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Da Roma a Bogotà, nell’epoca della globalizzazione ovunque scuola è democrazia

Colombia, Maggio 2004

21/05/2004
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Colombia

Maggio

Da Roma a Bogotà, nell’epoca della globalizzazione ovunque scuola è democrazia. Sabato scorso a Roma alla manifestazione nazionale della scuola ha parlato una esponente del sindacato colombiano FECODE. Da lei abbiamo appreso che ha luogo oggi in Colombia un importante sciopero generaledei lavoratori della scuola contro i tagli ai finanziamenti per la scuola (il governo vorrebbe portare le classi dagli attuali 30-35 alunni a 45-50 alunni), contro la privatizzazione (si vuole affidare a privati la gestione di scuole con personale pagato dallo stato) e per le libertà sindacali ( è proibito agli insegnanti parlare dei propri problemi con i genitori, pena sanzioni disciplinari).

La FECODE, Federazione Colombiana degli Educatori , aderente all’Internazionale dell’Educazione e affiliata alla locale CUT ( Centrale Unica dei Lavoratori),è, insieme al sindacato dei lavoratori del petrolio, il più importante sindacato di categoria colombiano: raccoglie 300.000 insegnanti delle scuole pubbliche, pari al 97% del totale ed è impegnato in un processo di unificazione col sindacato dell’università e con quello del personale non docente ora organizzato nel pubblico impiego.

Il sistema scolastico colombiano ha molti problemi nonostante sulla carta abbia una struttura abbastanza avanzata: la Costituzione prescriverebbe tutti gli studi preuniversitari ma l’obbligo scolastico è di 9 anni (5 anni di primaria e 4 di secondaria che insieme ai 3 anni di “prescolar” costituiscono l’educazione “basica”) a cui segue un biennio, detto “educaciòn media” ma corrispondente al nostro triennio di secondaria superiore. Questa può essere accademica o tecnica e ad essa segue l’università. Ma in numerosi paesi delle campagne e nelle periferie ci sono i cosiddetti professori unici che insegnano in pluriclassi che comprendono anche diversi ordini e gradi di scuola.

Gli alunni colombiani sono numericamente tanti quanti i nostri, ma gli insegnanti sono molti di meno che da noi a causa del numero alto di alunni per classe. Vi sono però in Colombia anche numerose scuole private che coprono il 40% del sistema scolastico soprattutto nel settore dell’infanzia e nella secondaria superiore.

Una privatizzazione che negli ultimi tempi è cresciuta sulla base dei diktat del Fondo Monetario Internazionale e che diventerà totale se passerà la forma di autonomia che il governo ha in mente e che il sindacato osteggia: trasferire tutti i soldi alle singole scuole, compreso il budget per le retribuzioni stipendiali degli insegnanti. Gli insegnantisono divisi in due categorie: i contrattisti, praticamente precari annuali,e quelli in carriera: una carriera che prevede frequenti valutazioni per mezzo di esami il cui mancato superamento comporta il licenziamento, soluzione estrema a cui il sindacato si oppone.

La FECODE è da alcuni anni oggetto di una persecuzione che si inserisce nel clima pesante che caratterizza il paese sudamericano, il quale annovera la guerriglia più duratura del continente e un fenomeno di involuzione autoritaria strisciante, ma ormai evidente sia nella forma squadristica che in quella istituzionale. Negli ultimi anni gli aderenti ai sindacati che sono stati uccisi si contano a centinaia e anche quest’anno sui primi 14 assassinati 8 erano insegnanti iscritti alla FECODE. Per questo motivo numerosi attivisti della FECODE minacciati sono inseriti in un progetto di solidarietà gestito dai sindacati canadesi, francesi, spagnoli e svedesi.

Nondimeno il sindacato è impegnato nella strenua difesa dei diritti sindacali che ancora sopravvivono in base alla Costituzione del paese, che prevede la contrattazione, nonostante lo “estatuto”, vale a dire lo stato giuridico degli insegnanti, non la preveda.