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Unità-Divisi si perde

perde di Antonio Padellaro L'Unità ha chiesto alla Swg un sondaggio tra gli elettori, soprattutto tra gli elettori di centrosinistra, sulla popolarità dei magistrati, delle riforme e dei movime...

21/01/2003
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l'Unità

perde
di Antonio Padellaro

L'Unità ha chiesto alla Swg un sondaggio tra gli elettori, soprattutto tra gli elettori di centrosinistra, sulla popolarità dei magistrati, delle riforme e dei movimenti. Sulla magistratura, la grande maggioranza dice: va difesa. Basta con chi la vuole sottomessa al controllo della politica.

Sulle riforme, sono tutti d'accordo: vanno fatte. Tuttavia molti, anche nel centrodestra, chiedono che prima di arrivare al dialogo, il governo Berlusconi risolva il conflitto d'interessi, garantisca la libertà d'informazione televisiva e la smetta con gli attacchi ai giudici. Sui movimenti, le risposte sono ambivalenti. Più della metà degli interpellati sono convinti che i girotondi indeboliscono l'opposizione. Ma se la domanda viene fatta agli elettori del centrosinistra, soprattutto coloro che votano Ds e Rifondazione, il giudizio è positivo: i girotondi rafforzano lo schieramento.
Però il risultato più importante, e più preoccupante, riguarda le intenzioni di voto. Nell'ottobre scorso, sempre la Swg aveva segnalato che l'opposizione cresceva e la maggioranza calava. Sommando i voti di Rifondazione a quelli dell'Ulivo, il centrosinistra, addirittura, raggiungeva il centrodestra. Tre mesi dopo, invece, l'Ulivo torna alle percentuali del 13 maggio 2001, mentre il centrodestra mostra qualche segno di recupero. È vero che i Ds avanzano fino al 19 per cento (due anni fa erano al 16,6); e che Rifondazione passa dal 5 al 7 per cento. Ma se si votasse oggi Berlusconi tornerebbe ugualmente a vincere. Meno, rispetto al 13 maggio, e però il presidente del Consiglio sarebbe nuovamente lui.
Si tratta di sondaggi, si tratta di intenzioni di voto espresse quando mancano più di tre anni alle prossime elezioni politiche, che confermano però un'amara verità per l'opposizione. Primo: Berlusconi ha perso credibilità, Berlusconi ha perso terreno, ma i consensi che il premier non ha più, ancora non beneficiano l'Ulivo. Secondo: i due punti in percentuale che l'Ulivo aveva riconquistato, e che adesso perde, dove sono andati a finire? È difficile che siano ritornati nel centrodestra. Qualcuno può aver preferito Rifondazione. E allora, forse, bisogna guardare la casella "Altri", il cassetto dove i sondaggisti infilano incerti, indecisi e astenuti. Un'interpretazione, dunque, potrebbe essere questa. A ottobre, sull'onda della forte opposizione parlamentare alla legge Cirami, e della grande manifestazione dei movimenti a piazza San Giovanni, molti cittadini sono usciti dalla incertezza e dal non voto e hanno mostrato nuova fiducia nell'Ulivo. Così, la voce "Altri" si è asciugata: dal 3,9 per cento all'1,9 per cento. Poi, le divisioni, le lotte interne e il disprezzo pubblico di una parte della sinistra verso i girotondi hanno prodotto una gelata e la voce "Altri", probabilmente astenuti, è tornata sui livelli del 13 maggio.

Qualcuno, tuttavia, può sostenere la tesi opposta. Che a produrre l'arretramento sono state proprio l'aggressività dei movimenti e le loro aspre critiche ai partiti dell'Ulivo; che agli elettori moderati questo "estremismo" non piace affatto; e che, dunque, i girotondi fanno perdere più voti di quanto ne guadagnino.
Dalle risposte frammentate sulle riforme e i girotondi, si avverte la mancanza di una linea stabile dell'Ulivo a cui dare fiducia. Le molte polemiche (mettiamoci anche il referendum sull'articolo 18) possono essere il segno di una dialettica interna ricca e vivace. A lungo andare, però, rendono la situazione polverosa, friabile, facile agli smottamenti. Insomma: il nuovo consenso per l'Ulivo, quando c'è, poi non si consolida.
Uniti si vince. Divisi si perde. È la prima legge della politica.


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