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AprileOnLine: Prima di tutto la scuola

Anna Riccardi

01/12/2006
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Aprileonline

Riflessione E' il luogo dove si pongono le premesse di una società più giusta, più uguale e più umana. Ma oggi più che mai la domanda di educazione implica una risposta sempre meno unilaterale da parte della scuola e sempre più globale, interattiva tra le diverse realtà formative

La scuola è un baluardo fondamentale per contrastare la violenza, la prepotenza e l'illegalità, affinché sia garantita la crescita morale e civile delle nuove generazioni e del Paese nel suo complesso.
Dobbiamo ricominciare il nostro cammino proprio dai piccoli, dagli adolescenti di oggi che rappresenteranno la società di domani.
Ebbene trascurarli, dimenticarli, colpevolizzarli è un grave dramma, un errore etico, morale, politico, culturale ed economico che non possiamo permetterci.
I fatti, i casi di questi giorni, la professoressa di Nova Milanese, il video, diffuso via web, che mostra come quattro minorenni di Torino maltrattavano e deridevano un compagno di classe affetto da una grave forma di autismo, il branco che abusa di una tredicenne ed altri episodi che accadono e non si denunciano, sono sì gli estremi di una serie di variabili solitamente riassunte con la parola "bullismo", ma mi chiedo: è solo questo? Non è qualcosa di più? Non crediate che la colpa non sia solo della scuola ma di una società troppo spesso violenta, scevra di un valido sistema di valori e ideali quali pace, uguaglianza, giustizia sociale, solidarietà ed altri?

Sia chiaro, prima di tutto la scuola. Io credo che essa rappresenta il luogo dove si pongono le premesse di una società più giusta, più uguale e più umana. Il luogo di trincea in cui ogni giorno con rigore e impegno gli insegnanti cercano di rinnovare e rafforzare la democrazia e di costruire un'etica pubblica laica, rispettosa della scelte e delle storie di ognuno. Credo, però, che oggi più che mai la domanda di educazione implica una risposta sempre meno unilaterale da parte della scuola e sempre più globale, cioè interattiva tra le diverse realtà formative. L'apprendimento e la costruzione dell'identità non hanno più nella scuola il luogo privilegiato, ma si verificano in situazioni e contesti molto più allargati e caratterizzati da dimensioni di scambio e comunicazione come per esempio il gruppo dei pari o i mass media. Il primo svolge la funzione di completare i processi di socializzazione attivati da famiglia e scuola, offrendo sostegno psicologico, senso dell'appartenenza, sicurezza. Talora, però, in contesti di disgregazione sociale, questi gruppi costituiscono l'occasione per alimentare il disagio e il rischio di devianza. I mass media, poi, agenzia formativa di notevole importanza, svolgendo un processo di socializzazione mediato e non governato, dovrebbero avere un soggetto in grado di valutare e selezionare gli stimoli offerti...ciò spesso non accade.

La politica, le istituzioni debbono creare le condizioni affinché i ragazzi possano partecipare alla propria crescita di cittadini. Vanno bene le "scuole aperte", se queste fossero, però, da un punto di vista strutturale, costruttivo, architettonico ed urbanistico accoglienti per i moderni e nuovi bisogni degli adolescenti. Lo STATO riduca drasticamente i finanziamenti agli armamenti e alle scuole private affinché questi fondi possono essere destinati alla costruzione di strutture colorate, vivaci, allegre, aperte, funzionali, che invogliano a ritornare...!


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