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L'Arena-Assunti i prof di religione I sindacati: e i precari?

SCUOLA. Padova, pubblicità nelle aule Assunti i prof di religione I sindacati: e i precari? Roma. Il consiglio dei ministri ha autorizzato ieri - su proposta del neoministro Bacc...

04/12/2004
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L'Arena

SCUOLA. Padova, pubblicità nelle aule
Assunti i prof di religione I sindacati: e i precari?
Roma. Il consiglio dei ministri ha autorizzato ieri - su proposta del neoministro Baccini e del colega Siniscalco - il dicastero dell'Istruzione ad assumere 9.229 docenti di religione cattolica (cioè il 60 per cento del contingente complessivamente previsto per il triennio), a decorrere dall'anno scolastico in corso. Entro due anni, sarà assunto il restante 40 per cento. Ma i sindacati non ci stanno, e annunciano battaglia, anche davanti al giudice. La Cgil scuola, per bocca del segretario generale Enrico Panini parla di un "atto inaccettabile: nel giugno del 2004", dice, "il Parlamento italiano ha approvato una legge che obbliga il governo a provvedere con un piano triennale da attuare a partire dalla Finanziaria per il 2005, all'assunzione in ruolo di docenti e personale Ata fino alla copertura di tutte le decine e decine di migliaia di posti vacanti e disponibili. Per questi lavoratori", dice Panini, "il neoministro Baccini non trova né interesse né un attimo di tempo, mentre agli insegnanti di religione cattolica dedica ben altre attenzioni e, con grande rapidità, garantisce l'immissione in ruolo".
Parole dure anche dalla Uil-scuola: "Cosa aspetta il governo ad autorizzare l'immissione in ruolo degli insegnanti delle altre materie?", chiede il segretario generale Massimo Di Menna. "E ora", commenta, "basta che venga tolta l'idoneità da parte dell'autorità diocesana per far diventare un docente di religione cattolica insegnante di ruolo in un'altra materia coprendo un posto che dovrebbe essere assegnato ad altri che ne hanno più diritto, scavalcando graduatorie e diritti di altri colleghi".
Sempre sul tema della scuola, un'altra polemica scoppia a Padova, dove - dentro le scuole superiori - sono stati affissi cartelloni pubblicitari, così da dar modo alle aziende (in qualche caso, la pubblicità riguarda addirittura una scuola privata) di raggiungere il "target" degli studenti. "La decisione", dice il deputato diessino Piero Ruzzante in un'interrogazione parlamentare, "vìola qualsiasi principio democratico, poiché non c'è stata nessuna consultazione dei presidi e dei consigli di istituto, che è invece obbligatoria". Per Ruzzante, "è doveroso che il presidente della Provincia Vittorio Casarin e l'assessore all'edilizia scolastica Luciano Salvò facciano rititirare i cartelloni pubblicitari". Contraria anche l 'Unione degli studenti : " L'affissione dei cartelli pubblicitari che Casarin ha voluto per finanziare la scuola", ricorda l'Uds, "è un atto illegittimo e lesivo dell'autonomia scolastica"; per questo, chiede che la scuola "sia libera da ingerenze di soggetti privati che poco hanno a che fare con l'ambito formativo" , e promette che gli studenti si rifuteranno " di usufruire di tutti i locali della scuola occupati da cartelli pubblicitari. Siamo al paradosso", dice l'Uds: " lo Stato finanzia le scuole private e le scuole pubbliche vengono trattate da orfane a cui dare le briciole raccattate dai soldi della pubblicità".


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