Valutazione nelle classi intermedie del primo e secondo ciclo di istruzione, nota del Ministero dell’Istruzione
Riepilogate le indicazioni normative già note. Per la FLC CGIL necessaria una strutturale rimodulazione della cultura valutativa.
Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato la nota 699 del 6 maggio 2021 relativa a: “Valutazione periodica e finale nelle classi intermedie - Primo e secondo ciclo di istruzione”.
La circolare richiama quanto previsto dal decreto legge 183 del 31 dicembre 2020, convertito con modificazioni, nella legge 21 del 26 febbraio 2021, che, a causa dell’emergenza sanitaria, equipara, anche per il corrente anno scolastico, la valutazione degli apprendimenti realizzata a distanza a quella realizzata in presenza. In questa cornice, la nota riepiloga la normativa di riferimento per i diversi gradi di scuola, in particolare:
- per la scuola primaria: il DLgs 62/2017 e l’O.M. 172/2020
- per la scuola secondaria di primo grado: DLgs 62/2017
- per la scuola secondaria di secondo grado: DPR 122/2009.
Inoltre, si richiama l’attenzione sul fatto che la valutazione degli apprendimenti nelle complesse circostanze determinate dalla situazione emergenziale, deve avvenire “tenendo debito conto delle difficoltà incontrate dagli alunni e dagli studenti in relazione alle situazioni determinate dalla già menzionata situazione emergenziale”.
La nota, infine, riepiloga le consuete modalità di valutazione previste per le classi intermedie distinguendole in:
- Valutazione nelle scuole del primo ciclo
- Valutazione scuola secondaria di secondo grado – classi non terminali
- Valutazione nei Centri provinciali per l’istruzione degli adulti
- Valutazione degli alunni e degli studenti con disabilità o con DSA.
La FLC CGIL considera estremamente importante il tema della valutazione e ritiene che, in coerenza con l’introduzione del giudizio descrittivo al posto dei voti numerici nella scuola primaria (definito dall’O.M. 172 del 4 dicembre 2020), sia indispensabile aprire una nuova stagione di dibattito pedagogico e didattico che riguardi la cultura valutativa in tutti i gradi di scuola, perché valutare non sia considerata una attività separata, ma strettamente legata alla programmazione delle attività in vista dell’abbattimento delle diseguaglianze.
La difficile condizione vissuta dagli studenti nella emergenza pandemica che stiamo attraversando, le povertà educative, già preesistenti che attraversano il nostro paese, rendono necessarie risposte nuove per il sistema di istruzione, risposte ordinamentali, orientate alla crescita e alla promozione degli studenti, che modifichino una impostazione valutativa troppo spesso ridotta alla certificazione delle condizioni socio-familiari di partenza. In quest’ottica è necessario rivedere anche finalità e applicazione delle misurazioni realizzate con i test Invalsi, oltre all’impostazione certificatoria proveniente da una cultura neoliberista e dai residui prodotti della legge 107/2015.
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