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Repubblica-In piazza contro la Finanziaria l'Italia ferma per sciopero

In piazza contro la Finanziaria l'Italia ferma per sciopero Cgil, Cisl e Uil:"Questo governo non scommette sul Paese" Soddisfatti i sindacati: milioni di lavoratori alle 80 manifestazioni R...

01/12/2004
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la Repubblica

In piazza contro la Finanziaria l'Italia ferma per sciopero
Cgil, Cisl e Uil:"Questo governo non scommette sul Paese"

Soddisfatti i sindacati: milioni di lavoratori alle 80 manifestazioni
RICCARDO DE GENNARO

ROMA - Piove sul quinto sciopero generale contro Berlusconi. Piove e fa freddo in tutte le città. Ma l'Italia che protesta non ha dubbi e va in piazza ugualmente: per dire "no" alla Finanziaria, per dire "basta con questo governo", che aggredisce i deboli e protegge i forti. "Milioni di lavoratori e pensionati sono scesi in piazza", sottolineano a fine giornata i sindacati, che sommano i partecipanti alle 80 manifestazioni organizzate nei capoluoghi di provincia. Il primo ad annunciarlo - a metà mattinata - è il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta, che parla a Venezia sotto una pioggia torrenziale e con l'acqua alta: "Milioni di lavoratori nelle piazze italiane". Ci sono 40mila persone ad ascoltarlo. Così come ce ne sono 100mila a Milano, dove è il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, a chiudere il comizio, e 55mila a Torino, dove parla il segretario generale Uil, Luigi Angeletti.
Bene i cortei, benissimo lo sciopero, precisano i sindacati, che parlano di "un successo straordinario, un'adesione dell'80 per cento in tutti i settori e punte di oltre il 90 in alcuni grandi gruppi". Significa che l'Italia si è fermata per quattro ore, che il lavoro è nuovamente all'attacco ed è in grado di mettere a segno senza difficoltà - pubblico impiego e metalmeccanici in testa - cinque scioperi generali contro lo stesso governo, probabilmente un record. "Il governo Berlusconi - dice Epifani a Milano - non ha mantenuto le promesse, non ha un progetto e scommette contro il futuro del Paese". Anche rispetto al suo principale cavallo di battaglia, la riduzione delle imposte, Berlusconi non ha dato seguito a quanto aveva annunciato: "Il taglio delle tasse promesso nel "patto con gli italiani" valeva sei volte quello attuato - ricorda Epifani - Berlusconi ai pensionati aveva garantito 500 euro al mese, ma sono 4,5 milioni le persone al di sotto di questa soglia", la riduzione delle imposte non è che "uno specchietto per le allodole".
Insiste sul "bluff" dei tagli anche Pezzotta: "Tre lire ai poveri e tutto ai ricchi. Con una colletta, quella del contributo di solidarietà del 4 per cento, che è vergognosa". Senza dimenticare che "questa Finanziaria è tra le più pesanti degli ultimi dieci anni: taglia 24 miliardi di euro, che vanno aggiunti ai 7 della manovra correttiva di luglio; se poi si aggiungono i 6,5 miliardi dell'abbassamento della pressione fiscale, alla fine abbiamo l'equivalente di oltre 70mila miliardi di lire". A Pezzotta non piace quello che ha detto il governo sullo sciopero: "Non siamo il partito delle tasse - ribatte - noi siamo per la tassa giusta, siamo contro gli evasori fiscali". Lo dice anche Angeletti in piazza Castello a Torino: "La smettano di dire che il sindacato sciopera contro la riduzione delle tasse. Noi scioperiamo perché ci stiamo impoverendo, perché stiamo perdendo posti di lavoro ogni giorno. La parte migliore del Paese sta nelle piazze e non con chi sa vendere solo illusioni".
Il governo, come ha già mostrato in casi analoghi, si disinteressa della protesta e delle sue ragioni. Il ministro Roberto Maroni, che si trova in Spagna per la firma di un protocollo di cooperazione Roma-Madrid, glissa: "Me ne occuperò quando torno in Italia". Il sottosegretario Sacconi attacca Cisl e Uil: "Spiace constatare che tutte le organizzazioni sindacali si sono poste sotto l'ombrello della Cgil, con cui è impossibile dialogare". Per il ministro Gasparri, "chi ha manifestato dovrebbe rinunciare al taglio delle tasse". Il ministro Calderoli, che vuole le taglie sui malviventi, definisce lo sciopero "patetico e fuori dal tempo". Dall'opposizione, Bersani (Ds) ammonisce: "Milioni di persone in piazza non possono essere trattate come gente che non capisce". Francesco Rutelli (Margherita) sottolinea la "grande prova di unità dei lavoratori".


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