FLC CGIL
Elezioni CSPI, si vota il 7 maggio 2024

https://www.flcgil.it/@3840331
Home » Attualità » Europa e Mondo » Salario minimo = inclusione sociale? Il Parlamento europeo dibatte

Salario minimo = inclusione sociale? Il Parlamento europeo dibatte

Il dibattito sul salario minimo si riaccende in Parlamento. Lo scorso 12 settembre la commissione parlamentare occupazione e affari sociali ha dibattuto del ruolo dei salari minimi in una prospettiva di maggior inclusione sociale all'interno della UE. In Europa ogni Stato fissa indipendentemente il livello del salario minimo: si passa dai 92 euro mensili in Bulgaria ai 1.570 del Lussemburgo.

26/09/2007
Decrease text size Increase  text size

Negli Stati Uniti questa regola vige dal 1938. Ma non tutti i paesi della UE concordano. In Italia, ad esempio, come in Germania, Austria, Cipro e il blocco scandinavo, si procede per contrattazione collettiva. Ma cos'è meglio?
Il Salario minimo non protegge dalla povertà
I salari minimi sono definiti a livello nazionale tenendo conto di standard uniformi. Ma ciò basta a garantire una vita dignitosa? La risposta non è univoca e dipende dalle singole situazioni nazionali. Su richiesta della presidenza portoghese della UE, che ha fatto della lotta alla povertà e all'esclusione sociale una delle priorità del semestre, il Comitato economico e sociale europeo ha presentato una relazione in cui conclude che l'occupazione "non mette al riparo dalla povertà".
Durante l'audizione pubblica alcuni deputati hanno sottolineato che il rischio povertà è presente anche in situazioni di pieno impiego, come sovente dimostrano i salari percepiti dalle donne, dai giovani e dalle persone over 65
Salario minimo: pro e contro dei deputati
I deputati, con in testa l'eurodeputata britannica Elizabeth Lynne del gruppo dell'alleanza dei liberali e dei democratici per l'Europa (ALDE) e relatrice di una proposta di iniziativa sulla protezione e l'inclusione sociale, considerano "opportuno" valutare i pro e i contro di politiche del salario/reddito minimo considerando un approccio comune europeo.
Alcuni di loro però sono favorevoli a un tetto minimo perché ciò aiuta le famiglie con bassi redditi, riduce il gap fra ricchi e poveri e annulla le disparità fra i sessi. Altri, invece, ritengono tale approccio dannoso per le imprese, sia in termini disoccupazione che di profitto, e “alleato” dell'inflazione. L'aumentata mobilità lavorativa all'interno dei confini europei chiede risposte rapide che garantiscano a tutti condizioni eque e dignitose di lavoro.
La commissione parlamentare occupazione vuole approfondire la questione e spostarla su scala europea: il dibattito continua.

Roma, 26 settembre 2007