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Troppi fondi agli atenei senza merito, insorgono i rettori

Risorse tagliate del 10,2 per cento in cinque anni. Ma il ministro Carrozza assicura: “Nel 2014 più soldi e non saranno distribuiti a pioggia”

29/01/2014
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la Repubblica

CORRADO ZUNINO
ROMA
— Ci sono meno risorse per tutte le università italiane e, dicono i rettori del Nord, distribuite a casaccio. I rettori (tutti) sono infuriati perché il taglio agli atenei è un fatto: dai 6,9 miliardi di euro complessivi del 2008 si è scesi ai 6,2 del 2013, il 10,2 per cento in meno. Continuiamo a definanziare le università, al contrario dei paesi anglosassoni, di Francia e Germania. E quel che resta è distribuito a pioggia. Tra fine dicembre e inizio gennaio sui tavoli dei rettori sono arrivate le cifre dei fondi di finanziamento ordinario per il 2013 e l’arretramento generalizzato è diventato ufficiale: atenei come Bergamo hanno perso l’1,34 per cento, altri venti addirittura il 5 per cento (alla Sapienza di Roma sono stati tolti 26 milioni). Il problema successivo è stato il confronto e così si è scoperto che la Bicocca di Milano, la migliore secondo i parametri ministeriali, ha ricevuto meno soldi di Messina, la peggiore. E, ancora, l’Università della Tuscia di Viterbo, che non si è distinta quasi in nulla, ha avuto 6.647 euro per ogni iscritto quando il Politecnico
di Milano (in passato sul podio per qualità) 2.871 euro, due volte e mezzo in meno.
L’insurrezione degli atenei eccellenti è stata immediata. Carlo Carraro, rettore della veneziana Ca’ Foscari (3,2 milioni tagliati e una media fondi per studente tra le più basse), si chiede: «A che serve
impegnarsi a fare bene se poi la ricompensa è una penalizzazione? Siamo quinti nella valutazione a livello nazionale, subiamo un taglio da ultimi in classifica». L’Istituto universitario di architettura di Venezia è stato retrocesso nella classifica finanziamenti al terz’ultimo posto. Dice il rettore
Amerigo Restucci: «I fondi premio non ci sono e si continuano a fare tagli sul turnover e sul finanziamento ordinario. Sono stati colpiti i politecnici e gli istituti di architettura, è scoraggiante». Da Pavia (-6,3 milioni) il rettore Giuseppe Zaccaria sostiene che questo modello distributivo è fatto con criteri «cripto-assistenzialistici, in gran parte legati alla spesa storica degli atenei». Il rettore di Trieste Maurizio Fermeglia ammette: «Abbiamo pagato per i ricercatori non attivi, li dobbiamo stanare. Dovremmo penalizzare i loro stipendi, negare spazi e strumenti
».
Il ministro Maria Chiara Carrozza accoglie le critiche e dice: «L’attuale sistema di finanziamento delle università non è equo né funzionale: aumenteremo i premi per gli atenei che funzionano e terremo conto degli indicatori territoriali». Il ministro spiega che già per il 2014 ci saranno 193 milioni in più e la quota premiale salirà dal 13,5 al 16 per cento con la ricerca che peserà per l’80 per cento. «Faremo una riforma entro marzo e introdurremo il costo standard per studente».


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