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Patentino: l’irresponsabilita’ dei “competenti” Ministri

Dal primo di luglio 2004 centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi italiani fra i 14 ed i 17 anni non potranno guidare il proprio motoveicolo

25/06/2004
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Dal primo di luglio 2004 centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi italiani fra i 14 ed i 17 anni non potranno guidare il proprio motoveicolo.

Nonostante le dichiarazioni del Ministro Moratti, la quantità di esami, che viene garantita dagli Uffici della Motorizzazione Civile alle scuole che hanno svolto i corsi previsti,sarà del tutto insufficiente a permettere a tutti di acquisire il "patentino” entro il primo luglio.

Succederà così che non tutte le ragazze ed i ragazzi che hanno seguito i corsipotranno sostenere gli esami.

Da molte scuole ci viene segnalata la preoccupazione dei Dirigenti Scolastici e degli Insegnantiper quello che potrà succedere. Molti ragazzi non rinunceranno ad utilizzare i propri motorini e si esporranno alle multe ed al fermo amministrativo del mezzo; esiste inoltre il rischio, concreto, che si comportino in modo irresponsabile per sottrarsi ai controlli con grave pericolo per tutti.

In questi giorni è stata rappresentata al governo la pericolosità della situazione e si è chiesto di intervenire con provvedimenti coerenti all’esigenza di ridurre il pericolo. Per gli stessi fini che hanno motivato la scelta di introdurre l’obbligatorietà del “patentino” .

Come rispondono il Ministro Moratti e il Ministro Lunardi?. Con lo stesso approccio, al limite dell’irresponsabilità, che ha fatto sì che fosse richiesto alle scuole di tenere i corsi. L’importanteè poter dire di avere a cuore gli interessi dei giovani e non importa poi come e chi e con quali risorse si possano realizzare.

Moltissime scuole hanno fatto la loro parte e senza un euro di finanziamento.

Hannoritenuto che fosse necessario garantire corsi gratuiti, anche in considerazione dei costi di mercato e dei costi amministrativi, ed insieme ai corsi si è ritenuto necessario offrire materiale didattico, assistenza alle procedure non semplici, spazi idonei e una ulteriore aumento dei tempi di apertura delle scuole.

Gli insegnanti hanno prodotto materiali e percorsi didattici idonei all’apprendimento per una fascia di etàche le autoscuole non conoscono e per le quali non sono state in grado di fornire percorsi adeguati. I primi dati sulle percentuali di successo degli esaminati, per tipologia di cosi seguiti, mostrano una prima tendenza in tal senso.

Noi sappiamo quanto è costato alle scuole tutto questo lavoro in tempi di taglio di organici e di fondi ed in presenza della più volte denunciataomissione del governo nella applicazione del Decreto Legge n.9 del 2002 che prevedeva la destinazione del 7,5 % del totale annuo delle multe all’organizzazione dei corsi.

Alle scuole pubbliche che hanno fatto quello che potevano perché ci fosse una risposta ai bisogni ed alle aspettative dei cittadini e non fosse messa in discussione la credibilità dello stato, si chiede oggi di metterci una “pezza”. Ma siamo alle dichiarazioni giornalistiche e alle dichiarazioni di intenti, del tipo: fornire un attestato ad ognuno ed ognuna delle ragazze e dei ragazzi che hanno seguito i corsi (come una sorta di foglio rosa) oppurelasciare alle scuole la scelta di una quota di ragazzi che potranno fare gli esami (impossibili per tutti data la scarsità degli esaminatori) lasciando fuori una gran quantità di ragazzi con tutti i rischi denunciati sopra.

Di nuovo bisogna correre ai ripari e lo devono fare le scuole. E’ una declinazione della concezione di autonomia scolastica, cara al Governo, come pronto soccorso per le inefficienze dell’Amministrazione.

Siamo impegnati a denunciare questo ennesimo esempio di inefficienza e di incapacità del Governo che dei soldi delle multe ha già fatto un altro uso.

Chiediamo di trovare una soluzione che tuteli gli studenti e le famiglie e non accresca le difficoltà delle scuole.

Roma, 25 giugno 2004