Filiera tecnologico professionale e liceo del made in Italy: due flop annunciati
Va aperto un confronto diffuso e capillare con chi la scuola la vive e la rappresenta.
Lunedì 12 febbraio il Ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Valditara, ha reso noti i primi dati sulle iscrizioni - chiuse il 10 febbraio u.s. - operate in base alle scelte delle studentesse e degli studenti per l’anno scolastico 2024/2025. In generale diciamo che il quadro complessivo non modifica gli orientamenti emersi già negli anni precedenti.
Infatti, anche quest’anno i dati con cui si sono chiuse le iscrizioni online sulla esordiente piattaforma Unica mostrano che restano in testa alle preferenze i Licei, con i loro diversi indirizzi, che quest’anno vengono scelti dal 55,63% (un dato in lieve calo dell’1,47% paragonato al 57,1% dello scorso anno) mentre gli istituti Tecnici e gli istituti Professionali mostrano un trend delle iscrizioni in lieve crescita rispettivamente al 31,66% (in crescita dello 0,76%, paragonato al 30,9% dello scorso anno) e del 12,72% (contro il 12,1% dello scorso anno, in crescita dello 0,62%).
Nel commentare la notizia, il Ministro ha segnalato le due le novità di quest’anno consistenti nell’avvio della sperimentazione della filiera tecnico professionale "4+2", con 1.669 iscrizioni, e dei nuovi licei del "Made in Italy" con 375 iscrizioni.
Ma quel che onestamente si fatica a comprendere, a fronte di questi numeri, è come si possa realmente parlare di “un interesse significativo da parte delle famiglie” e di un “risultato importante e non scontato”.
Non avendo dati numerici assoluti ma solo percentuali, e volendo comunque dare una rappresentazione del flop rappresentato dalla sperimentazione attivata con il DM 240 del 7 dicembre 2023, al momento possiamo solo far presente che, per quanto riguarda la filiera tecnologico professionale "4+2" le 1.669 iscrizioni rappresentano una percentuale pari all’incirca allo 0,6% delle iscrizioni effettuate lo scorso anno al 1°anno degli istituti tecnici e professionali complessivamente per un totale di 271.794 pari, rispettivamente, a 185.005 e 86.789 iscrizioni (dati dell’ufficio statistica del MIUR pubblicati nel focus sui “Principali dati della scuola – Avvio Anno Scolastico 2023/2024”).
Anche per il “liceo del made in Italy” le iscrizioni non sono andate affatto bene. Infatti le 375 iscrizioni al nuovo percorso rappresentano una percentuale francamente insignificante anche rapportandola al solo LES dove, lo scorso anno, le iscrizioni al 1°anno furono 20.948 (focus sui “Principali dati della scuola – Avvio Anno Scolastico 2023/2024”), con un trend, tra l’altro, in forte e costante crescita rispetto agli anni precedenti.
L’evidente insuccesso di questa riforma della secondaria di secondo grado è testimoniato, questa volta, non tanto dall’intervento della “solita” organizzazione sindacale pregiudizialmente descritta dal Ministro in “opposizione politica” al governo, quanto, piuttosto, è testimoniato proprio dallo scarso interesse che, nei fatti, le stesse famiglie, le studentesse e gli studenti hanno manifestato nei confronti di una riforma che porta avanti un progetto culturale e politico di riduzione del tempo scuola e della qualità dei processi di apprendimento oltre che di inserimento dei privati nell’istruzione pubblica.
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