Decreto legislativo 65/2017: tra le promesse mancate, la stabilizzazione delle sezioni primavera è un segnale che non passa inosservato
Le esperienze concrete da valorizzare sono risposte ai bisogni dei bambini e delle loro famiglie.
Il Dlgs 65/17 ha previsto la stabilizzazione delle sezioni primavera per combattere il fenomeno degli anticipi, cioè dell’ingresso alla scuola dell’infanzia dei bambini minori di tre anni. E’ un fenomeno sempre più diffuso nei territori dove i servizi all’infanzia sono assenti perché i Comuni non hanno risorse di bilancio e i privati non trovano conveniente investire.
Le sezioni primavera rappresentano una prima risposta al diritto alla formazione per i bambini tra i 24 e i 36 mesi, in contesti educativi e logistici adatti all’età e al progetto pedagogico che ne discende.
La Legge Moratti del 2003 introducendo gli anticipi, diede una risposta alle necessità di due tipologie famiglie: quelle culturalmente più elevate, consapevoli dell’importanza dell’educazione precoce e quelle in cui entrambi i genitori lavorano e hanno quindi un problema di accudimento prima ancora che di educazione dei figli. Insomma una risposta solo indiretta alle esigenze dei bambini e comunque solo a quelli più fortunati.
Le sezioni primavera, introdotte in maniera sperimentale dalla legge di bilancio per il 2007, hanno avuto il compito di contrastare l’innaturale anticipo, collocandosi anche all’interno delle scuole statali. In alcune realtà del Paese solo lo Stato può offrire qualificati percorsi di educazione e istruzione, garantendo così che la qualità del processo educativo non sia inferiore a quella che ricevono i bambini economicamente più fortunati. E’ con questa finalità che vennero attivare sezioni primavera aggregate alle scuole pubbliche. Una risposta che per legge doveva essere provvisoria, da sperimentare, monitorare e mettere a sistema con i dovuti correttivi, ma che come tante altre sperimentazioni della scuola italiana non è mai uscita dalla fase transitoria.
Ad oggi, nonostante il Piano di azione nazionale pluriennale ne ribadisca il ruolo, non c’è stato alcun investimento nelle sezioni primavera: all’infuori dello stanziamento del MIUR, gli enti locali non hanno destinato ad esse alcunché delle risorse previste per l’attuazione del Decreto legislativo 65.
Infatti, nonostante le lodevoli finalità del Decreto, i bambini (e con essi le sezioni primavera) sono totalmente scomparsi dall’attenzione della politica. Sono state ignorate le sollecitazioni della FLC CGIL che ha chiesto un tavolo tecnico al MIUR, che di bambini da 0 a 6 anni non sembra volersi occupare, pur avendo per legge la responsabilità della cabina di regia per l’integrazione dei percorsi di educazione, previsti dal Decreto legislativo 65
E’ compito del Ministro Bussetti dire cosa vuole programmare per i bambini di due anni iscritti alla scuola pubblica. In questo momento esistono due leggi: una che autorizza l’anticipo e un’altra che ne auspica il superamento. Non è tollerabile che si ignori il problema. La FLC CGIL è pronta a confrontarsi perché i bambini (anche se non votano e non rilasciano dichiarazioni stampa) e la scuola pubblica sono una priorità per il Paese.
Bisogna decidere se e come mettere a frutto la spesa ultradecennale impiegata per far funzionare le sezioni primavera e come indirizzare i fondi stanziati per i percorsi da zero a sei anni. Ricordiamo che il termine del 31 luglio è ampiamente trascorso e il MIUR non ha fatto la sua parte per l’utilizzo delle risorse annuali stanziate dal Dlgs 65/17.
La FLC CGIL sollecita il MIUR a confrontarsi con le parti sociali. Partendo dagli obiettivi educativi del sistema integrato 0-6, dalla necessità del Paese di combattere le disuguaglianze, riteniamo fondamentale per la scuola dell’infanzia allargare il tempo scuola, con la presenza della mensa in luoghi adatti alle bambine e ai bambini, garantire la compresenza dei docenti e il potenziamento delle attività didattiche, assegnare i bambini anticipatari alle sezioni primavera, soprattutto nei comuni dove mancano i servizi 0-3.
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