Contratto scuola: il bluff di Brunetta ovvero le nozze coi fichi secchi
Emanato l'atto di indirizzo per il secondo biennio economico 2008/2009. Svelato il bluff di Brunetta: incrementi retributivi irrisori e inadeguati all'aumento reale del costo della vita. Nessun investimento per riconoscere l'aumento dei carichi di lavoro né per la stabilità dei precari. Passi indietro sulla qualità della scuola e sul merito professionale.
Il Dipartimento della funzione pubblica ha emanato, quasi di soppiatto, l'atto di indirizzo per aprire la trattativa tra sindacati scuola e Aran sul rinnovo della parte economica (il biennio 2008-2009) del contratto, scaduta da undici mesi, di oltre un milione di addetti tra docenti e Ata.
Emerge con molta chiarezza la povertà di risorse a disposizione: gli aumenti previsti a fine biennio (31.12.2009) sono del 3,2% e cioè la metà dell'inflazione reale.
In concreto le risorse messe a disposizione dovrebbero portare nelle tasche dei lavoratori:
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2008: in media circa 7/8 euro lordi mensili per indennità di vacanza contrattuale;
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2009: in media circa 70 euro lordi mensili per il recupero dell'inflazione. Tale cifra assorbe l'indennità di vacanza contrattuale.
Con queste premesse parte con il piede sbagliato la trattativa che si aprirà all'Aran martedì prossimo, 11 novembre.
L'incremento proposto, comprendente tra l'altro anche l'accessorio, dovrebbe secondo le intenzioni del Governo compensare molte cose: l'aumento del costo della vita, i maggiori carichi di lavoro per effetto del taglio dei posti e premiare i "meritevoli". Impropria la pretesa di predeterminare già al momento della sottoscrizione del Ccnl quote di personale che percepiscono il salario accessorio. Assolutamente irrealizzabile appare l'intenzione di costruire nel giro di pochi mesi un sistema di valutazione.
Tutto questo non è serio. Infatti, l'atto di indirizzo non crea le condizioni per riconoscere il patrimonio professionale della scuola, per attuare quanto già previsto dal Ccnl 2006 in tema di valorizzazione e carriera professionale dei docenti (art. 24) e di equiparazione progressiva tra personale a tempo indeterminato e a tempo determinato (art. 90).
Si confermano la mille buone ragioni della Cgil che il 30 ottobre non ha firmato l'intesa politica con il governo per il rinnovo dei contratti pubblici.
Roma, 7 novembre 2008
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