FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3917605
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » In furgone nell'Italia precaria. Il viaggio degli studenti verso lo sciopero generale

In furgone nell'Italia precaria. Il viaggio degli studenti verso lo sciopero generale

Da Milano a Palermo, passando per Terni e L'Aquila. Aspettando il 5 dicembre. Un diario online e on the road per raccontare il lavoro (che non c'è) dietro i dati della crisi

19/11/2014
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

CArmine Saviano

ROMA - Un viaggio al di là delle cifre. Per osservare e raccontare in presa diretta la condizione dei diritti, dell’istruzione, delle possibilità d’accesso al mondo del lavoro. Gli studenti italiani si mettono in marcia attraverso il Paese. Perché? Perchè l’Unione degli Universitari e la Rete degli Studenti Medi vogliono vederci chiaro. E vogliono mostrare all’opinione pubblica cosa si nasconde dietro quei numeri. Dietro il 43% di disoccupazione giovanile, il 12,6% di disoccupazione complessiva, il 18% di abbandono scolastico. Dietro quei due milioni NEET (Not in education, eployment or training) che “non-vivono” nella nazione con la più bassa percentuale di giovani laureati in Europa.

Tutto online. E il loro viaggio ha un titolo, “Costruiamo il Futuro. Direzione Diritti", e un itinerario. Da Nord a Sud, da Treviso a Palermo passando per Terni. E una destinazione: il 5 dicembre lo sciopero generale indetto dalla Cgil. Una carovana che attraverserà scuole, spazi sociali, luoghi di lavoro. Per ricucire ciò che resta del tessuto sociale. E sarà tutto documentato: video, interviste, analisi e racconti andranno online, sul sito www.direzionediritti.it. Un diario quotidiano che sarà anche un momento di confronto con professori, analisti, economisti. Per chiedere, al di là del lavoro che si svolge nelle aule, quella dose di conoscenza necessaria per affrontare il futuro.

L'itinerario. Si parte il 19 novembre e ci si mette su un furgoncino. Verso Terni, dove la mancanza di una politica industriale italiana si manifesta, da mesi, in tutta la sua drammaticità. Poi a L’Aquila per mettere a fuoco il futuro di coloro che in Italia si ostinano a dedicarsi alla ricerca. A Treviso per raccontare come nascono quegli spazi che si oppongono alla discriminazione in tutte le sue forme. Ancora: Roma per incontrare i precari dello spettacolo, a Padova per ricevere dati e storie sulla quotidiana violenza alle donne, a Firenze per discutere ancora sulla portata del Jobs Act del governo Renzi.

Se le riforme non riformano. Il governo, vero polo dialettico dell’azione degli studenti. “Ci propongono riforme in nome dei giovani e degli studenti, ma i provvedimenti che vengono portati avanti, dal Jobs Act alla Legge di Stabilità, non intervengono davvero per migliorare la nostra condizione”, dice Gabriele Scuccimarra dell’Unione degli Universitari. Che punta il dito sui voltafaccia, sulle promesse “di confronto” mancate. Poi la sovrapposizione di un modello aziendale alla scuole italiana. “Si cerca di imporre una logica di competizione ed esclusione mascherandola dietro una presunta meritocrazia. Esistono però una pluralità di realtà studentesche, sociali, culturali e sindacali, che portano avanti esperienze innovative di mutualismo, rappresentanza, creazione di spazi sociali. E che hanno idee e proposte per il lavoro, l’istruzione, l’economia del nostro Paese”, dice Albero Irone della Rete degli Studenti Medi.

L'appello. Un percorso che non sarà solo di accumulazione dati. Gli studenti viaggeranno con un loro appello negli zaini. Proposte che si muovono da un principio: ricucire, mettere in sicurezza la solidarietà sociale, cercare il confronto e il dialogo sempre e comunque. Nel loro appello c’è scritto chiaro: “Il rischio concreto è di aumentare ulteriormente la distanza tra decisori politici e società, indebolendo la democrazia, delegittimando  le parti sociali e svuotandone il ruolo di rappresentanza di interessi collettivi e mediazione dei conflitti sociali”.

Viaggio da seguire. E la possibilità è quella di assistere e partecipare al cammino di una generazione a cui non va di essere ricordata solo come quella che assiste in diretta alla “chiusura dell’orchestra sinfonica nazionale di Atene, al licenziamento degli artisti dell’Opera di Roma, ai crolli di Pompei, ai continui disastri ambientali e al dissesto dei nostri territori”. Una generazione che chiede a chi la rappresenta di mettere in discussione il dogma del rigore, la dottrina dell’austerity. Perché questa economia colpisce soprattutto “la Cultura e la Scienza”, le uniche possibilità che questa generazione ha di uscire dalla crisi.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL