FLC CGIL

Conferenza di Produzione INFS: "Idee in movimento"

  • 13:00

    Le conclusioni sono affidate a Gianna Cioni, Segretaria Nazionale della FLC Cgil

    Dopo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno reso possibile l’iniziativa, che consideriamo ottimamente riuscita ed in particolare al Ministro che ha voluto essere presente e rispondere alle richieste che sono venute dal personale, ricorda che l’Intesa sulla conoscenza, in particolare nella parte sulla ricerca, tra Governo e OO.SS. firmata a giugno contiene alcuni elementi importanti anche per l’INFS. Nell’Intesa, che è a tutti gli effetti un patto di legislatura e che deve trovare una prima concretizzazione nella prossima legge finanziaria, sono previsti

    • Più fondi per la missione degli enti pubblici,

    • Il superamento del precariato,

    • Un aumento del personale ricercatore,

    • Autonomia agli enti per poter operare per il paese ed al suo personale di ricerca,

    • Incentivazione delle collaborazioni tra enti in Italia e fuori dall’Italia.

    Con tali punti di riferimento l’INFS deve essere un ente di ricerca nazionale e deve, quindi, avere una programmazione a livello nazionale per il paese. Vanno respinti tutti i tentativi di frantumarlo e di sottoporlo a scelte localistiche o di lobbies.

    Ci sembra di potere affermare che questa è la linea del Ministro che ha voluto che l’ente fosse uno degli enti vigilati dal Ministero dell’ambiente, che ora sta chiedendo che venga velocemente preparato un nuovo statuto coerente con tale missione e che nella prossima finanziaria si è impegnato a mettere a disposizione dell’INFS i fondi necessari.

    Ciò che la FLC ha chiesto, e verificherà nel concreto le singole azioni, sono alcuni segnali concreti da subito:

    • I fondi che dovranno essere presenti nella finanziaria,

    • Un inizio del percorso di superamento del precariato da subito con le leggi esistenti e nel 2008 con un consistente aumento del personale ricercatore,

    • Uno statuto adatto ad un ente di ricerca nazionale, che dia autonomia e che venga preparato con il contributo del personale.

    La CGIL considera le tematiche ambientali, della biodiversità e della sua tutela come tematiche di serie A e raccoglie la richiesta del Ministro a parlare di più di ambiente.

    In questa iniziativa è stato possibile verificare da un lato la professionalità e l’impegno del personale dell’INFS, tutto a cominciare dai precari, e dall’altro la volontà del Ministro di rilanciare l’INFS per farlo diventare una reale risorsa per il paese, per l’Europa e per il Mediterraneo.

    Ora occorre che dagli impegni si passi ai fatti e ci auguriamo che sia possibile operare congiuntamente sia con le altre organizzazioni sindacali sia con le istituzioni sia con la direzione dell’Ente.

    La FLC certamente non si tirerà indietro.

  • 11:45

    Inizia a questo punto il dibattito e prende la parola Quarantotto ( UIL )

    Complimenti alla CGIL per l’iniziativa che, positivamente è riuscita oggi a far arrivare il centro della politica italiana a Bologna e a farlo dialogare con i lavoratori . Si spera così che l’istituto abbia finalmente il riconoscimento che merita. Si trova d’accordo totalmente con il Ministro per sbloccare la situazione INFS e, per lo stesso motivo chiede di investire della questione INFS le sedi più alte dei sindacati. Anche perché la Comunità Europea poneimperativi per dare risposta ai quali, è necessario lo sviluppo sempre maggiore della ricerca ambientale.Speriamo davvero di sbloccare le assunzioni e di continuare a batterci per questo.

    Proposta: chiede alle altre ooss di scrivere insieme 2 paginette di sostegno all’INFS da inviare a tutti i Presidenti delle Regioni . Ed è assolutamente d’accordo che nel nuovo Statuto deve essere ricompreso il Comitato Tecnico Scientifico.

    Presidente: dott. G. Di Croce

    La presenza del Ministro su richiesta della CGIL (ma anche dell’INFS) dimostra che abbiamo tutti lo stesso obiettivo di sostenere che questo è un istituto unico, per le sue funzioni, e che deve esistere per il bene del paese e non si pone come controparte delle Regioni.La questione finanziaria è grave, infatti ricorda che hanno solo avuto soldi per sopravvivere. D’accordo con Spina sulle questioni sollevate e con Randi per la trasparenza. D’accordo per dare tutte le risposte che devono come istituzione.

    Consigliere del Ministro: D.Selvaggi.

    Elenca gli aspetti per lui più importanti: il programma del Ministero si pone in continuità con quanto avvenuto negli ultimi anni su progetti SIC e ZPL ?

    Questione centrale da risolvere è quella venatoria. Bisogna fare in modo che non si disconosca il ruolo nazionale di questo istituto che non può essere sostituito da quello regionale.

    Ricorda che solo 3 anni fa è stato modificato l’art.1 del dl 157 nel senso peggiore, considerando la fauna come fosse cosa di nessuno.

    Bisogna riprendere una centralità culturale delle tematiche ambientali per farle percepire e renderle sempre più utili per il paese.

    Inoltre, sulla questione del 2% (finanziamenti ridotti come da legge) è vero che l’INFS è stato maggiormente penalizzato in quanto quella percentuale ricadeva su una fotografia di infs vecchia, che rispecchiava il momento in cui stava peggio. E da qui le poche risorse. Nella nuova finanziaria si chiederanno risorse strutturali. Inoltre l’infs deve risolvere le sue problematiche di comunicazione. I finanziamenti servono anche per saper comunicare e bisogna destinare a ciò una parte delle risorse.

    Direttore Generale Ministero Ambiente: Cosentino

    L’Infs è un ente che ci ha permesso di presentarci e proporci dappertutto con ottime credenziali, come uno dei migliori enti di ricerca. Ciò è stato compreso specialmente all’estero. Insomma, ci fa fare bella figura. Però in Italia appare solo come istituto “ della caccia” . Precariato: rischio di perdere preziose professionalità .

    Per essere credibili dobbiamo dire cosa vogliamo fare e cosa sappiamo fare. Sul piano tecnico: se siamo riusciti ad andare avanti è perché c’eravate voi . Bisogna pubblicizzare meglio anche l’ottimo lavoro che fate in giro che contribuisce a fare cultura come, per esempio, come conil Museo di Ventotene. Anche le vostre divulgazioni scientifiche sono elemento di conoscenza e cultura perché costruite per essere alla portata di tutti.Stabilizzare i precari. Invito a fare proposte al Ministero pertrovare soluzioni a tutti gli obiettivi che il Ministero ci ha dato, anche con un coordinamento di tutte le strutture di ricerca ambientali ( ICRAM, INFS, ecc…)

    Assolutamente subito lo Statuto come occasione di rilancio dell’infs.

    Non si pronuncia sui finanziamenti finchè non vede le prime disposizioni o note del Ministero dell’Economia.

  • 11:30

    Fernando Spina, ricercatore INFS

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  • 11:15

    Mara Scremin, ricercatrice precaria dell’INFS.

    La situazione dell’INFS riflette il momento di difficoltà che attraversa la ricerca in Italia in questo periodo storico.

    La riduzione dei finanziamenti ordinari dell’Ente ha impedito una strategia di investimento e inquadramento del personale necessario allo svolgimento di parte delle attività istituzionali compresi i progetti di ricerca.

    Tale situazione ha di fatto:

    • creato un gruppo di persone stabilmente impiegate in modo precario/continuativo (con alcune permanenze vicine e oltre i 10 anni) composto da circa 30-40 Laureati che rapportato alle 12 unità laureate attualmente assunte a tempo indeterminato per l’area tecnico-scientifica,con mansioni da laureato, ben dimostra lo stato di sofferenza dell’Ente;

    • facilitato forme di reclutamento del personale precario non coerenti al livello di professionalità richiesta, ma esclusivamente dettate dal livello della disponibilità economica del singolo progetto (pressoché totale mancanza di contratti a tempo determinato);

    • imposto al personale precario di assolvere compiti istituzionali ben lontani da quelli previsti dai singoli contratti di assunzione.

    Questa situazione crea notevoli disagi al personale precario la cui formazione e professionalità tecnico-scientifica non viene sufficientemente promossa. Da un lato risulta difficile arricchire il proprio curriculum tecnico scientifico dall’altro l’Ente vede ridurre le proprie potenzialità a causa del ridotto utilizzo delle professionalità disponibili.

  • 11:00

    Dopouna breve pausa seguita all’uscita del Ministro i lavori riprendono con la presenza dei lavoratori ma anche di Presidente e Direttore INFS,di due consiglieri del cda uscente, Clò e Ribarelli, del direttore generale del Ministero, dott. Aldo Cosentino, del consulente del Ministro dott. Selvaggi, del consigliere della Regione Emilia e Romagna, Guerra , del consigliere provinciale di Bologna, Mainardi
    e del collega della UIL regionale Quarantotto.

    Prende la parola Ettore Randi, ricercatore dell’INFS

    L'INFS opera ormai da anni in condizioni di costante riduzione del budget strutturale (negli ultimi 10 anni il budget annuale è complessivamente diminuito di circa il 50%) e di continua diminuzione del numero dei dipendenti (gli attuali dipendenti di ruolo sono 39 a fronte di un organico di 104 persone). Ciò nonostante, le attività dell'INFS sono aumentate sia quantitativamente che qualitativamente: le aree di intervento si sono ampliate e l'INFS negli ultimi anni ha assunto sempre più ampie connotazioni di istituto per la conservazione e gestione della fauna. Attualmente sono attive più di 100 convenzioni con ministeri, regioni, province e parchi. I ricercatori INFS partecipano a numerosi progetti internazionali e comunitari. Negli ultimi anni i finanziamenti derivanti dalle convenzioni hanno rappresentato circa il 60% del bilancio complessivo dell’ INFS. I fondi di ricerca sono stati costantemente utilizzati per coprire il deficit strutturale e quindi anche per realizzare attività istituzionali di consulenza. Senza queste risorse in alcuni momenti non sarebbe stato possibile pagare neppure gli stipendi. In questi anni buona parte del lavoro di ricerca è stato realizzato grazie al personale precario, senza la cui collaborazione talvolta non sarebbe stato possibile neppure assolvere ai compiti di consulenza che la legge ci affida obbligatoriamente. La prima difficoltà in cui operiamo è quindi data dal budget strutturale del tutto insufficiente anche a rispondere agli obblighi di legge. Occorre pertanto, per prima cosa, stabilizzare il budget strutturale a livelli adeguati a garantire la piena funzionalità dell’Ente.

    Le convenzioni ed i contratti rappresentano importanti e positivi canali di collegamento con il mondo esterno, che vanno mantenuti, ma impongono limitazioni allo svolgimento di attività di ricerca che sono forzatamente finalizzate agli obiettivi e subordinata alle esigenze dei committenti. I contratti servono per qualificare giovani ricercatori e tecnici, ma non possono aprire posizioni permanenti. La carenza di personale ed un pluriennale blocco delle assunzioni ha generato all’INFS situazioni di precariato insostenibili. I fondi esterni raramente consentono interventi strutturali e le condizioni di manutenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro hanno raggiunto livelli preoccupanti. La totale dipendenza delle attività tecnico-scientifiche dell'INFS da contratti commissionati da enti esterni ha poi da tempo vanificato ogni tentativo di sviluppare linee di ricerca autonome ed indipendenti.

    Le conseguenze negative delle incertezze economiche sono aggravate dalle passate incertezze di collocazione istituzionale dell'Ente. Auspichiamo che la soluzione attuale (vigilanza del Ministero dell'Ambiente) possa favorire il rapido e positivo superamento di una ormai troppo lunga fase di transizione, consentendo la soluzione di alcuni problemi che restano ancora aperti: l’approvazione del nuovo Statuto; la riorganizzazione interna dell'Istituto; la programmazione delle attività ed il piano delle assunzioni del personale; la definizione di un accordo di programma con il Ministero dell'Ambiente nell’ambito della nuova collocazione dell’Istituto. La soluzione di questi problemi è urgente per il buon funzionamento dell’Ente, ed è necessaria per garantire un buon utilizzo delle risorse. Ma non pensiamo che ciò sia sufficiente. L’INFS da troppo tempo vive alla giornata, incapace di dare una prospettiva ai propri programmi. Occorre avviare una fase di programmazione che sia proiettata nel futuro, che consenta di identificare priorità strategiche e obiettivi di lungo periodo interpretando le domande del Paese su problematiche quali: cambiamenti climatici, danni ambientali, diffusione di zoonosi, specie invasive, attività agricole e zootecniche, prelievo venatorio e conservazione delle risorse faunistiche. Occorre pianificare attività ed uso razionale delle risorse evitando scelte estemporanee e sprechi, vincolando l’utilizzo delle risorse strutturali alla realizzazione di programmi pluriennali trasparenti che definiscano un piano di stabilizzazione del precariato e di assunzioni; una programmazione degli interventi necessari per la sicurezza e le manutenzioni; la scelta di progetti strategici di medio-lungo periodo a cui l’INFS deve assicurare sostegno utilizzando fondi strutturali per investimenti sulle strutture ed attrezzature nelle aree di ricerca; la definizione ed il finanziamento di progetti interni autonomi, non vincolati a committenze esterne; la definizione dell'accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente. Riteniamo necessario che il personale sia coinvolto nella definizione delle linee operative dell’INFS, e che si ristabilisca rapidamente in Istituto un clima di dialogo costruttivo. Governance vuol anche dire capacità di gestire la discussione e portarla a sintesi, ognuno nel rispetto completo dei propri compiti e delle proprie responsabilità.

    Ma tutto ciò non è sufficiente a garantire un futuro all'INFS in un mondo della ricerca che è sempre più condizionato dallo sviluppo dei mercati e regolato da meccanismi di competizione meritocratica. La struttura attuale dell'INFS è al di sotto della dimensione minima necessaria per poter competere con successo nel mercato (italiano ed europeo) della ricerca scientifica e tecnologica. In Italia (ed a maggior ragione in Europa) circolano fiumi di milioni di euro destinati a finanziare programmi di ricerca scientifica e tecnologica per lo studio, la conservazione e l'uso delle risorse naturali, incluse le risorse faunistiche. In Italia esistono istituti provinciali e istituti privati che lavorano nel nostro settore con budget ben superiori al nostro. Quindi, le risorse esistono. Quello che occorre è un management che sappia attivarsi per reperire risorse, che sappia investirle appropriatamente in progetti innovativi che siano in grado di rispondere alle esigenze del Paese. Probabilmente è possibile superare i vincoli in cui attualmente operiamo avviando da subito progetti di collaborazione con altri enti pubblici ed istituti di ricerca, anche in altri paesi europei e di area mediterranea. Auspichiamo poi che il nostro Parlamento possa finalmente arrivare all'approvazione di una legge sulla biodiversita', che sancisca i nuovi compiti dell'Istituto, riaffermandone l'indipendenza, condizione essenziale per assicurare un ruolo di garanzia tecnica in ambito di conservazione. Queste collaborazioni potranno forse aprire una strada per il superamento dei limiti attuali in cui l'INFS si trova costretto ad operare, e per costruire in futuro un grande Istituto Nazionale per la Conservazione della Biodiversità.

  • 10:30

    Prende ora la parola l'On Alfonso Pecoraro Scanio Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.

    Dichiara di aver colto la prima occasione per venire qui. INFS è passato sotto il Ministero Ambiente su forte richiesta del Ministro, e questo è un risultato importante, ma è solo la premessa.

    Il passaggio permette di valorizzare il ruolo di un ente che si occupa di ambiente. I soldi sono stati dati, ora occorre che siano utilizzabili. Parchi, ICRAM e INFS aspettano infatti che le risorse siano sbloccate. Tra le prime richieste c'è lo slocco del 2% insieme a Kioto e il superamento del precariato nell'ambiente.

    Nel capitolo INFS ci sono 5 milioni di euro. Occorre ottenere che vengano sbloccati.

    Occorre superare il precariato,che qui è ad alto contenuto specialistico. Stabilizzazioni o deroghe per fare concorsi. Le piante organiche sono in genere sottodimensionate perchè oggi ci sono nuove importanti esigenze. Sono in corso da mesi discussioni con Economia e Funzione Pubblica.

    All'interno del discorso si potrà risolvere anche il problema della sicurezza.

    Si sta lavorando per la definizione del nuovo statuto, sulla base di questo sarà ridefinito il governo dell'Ente.

    Il Ministro sta scegliendo le migliori competenze per presiedere gli Enti di ricerca. L'INFS non può essere utilizzato solo per la caccia.

    Nuovi decreti si stanno preparando anche per far capire che esistono le leggi dello stato e le direttive europee.

    C'è cambiamento climatico che incide sulla fauna, che si collega con la diffusione di nuove malattie. Occorre un'interazione con le regioni ma anche con altri organismi europei e mediterranei. Qui c'è anche una buona interfaccia con volontariato: è anche un risparmio.

    Dentro questo piano di sviluppo, maggiore trasparenza e partecipazione. Statuto di Ente nazionale pronto entro questo mese.

    E' importante anche come segnale nella prossima finanziaria. Nei tavoli di concertazione deve uscire la parola "Ambiente" anche da parte dei sindacati.

  • 10:15

    Data la necessità del Ministro Pecoraro Scanio di essere presente ad un incontro istituzionale a Bologna viene data la parola a Nunzia Catena, Segretaria FLC di Bologna, per presentare le proposte dei lavoratori e per chiedere al Ministro le risposte che si ritengono necessarie ed urgenti.

    "Dato che il mio intervento è sui punti critici e sulle proposte, cercherò di attenermi ad un elenco semplice degli uni e degli altri, marcandoli, naturalmente, secondo quella che è la nostra ottica sindacale.

    In realtà i maggiori punti critici sono già stati riportati dagli interventi precedenti; ma devo insistere e riportarli a mia volta:

    1. situazione finanziaria: è il primo punto, ma, onestamente, non ci piace che sia così. Ma tale è la continua emergenza in cui versa l’INFS che siamo costretti a metterlo al primo punto. Se non siamo certi che arrivino fondi ed in che quantità ed in che tempi, in questo momento diventa persino difficile discutere di altro. Al di sopra di tutto c’è la nostra convinzione che nessuno può fare ricerca, figuriamoci della buona ricerca, con la sensazione continua dell’approssimazione delle risorse e con “l’obbligo” di doversele cercare.E quando poi si riescono a trovare finanziamenti esterni, che ci fa piacere ovviamente ci siano e siano messi a disposizione,riteniamo questo meccanismo non possa funzionare per la ricerca se non bilanciato da risorse interne sicurenel tempo, oltre che di una certa consistenza. Se già normalmente i fondi esterni portano a tracciare una linea della ricerca da seguire, se poi servono addirittura per la sopravvivenza dei progetti dell’istituto , questi fanno davvero la differenza. La differenza tra lavoratori, per esempio; tra quel ricercatore o gruppo di ricercatori che trova di più e quello che ha di meno. Le conseguenze, a lungo andare, sul piano relazionale, sono facilmente intuibili, così come le conseguenze per la valenza tra progetto e progetto. Con buona pace del dettato costituzionale dell’esercizio della scienza libera per i singoli ricercatori, ma anche per l’istituto nel suo insieme. Così come penso non sia un esercizio ozioso immaginarequanto degli investimenti che ora noi chiediamo possano tradursi, magari in un futuro non immediato,in enormi benefici sociali, ed anchein benefici economici che non sottovaluterei.

    2. In effetti avrei voluto parlare per prima cosa della missione di INFS, ma senza finanziamenti adeguati, questo avrebbe rischiato di presentarsi come puro strumento teorico .

      Intanto abbiamo considerato con interesse positivo lo spostamento di infs dalla vigilanza della Presidenza del consiglio dei Ministri al Ministero dell’Ambiente, già per quella sorta di “affinità elettiva” che spontaneamente viene in mente a tutti associando un ente che si occupa di ambiente ad un Ministero che si occupa di ambiente. Qui se si è parlato delle svariate attività di infs,non si è detto quanto queste, a nostro parere, debbano essere rinforzate, anche con l’aiuto da parte del Ministero. Nel senso che non c’è solo un evidente problema di pianta organica ( ricordiamolo: è quasi un terzo di quella approvata e peraltro, per noi, già insufficiente ), ma c’è il fatto semplice e puro che le specificità delle competenze dei ricercatori ed degli operatori di infs sono indispensabili per un costante studio e monitoraggio dell’ambiente in Italia. I ricercatori INFS, tanto per fare qualche esempio, sono quelli chiamati anche sulle urgenze ambiental . Come una specie di task-force . E le emergenze ambientali oramai riguardano la salute pubblica, quella dei cittadini, per intenderci: dall’aviaria, alla zanzara tigre, ed alle tante che sopraggiungono con la circolarità di merci e persone nel mondo. Probabilmente un rafforzamento dei compiti e funzioni che già sono descritti dall’art.2 dello statuto INFS ( che non andrebbe modificato tutto, secondo noi, in fondo è solo del 2004 ) aiuterebbe a dare autorevolezza alla ricerca ed aipareri espressi dall’istituto, specialmente nei confronti delle Regioni. Sottolineiamo Regioni perché altrimenti non ci spieghiamo le sanzioni europee all’Italia ed il conseguente decreto legge n.251 dell’agosto scorso, emesso per obbligare le Regioni a comportamenti più virtuosi, diciamo, in materia di caccia. E forse, anche qui, si deve chiarire se si ritiene più utile, e quindi si appoggia, una politica ambientale con soluzioni molto localistiche (si parla di agenzie regionali per le consulenze) oppure no. Noi diciamo di no.

      Inoltre, con qualche meccanismo che dovremmo trovare, andrebbe costruita una messa in relazione tra enti che si occupano di altra ricerca ambientale. Certo questo significa trovare accordi, coordinamenti, e non solo di idee, tra gli enti e chi li sovrintende, cioè i Ministeri interessati: Ambiente, Agricoltura, Ricerca…Per una risposta complessiva e senza contraddizioni per l’ambiente.

      Affidata e rafforzata la missione di Fauna selvatica, anche all’esterno, forse diventa più ovvio e naturale investire le risorse pubbliche nella produzione di ricerca in infs . Insomma l’infs va fatta conoscere maggiormente, togliendogli il marchio di ente anomalo a cui ricorrere per motivi vari, e riconoscendogli quel ruolo di preziosa ricerca pubblica che svolge per tutti noi.

    3. Governo ed Organizzazione di INFS. Tralascio il giudizio su come sono state fatte le passate nomine del CDA con le conseguenze, anche legali, che tutti conosciamo . Però ora un governo a quest’ente bisogna darlo ed in fretta; non è più possibile aspettare ! E neppure si può far finta che non ci sia una sentenza del TAR Lazio che fa di fatto decadere questo CDA, proprio perché alcuni suoi membri non avevano i requisiti previsti dallo statuto. Anche se, bisogna riconoscere certamente, almeno a parte di questo cda uscente, uno sforzo per creare condizioni di gestione ordinaria dopo molti anni di commissariamento. Impresa non facile, ammettiamolo. Infatti abbiamo sempre capito le difficoltà di gestione derivanti dal passato e le tante difficoltà in assenza di finanziamenti. Ed appunto in aiuto a questo sforzo che le ooss, tutte, se non ricordo male, non solo hanno aspettato un tempo di “rodaggio” dei nuovi dirigenti, ma hanno anche approvato la proposta di nomina di un direttore che fosse figura interna all’amministrazione che, si pensava, in quanto conoscitore delle esigenze dell’istituto, potesse dare un segnale di rottura con il passato.

      Ma chiariamoci : se a noi non piacciono i commissariamenti, non piacciono neppure le gestioni fantasma, ed ancora meno quelle pasticciate che mascherano l’incompetenza nel ruolo!.

      Altresì, auspichiamo una reale partecipazione del personale di ricerca alle scelte di programmazione della ricerca da sviluppare e da svolgere.

      Inoltre, pensiamo ci siano questioni, quale, ad esempio, l’organizzazione del lavoro, che richiedono, oltre il budget, la capacità di amministrare le risorse umane presenti in un luogo di lavoro. Non è più possibile che in questo istituto, e vogliamo sottolinearlo con forza,ci siano persone che, pur di mantenere viva la ricerca di istituto, lavorano spesso al di sopra dei propri compiti ed al di là dei tempi regolari di lavoro. Con carichi di lavoro notevoli e neppure remunerati, con il rischio che ciò porti a contrapposizione tra dipendenti e a un clima non certo favorevole.

    Accanto a questo, non meno importante è la messa in sicurezza del posto di lavoro; se non si investe in sicurezza, compresa la formazione, qui ignorata da anni, si aumentano i rischi di infortuni. Infortuni che, purtroppo, come oramai siamo costretti a registrare, non escludono più neppure il nostro settore, e che aumentano dove l’incidenza di lavoratori non strutturati, o precari che dir si voglia, è notevole. E questo ci porta direttamente a parlare di un nodo contrattuale non più rinviabile. Vogliamo oggi lasciare da parte il fatto che il contratto del comparto è scaduto da quasi due anni, ma non possiamo esimerci dal parlare di assunzioni, in particolare dei precari.

    La questione precari nel settore ricerca, come all’INFS, si presenta nelle facce più varie: assegnisti di ricerca, collaboratori, borsisti, ecc… All’INFS ci sono da anni, alcuni ci sono anche da molti anni; sono parteattiva, propositiva ed oltretutto preponderante del lavoro di questo ente. Infatti a noi risulta, dalle assemblee effettuate, che i precari in istituto siano attualmente, circa 45, e che capita, anche ultimamente è successo, che non si rinnovino tutti i contratti, con uscite di vecchi lavoratori precari e conperdite di professionalità faticosamente acquisite.

    Per questo vanno fatte tutte le assunzioni cercando di avvicinarci al famoso numero previsto in pianta organica. Ci vuole un piano di reclutamento più che straordinario,pur se nel rispetto dei criteri della Finanziaria 2006 e della successiva Direttiva Nicolais.Qui sono quasi nulli i tempi determinati e non c’è nessuna previsione di trasformare i titolari di altre tipologie contrattuali almeno in tempi determinati. Eppure, avete sentito, questo personale, pur se nell’incertezza lavorativa, siano ricercatori o amministrativi, o tecnici, si è dimostrato decisamente determinante per il destino di questo istituto. Quindi, non chiediamo altro che il rispetto degli accordi presi tra sindacati e Governo sulla drastica riduzione del precariato prima, e sulla sua scomparsa per il futuro.

    Per quanto detto fino adesso, noi proponiamo, in sintesi di:

    • Garantire il budget ai livelli che permettano un funzionamento ordinario;

    • Decidere sul governo di quest’ente;

    • Adottare un piano di assunzioni pluriennale che garantisca il superamento del precariato ed il ricambio generazionale;

    • Predisporre un piano di sviluppo dell’ente con l’obiettivo di recuperare un suo preciso ruolo nazionale ed una chiara relazione con gli altri enti di ricerca del settore;

    • Mettere in moto un meccanismo di costruzione per un nuovo rapporto con le Regioni, attraverso la Conferenza Stato Regioni, con gli altri enti locali e con altri Ministeri.

    Insomma, in conclusione, si tratta di trovare un riequilibrio interno ed esterno all’INFS.

    Se ci preoccupano molto le continue notizie sui disastri ambientali, non possiamo noncredere che anche le soluzioni che si possono adoperare per fauna, non servano .

    Anzi, solo se si assumono soluzioni rapide, perché si è perso anche troppo tempo, e risolutive, perché sull’ambiente non si può intervenire a metà, si potranno realizzare quelle soluzioni che possono permettere di rilanciare davvero questo ente ed al contempo, forse, promuovere una maggiore sensibilità ed attenzione per l’ambiente.

  • 10:00

    Vittorio Guberti, ricercatore dell’INFS, parla dell’offerta dell’INFS e delle esigenze del paese.

    1. offerta INFS: grazie alle professionalità e alle competenze presenti l'attività INFS si articola in ricerca, monitoraggio e consulenza e i tre livelli sono connessi. Va anche ricordato che senza una buona attività di ricerca non si fa monitoraggio (banche dati) e non si fa buona consulenza.
    In INFS si fa:

    • ricerca

      • studio delle migrazioni ...

      • uccelli ed cambiamenti climatici

      • dinamica di popolazioni di uccelli marini ...

      • ecologica delle zone umide ...

      • ecologia ed etologia di ungulati in varie aree di studio ...

      • competizione interspecifica in ungulati ...

      • ecopatologia della fauna selvatica ...

      • genetica e sistematica di popolazioni endemiche ...

      • ibridazione e conservazione di specie minacciate ...

    • monitoraggio

      • piani di monitoraggio in popolazioni di lagomorfi, ungulati ed uccelli ...

      • monitoraggio genetico in carnivori ...

      • diffusione di virus influenzali ...

      • varie banche dati per il monitoraggio faunistico ..

    • consulenza

      • piani d'azione ecc. ...

    2. domanda del paese: l'attività INFS in relazione alla caccia deve essere inserita in un contesto più
    ampio: la biodiversità in Italia, i cambiamenti climatici, la distruzione delle risorse naturali, la conservazione delle popolazioni di mammiferi ed uccelli, ed alla fine la gestione ed eventualmente il prelievo venatorio. Attualmente l'INFS si occupa prevalentemente dell'ultimo punto (gestione venatoria), in parte del penultimo (conservazione di specie target) e poco o nulla di tutti gli altri. Quindi la domanda che viene dal paese è molto più ampia di quando le modeste risorse dell'INFS consentono di fare.
    E’ questo il momento di superare i vincoli e le difficoltà esistenti per costruire un grande Istituo Nazionale per la Conservazione della Biodiversità.

  • 09:45

    Sandra Soster, segretaria generale della FLC di Bologna, introduce i lavori esplicitando il senso dell’iniziativa.

    Le conferenze di produzione che la FLC sta organizzando in tutti gli enti pubblici di ricerca – compresi quelli più piccoli e monosede come l’INFS – intendono dare voce non al sindacato ma ai lavoratori, ai quali spetta rappresentare la situazione e le potenzialità dell’ente, avanzare proposte di ridefinizione e di rilancio della missione dell’ente stesso, nell’incontro con i decisori politici e le istituzioni. La condizione miserevole della ricerca pubblica in Italia deriva anche da un grave ritardo politico e culturale, per combattere il quale occorre pubblicamente riconoscere il patrimonio straordinario di conoscenze scientifiche, esperienza, lavoro dei nostri enti di ricerca, perché dalla consapevolezza possano nascere nuove sinergie e consenso a scelte di investimento non più rinviabili.

    Come FLC e come sindacato confederale, impegnato non solo nella tutela individuale ma anche nella tutela del diritto ad un lavoro di qualità al servizio del Paese, due punti ci preme mettere al centro dell’attenzione. Occorre garantire alla ricerca certezza e continuità delle risorse; occorre affrontare in radice il tema devastante del precariato: uno spreco insostenibile di intelligenze e di risorse pubbliche, una truffa nei confronti dei nostri giovani e meno giovani migliori e di un intero sistema formativo che li ha selezionati, oltre che penosa condizione di vita. Senza stabilizzare il lavoro non può esserci ricerca di qualità.

    Bologna, questa regione sono ricche di un patrimonio straordinario di ricerca universitaria e degli enti pubblici e si onora di essere sede nazionale dell’INFS. Il monitoraggio faunistico, lo studio e la tutela della biodiversità, i problemi anche nuovi e diversi connessi alla gestione dell’ambiente rappresentano temi di attenzione e di intervento sul piano nazionale e internazionale, ma anche una priorità per un territorio altamente sviluppato sul piano agroambientale. Di qui l’interesse preciso anche della Camera del lavoro di Bologna di sviluppare e valorizzare le vocazioni e le potenzialità di lavoro di questo Ente di ricerca che assieme oggi si individueranno.

    Molto ristretti sono stati i tempi di organizzazione di questo importante appuntamento, ma era necessario cogliere la disponibilità del Ministro che vivamente ringraziamo e la vostra numerosa presenza, l’impegno di tutti sta a dire quanto attesa fosse un’occasione come questa.

  • 09:30

    Siamo ad Ozzano Emilia presso la sede dell’INFS (Istituto nazionale di Fauna Selvatica) per la Conferenza di Produzione promossa dalla FLC CGIL.

    Sono presenti praticamente tutti i lavoratori dell’Ente.

Servizi agli iscritti della FLC CGIL
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL

Servizi e comunicazioni

Agenda
  • 5 NOVEMBRE | Presentazione del libro "Nonno, cos’è il sindacato?". Con Gianna Fracassi e don Luigi Ciotti. Centro Binaria di Torino, ore 18:00
  • 6 NOVEMBRE | Riunione su CCNI integrazione MOF, DM ripartizione continuità as 2023-24 e Avvio confronto CCNI Economie MOF anni precedenti. MIM, ore 10:30
  • 6 NOVEMBRE | Invito audizione Commissioni VII e XI riunite su DL 160/24. Camera dei Deputati, ore 14:00-16:15
  • 6-7 NOVEMBRE | Prosieguo lavori rinnovo CCNI mobilità personale docente, educativo ed ATA as 2025/26, 2026/27, 2027/28. MIM. ore 10:00
  • 7 NOVEMBRE | Incontro avvio procedure posizioni economiche, passaggi da Coll. scolastici a Operatori. MIM, ore 17:00
  • 11 NOVEMBRE | Incontro su MOF. MIM, ore 15:00
  • 18 NOVEMBRE | Presentazione del libro "Nonno, cos’è il sindacato?". Con Gianna Fracassi e Angelo Petrosino. Archivio del Lavoro di Sesto San Giovanni, ore 15:30
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Nonno, cos'è il sindacato?

Presentazione del libro il 5 novembre
al Centro Binaria di Torino, ore 18.

SFOGLIALO IN ANTEPRIMA!