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Nessun si illuda!

E’ la sintesi del messaggio che l’on. Asciutti invia ai precari della scuola per scoraggiare qualunque indebita illusione ci si possa fare su possibili assunzioni

08/04/2004
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E’ la sintesi del messaggio che l’on. Asciutti invia ai precari della scuola per scoraggiare qualunque indebita illusione ci si possa fare su possibili assunzioni.
“Nessuno più sarà illuso di poter essere assunto solo perché dichiarato idoneo”
E così tutti sono serviti, quelli che faticosamente hanno preparato e vinto un concorso ordinario, quelli che faticosamente hanno affrontato 2 anni di scuola di specializzazione universitaria, quelli che hanno fatto una dura gavetta in anni di supplenze per approdare ad un’abilitazione con concorso riservato che sanciva la professionalità acquisita.
Una massa di illusi perdigiorno che hanno approfittato di tutte le occasioni per occupare posizioni indebite. Hanno età spesso ragguardevoli, hanno subito per anni il torto di vedersi licenziare e riassumere regolarmente senza garanzie e diritti, hanno garantito il funzionamento della scuola, ma ora la pacchia è finita! E’ in arrivo la riforma e le assunzioni avverranno attraverso i corsi di specializzazione, calibrati “sulle effettive esigenze della scuola”.

Ma in attesa di avere gli specializzati, modello riforma, gli altri, e sono tanti, faranno in tempo ad essere assunti?
Anche qui poche illusioni! Infatti l’on Asciutti ci informa che gli insegnanti sono troppi in rapporto a bisogni della scuola non veri, ma gonfiati allo scopo di creare posti di lavoro: “La riforma della scuola porterà anche a una riduzione delle ore di lezione e delle materie di studio, che sono lievitate a dismisura a discapito dell’apprendimento degli alunni”
Per “formare bene un ragazzo” bisogna diminuire le discipline, e se poi se ne introducono di nuove come fa la riforma Moratti introducendo l’informatica e la seconda lingua straniera nella scuola media, basta diminuire le ore, ci informa l’on. Asciutti.
Ma è la quadratura del cerchio, ci siamo arrovellati intorno al problema della dispersione scolastica cercando i modelli più rispondenti ai bisogni degli alunni, quando la soluzione era così semplice: basta ridurre tempi e discipline, ottenendo contemporaneamente un bel risparmio!

Basterà tutto ciò per produrre un vero risparmio di insegnanti? Niente paura, le risorse dell’onorevole sono tante: classi più numerose, il rapporto 1 a 10 va aumentato(nessuno ha informato l’onorevole che il nostro paese è fatto di tante scuole di montagna e di piccoli centri) così, per la media del pollo, avremo classi con 12 alunni e classi con 32 alunni e forse oltre.
Ma non basta, tutti i casi di distacco dovranno essere ridotti al minimo!

E infine basta con la comodità del posto sicuro! Anche la scuola dovrà adeguarsi alla modernità, magari modello legge 30!

Insomma, noi non avevamo dubbi che la manovra sulla nostra scuola pubblica avesse un carattere regressivo di questo tipo. L’impoverimento a cui è destinata, se la controriforma produrrà interamente i suoi effetti, è di tipo culturale e di tipo economico e lo abbiamo ripetutamente denunciato. Insieme a noi gran parte della società civile esprime la sua forte preoccupazione.
Non avevamo dubbi che i precari saranno quelli che prima di tutti pagheranno i costi di questa controriforma, vittime della spinta alla precarizzazione oltre che degli effetti della riforma.
Leggere però le dichiarazioni dell’on. Asciutti ancora ci scandalizza!

Roma, 8 aprile 2004

da ItaliaOggi 3 aprile 2004
ASCIUTTI (FI): ORGANICI SATURI

Vi sembrano poche 15 mila assunzioni nella scuola, a fronte dei circa 120 mila contratti annuali di sostituzione? Macché, «sono tante»e non si facciano illusioni gli altri precari in attesa di un posto fisso, perché «il 30% del personale di ruolo è in più rispetto alle esigenze della scuola. E in futuro, almeno per i prossimi dieci anni, non ci saranno più assunzioni di massa».
Parola di Franco Asciutti, responsabile scuola di Forza Italia, presidente della commissione istruzione del senato e relatore del disegno di legge sulle graduatorie. Che annuncia: «La riforma della scuola porterà anche a una riduzione delle ore di lezione e delle materie di studio, che sono levitate a
dismisura a discapito dell'apprendimento degli studenti».

Domanda. I sindacati chiedono un piano straordinario di assunzioni per sanare il precariato.
Risposta. Il precariato si è creato in decenni con un sistema di abilitazione all'insegnamento che ha ingenerato l'aspettativa di essere prima o poi assunti. Siamo così arrivati a livelli di saturazione, non più sostenibili. La scuola non può più essere un serbatoio di posti sicuri, deve cambiare come è cambiato tutto il resto della pubblica amministrazione.

D. Lei parla di saturazione, eppure ogni anno sono circa 120 mila i supplenti, tra docenti e ausiliari, tecnici e amministrativi, che hanno chiamate di lunga durata. Evidentemente i circa 750 mila di ruolo non bastano.
R. Innanzitutto è necessario verificare che tutti coloro che sono di ruolo svolgano effettivamente il lavoro per il quale sono assunti limitando così al minimo i casi di distacco. Ed è questo un piano sul quale già siamo operativi. In secondo luogo, il numero di insegnanti rispetto a quello degli alunni in Italia è ancora troppo alto, 1 a 10 contro 1 a 15 della media Ue. Va abbassato,
perché il confronto con l'Europa non può esserci solo sugli stipendi, deve essere fatto a 360 gradi.

D. Dobbiamo prepararci allora a un futuro con classi ancora più affollate?
R. Il problema di fondo è che, per creare più cattedre, sono state accresciute le materie di insegnamento. In una prima classe di un istituto professionale, per esempio, le discipline sono 18, decisamente troppe per formare bene un ragazzo.

D. Ma è stata la stessa Moratti a introdurre nuove materie, come l'inglese e l'informatica alle elementari e la seconda lingua comunitaria alle medie.
R. Senza però far crescere il numero di ore. È necessario sapere quale scuola si vuole e anche saper rinunciare a un affastellamento di lezioni, che, ripeto, rende meno valida la preparazione degli studenti. Questo non significa non aprire allo studio di nuove discipline, purché siano veramente utili.

D. Prima o poi bisognerà pur riprendere ad assumere, se non altro per controbilanciare i pensionamenti.
R. E allora lo faremo attraverso corsi universitari di specializzazione calibrati sulle effettive esigenze delle scuole, come prevede la riforma. Nessuno più sarà illuso di poter essere assunto solo perché dichiarato idoneo.

Alessandra Ricciardi