere al posto dei figli, danno consigli: «Ve lo dico per esperienza, non dormite vicino alla porta che se i fascisti tirano una molotov dovete essere almeno a tre metri».


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