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Il DDL Gelmini non è una riforma. Si tranquillizzino rettori e confindustria

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

04/10/2010
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Autorevoli opinionisti (alcuni vicini a Confindustria) si stracciano le vesti assieme alla Conferenza dei Rettori per la cosiddetta riforma dell’Università, targata Gelmini, che rischia di essere rottamata anzitempo.

A quanto pare, a detta di questi commentatori chi si rallegra dell’eventualità appartiene ai “settori più conservatori del mondo universitario oppure è animato da faziosità ideologica”.

Come FLC CGIL abbiamo espresso da tempo la nostra contrarietà al provvedimento ma riteniamo di non appartenere a nessuna delle citate categorie perché non vogliamo difendere l'università così com'é ma intendiamo riformarla davvero. Il Ddl Gelmini infatti non risolve i problemi veri dell’università italiana ma li aggrava.

Ritorna al centralismo ministeriale negando l’autonomia universitaria, restringe gli spazi di democrazia negli Atenei non considerandoli più comunità di pari; discrimina i ricercatori e consolida la precarietà trasformandola in regola.

Quanto alla sbandierata valutazione il testo contiene una delega vuota di contenuto.

Oggi il ministro Tremonti promette risorse con il ricatto di fondo che “la riforma universitaria e il finanziamento «vanno in parallelo»”.

E sta qui lo scambio perverso e inaccettabile, che la CRUI avalla, tra una riforma inutile, o meglio, dannosa, e una promessa riduzione dei tagli devastanti previsti per il prossimo anno peraltro chiaramente insufficiente. Siamo oltre la vergogna.

Noi chiediamo invece che da subito si trovino risorse adeguate per consentire alle nostre università di funzionare al meglio garantendo l’attività di ricerca e la didattica e che si apra davvero il confronto con tutte le componenti universitarie per una riforma che preveda il rilancio del sistema universitario.

Per questo appoggiamo i ricercatori nella loro opposizione al DDL e manterremo alta e forte la protesta, a partire dal presidio a Montecitorio del 14 ottobre per cambiare profondamente i contenuti di questo disegno di legge.