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«Noi indisponibili non perdiamo la dignità»

ALESSANDRO FERRETTI Rete 29 Aprile

24/11/2010
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il manifesto

Roberto Ciccarelli


«Se la riforma Gelmini passerà alla Camera, le università diventeranno ingestibili». Al telefono dal tetto di palazzo Nuovo occupato a Torino, il fisico Alessandro Ferretti, ricercatore della rete 29 aprile è determinato: «I ricercatori continueranno ad essere indisponibili, tutti i loro corsi iniziano al secondo semestre. Se è stato difficile iniziare l'anno accademico, sarà ancora più difficile finirlo. Tutto è ancora incerto, ma da Torino a Pisa, da Roma a Palermo la risposta degli studenti e dei ricercatori è molto potente. Il nostro è un risveglio che ha le gambe lunghe. Questa esperienza di lotta gli studenti se la porteranno nel cuore e negli occhi per tutta la vita, mentre noi ricercatori avremo davanti ancora decine di anni da passare dentro l'università. Non mancheremo di farci sentire ancora».
Dopo avere annunciato il voto di sfiducia sul governo, sembra che Futuro e Libertà voterà il Ddl Gelmini. L'università verrà sacrificata per garantire ancora due settimane di vita ad un governo-zombie. Perché?
Il governo e la sua maggioranza morente pensano che una ristrutturazione della società senza una completa destrutturazione dell'università sia incompleta. Con questa riforma distruggono l'unica istituzione che resiste agli interessi della politica e a quelli dei privati. E soprattuto vogliono evitare sorprese. Qualcuno potrebbe scoprire che questo sistema economico è insostenibile e bisogna pensare ad un'alternativa. Prendiamo gli studi sui mutamenti climatici che si fanno all'università di Venezia che si trova l'Eni in casa. Con la riforma Gelmini, i ricercatori riusciranno forse a produrre analisi sull'inquinamento della laguna provocato da Marghera?
L'ultima voce è che Fli si accontenterebbe solo degli scatti per i ricercatori assunti quest'anno e nessuna risorsa per i concorsi. Se non è un modo per comprarvi, cos'è?
Se anche fosse vero, è proprio un modo per comprarci. Ma il vero disastro è che questi concorsi per professori associati dovrebbero essere divisi tra i ricercatori e i precari. Vengono i brividi a pensare che 100 mila precari e 26 mila ricercatori dovrebbero dividersi 4500 posti. Vuole dire un'ecatombe di massa. Il progetto è semplice: per 4500 persone c'è speranza, per gli altri inizia il conto alla rovescia. Quando gli scadrà il contratto, andranno a cercarsi un posto sul marciapiede. Oppure aspettare il giorno della pensione. Futuro e libertà è costituito da persone nate e vissute nel compromesso con se stessi quando stavano con Berlusconi e che continueranno a farlo per sempre. È il cinismo di chi vuole restare a tutti i costi in una posizione di potere.
Gli atenei in agitazione sono 46. Supponiamo che la riforma passi. Cosa farete dopo?
Reagiremo a questo colpo durissimo. La legge prevederà l'applicazione di centinaia di decreti attuativi. Se il governo cade, come dicono, non verranno emanati, paralizzando tutto il sistema. Ricordo quelli della legge Moratti, sono passati cinque anni ma non sono ancora usciti. Poi ci sarà da riscrivere gli statuti. Bene, non credo proprio che riusciranno ad escludere i ricercatori indisponibili. Già una volta a Torino abbiamo fatto irruzione nel senato accademico. Se non ci ascolteranno, lo faremo in tutta Italia. Continueremo sempre e comunque a reagire perché non c'è più niente da perdere. Abbiamo la nostra dignità e quella, siatene certi, non siamo disposti a venderla.


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