Legge di Bilancio. Inflazione al 18% e aumenti salariali fermi al 5,80%. Fracassi: rafforzate le ragioni dello sciopero del 17 novembre
I contenuti del testo approvato in Consiglio dei Ministri sono del tutto lontani dalle più immediate necessità dei lavoratori di scuola, università, ricerca e Afam
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“I contenuti del testo della legge di bilancio 2024 licenziata dal Consiglio dei Ministri e che seguirà ora l’iter parlamentare di approvazione sono del tutto lontani dalle più immediate necessità dei lavoratori di scuola, università, ricerca e Afam”. A dirlo è Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL.
“La prima e più impellente esigenza - aggiunge - sarebbe quella di vedersi ristorare gli stipendi erosi da un'inflazione brutale, ma gli stanziamenti dei fondi previsti per il rinnovo del CCNL Istruzione e Ricerca sono del tutto inadeguati”.
“Nonostante l'inflazione sia arrivata al 18%, gli aumenti salariali a fine triennio contrattuale si attesteranno al 5,80%, con buona pace del susseguirsi incessante delle dichiarazioni degli esponenti del Governo sulla necessità di ridare prestigio e dignità ai lavoratori della scuola, dell'università e della ricerca”, sottolinea la dirigente sindacale.
“Seppur vengono accolte alcune nostre richieste, come la proroga delle supplenze Ata a supporto dei progetti finanziati dal PNRR o le risorse per gli enti di ricerca non vigilati dal Mur, non si può tuttavia non rilevare che, nonostante questi positivi correttivi, manca una visione di lunga portata e di forte investimento necessaria oggi più che mai al sistema di istruzione e ricerca”.
“Per tutte queste ragioni, conclude Fracassi, si confermano e si rafforzano le ragioni dello sciopero proclamato per l’intera categoria il prossimo 17 novembre”.
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