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Bersani si arrampica sul tetto coi ricercatori:«Ma gli studenti non sono estremisti»

Bersani: «Il ministro dovrebbe avere un po’ di pazienza e di umiltà di ascoltare. Qui c’è un sacco di gente che non ha una interlocuzione e per questo è piena di rabbia».

25/11/2010
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Il Messaggero

ROMA - Pierluigi Bersani sul tetto che scotta. «Tirano le uova, ma gli studenti non sono estremisti», assicura il leader del Pd. Ed è per questo che il segretario arriva in cima ad una scala di ferro, tra le tegole dell’Università di Architettura, a Fontanella Borghese. I tetti di Montecitorio sono a un tiro di schioppo, e anche la porta del Senato, dove c’è stato l’assalto dei manifestanti a colpi di uova e di slogan contro la riforma dell’Università della Gelmini. C’è anche Di Pietro che prende vento sulla scala a pioli, i due trovano studenti e ricercatori in cima al loro “Colosseo”. Non minacciano di buttarsi di sotto, ma non scenderanno se non si ferma l’esame in aula alla Camera.
La protesta è imitata in mezza Italia. Quella di Tennessee Williams era una gatta sul tetto che scotta, mentre Bersani cerca di giocare come il gatto col topo e cita Vasco Rossi, “Solo noi/ quelli che non abbiamo più rispetto per niente/ neanche per la mente”. Solo noi tagliamo i fondi allo studio e alla ricerca: «Qual è il paese al mondo che sta segando la conoscenza e il sapere? Non ce n’è uno, siam Solo noi, come dice Vasco». In Spagna, ricorda il leader democratico, hanno fatto la manovra ma l’università è stata messa al riparo, in Francia l’hanno finanziata.
Poi, tornato a Montecitorio, racconta: «Cerchiamo di prenderla un po’ sul serio questa cosa qui, non sono certo andato lì per tirare uova. Sul tetto c’era gente che ha vinto concorsi internazionali e che se passa questa riforma non sa più come fare. Perché questa riforma è un disastro, non ci sono soldi, non ci sono prospettive. Io, se tocca a me, domani non dico che questa legge non la cambio, nonostante i soloni che spiegano che ogni anno non si può cambiare». Anzi, lo dice proprio: se andassi al governo la cambierei sì questa riforma. «Il ministro, il governo, raccontano balle ogni giorno, fino alla rabbia impotente della gente. Perché la gente non capisce. Come si fa a dire: abbiamo risolto il problema dei precari?». E difende i dimostrati dalle accuse che arrivano dal centrodestra, manco fossero i moti del ’77: se si tirano uova invece di molotov significa che la protesta è civile e non va criminalizzata. «Quello che neanche i “baroni” hanno capito è che oggi c’è una novità: gli studenti di adesso hanno la testa sul collo, non sono dei pericolosi estremisti». Perciò «è una vergogna che si stia traccheggiando di fronte ai problemi della gente». E soprattutto è vergognoso che non vi sia confronto. Chiude Bersani: «Il ministro dovrebbe avere un po’ di pazienza e di umiltà di ascoltare. Qui c’è un sacco di gente che non ha una interlocuzione e per questo è piena di rabbia».
C.Rz.


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