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Unità-Difendiamo i valori del sindacalismo confederale

Difendiamo i valori del sindacalismo confederale ROMA Cesare Damiano responsabile Lavoro dei Ds. Di fronte a quanto sta accadendo nei rapporti tra sindacati con un accordo separato sui metalmeccan...

10/05/2003
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l'Unità

Difendiamo i valori del sindacalismo confederale

ROMA
Cesare Damiano responsabile Lavoro dei Ds. Di fronte a quanto sta accadendo nei rapporti tra sindacati con un accordo separato sui metalmeccanici, le scelte sul Patto per l'Italia e sull'art. 18 ritiene che si stia creando un bipolarismo, una forbice tra due diversi modelli di fare sindacato?
"Non credo che si possa parlare di bipolarismo sindacale e credo che bisogna combattere una deriva di questa natura qualora dovesse manifestarsi, ci troviamo di fronte a delle divisioni sindacali anche importanti ma che non configurano ancora una tendenza strutturalmente divaricata. Accanto all'accordo separato dei metalmeccanici per fortuna abbiamo piattaforme e accordi unitari per altri contratti, e su argomenti come la pace, il terrorismo, il Mezzogiorno, le pensioni, il confronto con Confindustria sullo sviluppo i sindacati hanno un'importante elaborazione comune. Quindi non c'è una tendenza uniforme. Al tempo stesso credo che vada visto con preoccupazione quanto si è determinato tra i metalmeccanici. Sul bipolarismo sindacale mi pare che si possa dire che Cgil, Cisl e Uil abbiano una visione comune: tutti comprendono che se si dovesse determinare una divisione strutturale corrispondente alla divisione nel campo politico significherebbe la fine dell'esperienza del sindacalismo confederale così come si è determinata dagli inizi degli anni 40 sia pure con le sue alterne fortune. Perché inevitabilmente avremmo una parte del sindacato proiettato in un ambito puramente protestatario e un altro in un ambito corporativo e subalterno ai governi".
L'accordo sui metalmeccanici però è separato ed è pesante, in sé e per i rapporti tra sindacati. Oggi (ieri, ndr) Epifani ribadisce il suo giudizio negativo, ma dice anche che ci vuole una legge sulla rappresentatività e che il centrosinistra dovrebbe metterla tra i punti qualificanti dei suoi programmi. È possibile?
"Intanto mi auguro che la situazione dei metalmeccanici non faccia scuola, ma resti un'anomalia. In ogni caso sono convinto che il nodo della rappresentatività accanto a quello della rappresentanza si ponga sia sul terreno politico che su quello sociale. Il nodo della rappresentatività è stato disciplinato dalla legge Bassanini nel settore pubblico sulla base di una elaborazione di Cgil, Cisl e Uil negli anni 90. Credo quindi che il problema possa trovare soluzione se esiste la capacità di un compromesso sindacale. Nessuna legge può saltare l'opinione unitaria del sindacato altrimenti correremmo il rischio di comportarci come il governo del centrodestra che punta alla divisione sindacale per un suo indebolimento. Per una validazione democratica degli accordi lo schema della Bassanini si basa sul criterio del voto dei lavoratori e il numero degli iscritti certificato, e - ripeto - è stato voluto da Cgil, Cisl e Uil. Può essere trasferito nel settore privato a mio avviso, funziona egregiamente anche se non prevede il ricorso al referendum tra i lavoratori anche perché conferisce ai sindacati stipulanti la legittimità alla firma di un accordo. Sarebbe un forte deterrente per percorsi separati e in qualche modo 'obbligherebbe' a percorsi unitari".
Anche perché le divisioni stanno creando situazioni come le contestazioni al leader della Cisl, l'ultima a Lucca. Di fronte a una parte che decide anche per chi non è d'accordo non si corre il rischio di veder moltiplicati questi episodi?
"In trent'anni di sindacato nei metalmeccanici e non solo ho preso la mia dose di fischi soprattutto nel corso degli anni 70, nel '#8216;76, o anche nel '#8216;92. L'unità sindacale non è una passeggiata, è sempre stata una conquista. Qui però siamo di fronte a situazioni che non vanno tollerate o comprese: perché un conto è contestare una situazione, un altro è pensare che chi ha un'idea diversa dalla tua sia un 'venduto' o un 'traditore'. È una tendenza da contrastare, è pericolosa per il futuro del sindacato e per il mantenimento della normale dialettica, sono forme di estremismo che non possono trovare indulgenza, tant'è che la Cgil per prima le condanna così come le abbiamo condannati noi. Non possiamo assistere inerti ad elementi di preoccupante degenerazione nelle relazioni sindacali, questa deriva va fermata perché il problema dell'unità del sindacato, della democrazia nel sindacato, del profilo confederale del sindacato, non è un problema solo dei sindacalisti o dei lavoratori, è un bene prezioso per il futuro di questo Paese".


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