Rinviato all’anno scolastico 2025/2026 l’avvio della riforma degli istituti tecnici
CGIL ed FLC hanno ottenuto il tempo per un confronto più sereno a fronte di una riforma strutturale a costo zero, con tagli agli organici e un pericoloso ripiegamento verso l’interesse delle imprese del territorio.
Giovedì 16 novembre 2023, su precisa richiesta della CGIL e della FLC, si è svolto al ministero di viale Trastevere il secondo incontro per l’informativa sul riordino degli istituti tecnici in attuazione dell’articolo 26 del decreto legge Aiuti-ter (DL 144/22). Rispetto alla bozza presentata dall’Amministrazione nell’incontro del 7 novembre 2023, abbiamo evidenziato alcuni punti estremamente critici.
L’impianto complessivo prevede nel primo biennio una decurtazione complessiva di 99 ore sulle materie di istruzione generale dal cui computo, da un lato, vengono sottratte le scienze integrate (pari nel biennio a 132 ore) e dall’altro si interviene sull’ambito storico che diventa ambito storico-geografico con un totale, nel biennio, di 165 ore (restano 132 ore di storia cui si aggiungono 33 ore di geografia ma solo per uno degli anni del biennio).
Complessivamente, quindi, nel biennio le ore di indirizzo generale passano pertanto da 1320 a 1221, mentre al V anno è prevista, una decurtazione di 99 ore nell’area di istruzione generale, in questo caso, a scapito delle materie dell’ambito linguistico.
Ad aggravare il quadro interviene anche il previsto innalzamento della quota di autonomia dei curricoli dal 20% al 25 % dell’orario complessivo del primo biennio, del secondo biennio e del quinto anno distintamente calcolati per area di istruzione generale nazionale e area di indirizzo flessibile.
Evidenti le conseguenze sulla formazione delle cattedre e sulla stabilità degli organici.
Inoltre, non si condivide la possibilità dell’anticipo del PCTO nelle classi seconde, né l’area della flessibilità che inciderebbe sull’unitarietà del curriculo. Positiva l’estensione degli uffici tecnici, realizzata però a costo zero, con solo il personale in esubero, mentre consideriamo sbagliata la funzione del comitato tecnico scientifico relativa alla progettazione del curricolo e alla formazione dei docenti. Positivo che i percorsi di II livello siano svolti anche nei Centri Provinciali di istruzione per gli adulti (CPIA). L’ampliamento dei percorsi tecnici, che verrebbero erogati anche dai CPIA, rappresenta un piccolo passo avanti verso una richiesta da sempre avanzata dalla FLC CGIL.
La CGIL e la FLC hanno confermato, pertanto, la netta contrarietà al riordino degli Istituti tecnici, puntualizzando che si tratta del segmento che vanta una maggiore stabilità delle iscrizioni e che possiede un impianto caratterizzato dall’unitarietà del biennio iniziale con forte valenza orientativa. Nel decreto prevale una forte caratterizzazione verso il mondo del lavoro specializzato, mentre le attività didattiche risultano subordinate e addirittura funzionalizzate alle istanze formative avanzate nel contesto socioeconomico di appartenenza.
L’Amministrazione ha ricevuto le osservazioni prodotte e si è convinta della gravosità di una riforma ordinamentale, che si verrebbe a realizzare in corsa rispetto alle scadenze del PNRR. Pertanto, il Direttore Generale della Direzione per gli Ordinamenti, Dott. Manca ha comunicato alle organizzazioni sindacali che, pur mantenendo i tempi della prossima emanazione del provvedimento, il termine per l’avvio dei nuovi istituti tecnici sarà fissato a partire dall’anno scolastico 2025/26.
Alla luce di questa nuova scadenza la FLC e la CGIL hanno chiesto e ottenuto di poter aprire un approfondito confronto rispetto al decreto ministeriale che definirà i quadri orario e i profili in uscita dei singoli indirizzi nonché le articolazioni all’interno dell’area di indirizzo. La FLC e la CGIL hanno ribadito che sarà indispensabile evitare una deriva regionalistica del sistema di istruzione nazionale a cominciare proprio dal riordino dell’Istruzione tecnica.
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