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Resto del Carlino/Bologna: Nelle stanze dell'assessorato regionale alla scuola

Le riforme abbozzate dal ministro alla scuola Fioroni, infatti, costringerebbero l’Emilia-Romagna a cambiare la propria legge regionale anti-Moratti

01/02/2007
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Il Resto del Carlino

NELLE STANZE dell’assessorato regionale alla scuola che già fu guidato dall’attuale viceministro Mariangela Bastico, assicurano quelli di Forza Italia, non si parla d’altro. Le riforme abbozzate dal ministro alla scuola Fioroni, infatti, costringerebbero l’Emilia-Romagna a cambiare la propria legge regionale anti-Moratti (la 12 del 2003) e il famoso biennio post medie.
«Sono questioni complesse, ma reali — giura il consigliere azzurro Gianni Varani — L’Emilia-Romagna, all’epoca della Bastico, aveva imposto per legge che gli studenti non potessero più andare a 14 anni direttamente nella formazione professionale, ma in un percorso biennale ‘integrato’, in licei o istituti tecnici e professionali, con un mix di formazione professionale. Solo dopo i 16 anni avrebbero potuto ‘chiudere’ il percorso scolastico con una qualifica professionale, se proprio non ce la facevano in licei o Istituti». Adesso, secondo Varani, il terremoto Fioroni prevede che a 14 anni si possa andare in un percorso di formazione professionale, fermo restando l’obbligo scolastico. «Il modello emiliano potrebbe forse restare come sperimentale, ma non come via unica — prosegue il politico forzista —. Questo si dice una forte scuola di pensiero. Si riapre così la via della formazione professionale di base, dai 14 anni? Pare proprio di sì. Il tema, può darsi interessi alcune migliaia di studenti in Emilia-Romagna. Forse molti immigrati. Sempreché le norme fissate in parte nella Finanziaria in parte nel decreto liberalizzazioni non cambino. Oggi come oggi, il famoso slogan-Bastico ‘non uno di meno’, usato per sostenere il biennio all’emiliana e per teorizzare che la formazione professionale a 14 anni era una condanna sociale, finirà per giustificare lo scopo contrario. Per assicurare ‘non uno di meno’, la Regione costretta a rimangiarsi le teorie ‘liceizzanti’ e ad usare la vecchia formazione professionale proprio per non perdere ragazzi e dare loro una possibilità. E ci sono alcune incertezze: è convinzione di molti che le norme che cancellano la ‘liceizzazione’ degli Itc siano incostituzionali per invasione di competenze regionali. La Costituzione ulivista ha infatti sancito che formazione e istruzione professionale sono integralmente delle Regioni».


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