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Gazzettino-Pordenone-Sulla scuola piovono i ricorsi

Alla riunione anche l'assessore regionale all'Istruzione Antonaz: "Interverrò sulla Direzione scolastica" Sulla scuola piovono i ricorsi Infuocata assemblea ieri al Grigoletti. Precari e sissin...

28/08/2003
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Il Gazzettino

Alla riunione anche l'assessore regionale all'Istruzione Antonaz: "Interverrò sulla Direzione scolastica"
Sulla scuola piovono i ricorsi
Infuocata assemblea ieri al Grigoletti. Precari e sissini decisi a ottenere un posto fisso
Basta con la guerra tra poveri: precari storici e sissini non possono essere messi gli uni contro gli altri, perché le due categorie hanno buone ragioni per aspirare a un posto fisso nella scuola. A queste conclusioni è giunta ieri pomeriggio, nel liceo scientifico Grigoletti, l'assemblea organizzata dalla Cgil Scuola, che ha deciso di presentare una pioggia di ricorsi.Gli interventi hanno assunto anche un peso politico, come emerge dal messaggio del coordinatore regionale Ds, Bruno Svech, e dell'assessore regionale all'Istruzione Roberto Antonaz. Quest'ultimo si è assunto un chiaro impegno. "Nonostante la Regione - ha detto - non abbia competenza diretta per incidere su una legge nazionale, io, ex precario (11 anni), comprendo a fondo lo stato d'animo e la rabbia di questi insegnanti. Non esistono altre aziende che nel tempo si siano avvantaggiate di certe professionalità, senza provvedere alle dovute assunzioni. La scuola non può andare avanti senza i precari, nonostante per molto tempo ci abbiano fatto credere il contrario. Interverremo nei confronti della Direzione scolastica regionale, per portare avanti il caso del Friuli Venezia Giulia che, dati alla mano, paga il prezzo più alto della riforma Moratti, in termini di posti disponibili e numero di precari. Per non parlare dei tagli alle risorse economiche". L'assemblea (circa 200 persone) ha partecipato con passione e, a tratti, con esasperazione a un confronto che ha evidenziato ancora una volta l'incongruenza di una situazione generale che si protrae da anni, acuita dalla recente sentenza del Tar del Lazio, che ha ridisegnato la mappa delle graduatorie provinciali delle supplenze, spesso a favore degli abilitati con i corsi universitari (Ssis), tacciati di rubare il posto a colleghi più anziani che, per necessità familiare o altro, non hanno la possibilità di tornare per 2 anni sui banchi di scuola.
In questo consiste lo scontro tra generazioni, perché, come ha fatto notare Barbara Caliari, coordinatrice regionale dei sissini, "Vogliamo confermare una situazione ovvia, che negli ultimi mesi molti hanno cercato di mettere in discussione: gli abilitati della Ssis sono personale docente precario della scuola, con diritti, doveri ed esigenze che vanno tutelate, accanto a quelle di tutti gli altri. Negli ultimi mesi ci hanno molto amareggiato le critiche di coloro che hanno cercato di svilire il nostro ruolo, le competenze acquisite, gli sforzi per conseguire una migliore formazione e professionalità. Soprattutto quando queste critiche provenivano dal mondo del sindacato che, per missione, ha il compito di tutelare tutti i lavoratori".

Per contro, l'amara esperienza personale di Teresa Sarli, coordinatrice provinciale del movimento, a lungo applaudita: "Ho 19 anni di servizio, 3 abilitazioni e mi sento perseguitata, perché lo Stato, dopo una gavetta lunghissima, non mi riconosce il mio diritto a un posto stabile nella scuola. È chiaro: costa molto meno un giovane neolaureato con 1-2 anni alle spalle. Ma io, a 50 anni, come e dove metterò a frutto la mia professionalità?".

Il sindacato (Luongo, Dall'Agnese, Franza) ha ravvisato in questa contrapposizione di amare esperienze e di speranze tradite, un tentativo del ministero di rompere la coesione per creare incertezze e fratture interne alla categoria. In un crescendo di esasperazione, c'è chi è disposto persino allo sciopero della fame. Da qui una dura strategia: ricorsi individuali per puntare subito alle immissioni in ruolo e al riconoscimento, ai precari storici, dei 18 punti tolti dalla recente sentenza del Tar del Lazio.

Alessandra Betto


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