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E' Luisella De Filippi a coordinare la Tavola Rotonda con le forze politiche. Sono presenti il On. Piergiorgio Bergonzi (PdCI), il Sen. Giampaolo D'Andrea (Margherita) e Domenico Jervolino, docente universitario, in rappresentanza del PRC.

La prima questione che pone De Filippi riguarda l’analisi del processo di precarizzazione, che viene da lontano ma che le politiche di centrodestra hanno accelerato, agendo sull’appannamento dei diritti del lavoro a favore degli interessi economici di chi eroga il lavoro. Squilibrio, dice la coordinatrice, che ha avuto pesanti ricadute sulla qualità dei sistemi e sull’autonomia e la libertà (sancita costituzionalmente) di chi opera nel campo della conoscenza.

Nel rispondere, il senatore Bergonzi, sottolinea, condividendo l’approccio proposto, come la compromissione del diritto al sapere e del diritto al lavoro mettano in discussione i fondamenti della democrazia e del disegno costituzionale. Richiama più volte gli aspetti specifici del programma dell’Unione che prefigurano provvedimenti legislativi in decisa controtendenza e che investono la scuola, l’Università e la ricerca. Un punto qualificante consiste nel salvaguardare il principio del lavoro a tempo indeterminato come condizione “normale” e nel porre precisi vincoli all’impresa perché siano dati al lavoro precario, visto come eccezione e fase transitoria, gli stessi diritti.

D’Andrea condivide sia l’approccio della domanda che le osservazioni fatte da Bergonzi sul programma dell’Unione che segna, a suo avviso, indirizzi di discontinuità non solo di merito, ma anche di metodo: è necessario un grande sforzo di concertazione perché alla parte delle decisioni di tipo legislativo si accompagni una parte di natura contrattuale, indispensabile e non sostituibile.La concertazione è una scelta fondamentale. Sui tempi immediati, va subito attuata la sospensione degli effetti nefasti dei provvedimenti che hanno prodotto risultati iniqui.

Jervolino, concorda sull’analisi della questione posta, sottolineando il degrado culturale che ha accompagnato i processi, colpendo valori primari come quello della laicità e della scuola pubblica. Di questo degrado, funzionale ad un modello sociale, la precarizzazione del lavoro e della vita è il frutto. Bisogna fare “terapia sociale”con gesti di forte discontinuità anche nel campo del diritto del lavoro e della scuola. Il programma dell’Unione, concorda, è un buon punto di riferimento, da sostenere e mantenere. In questo impegno è importante che ognuno faccia la sua parte, come già sta ben facendo la CGIL e la FLC.

Nel secondo quesito, articolato e circostaziato, De Filippi indica una serie di segnali di discontinuità attraverso le necessarie modifiche legislative che investono lo stesso modello di sviluppo. In sintesi: l’assunzione su tutti i posti a tempo determinato; una normativa che riconduca tutti i lavori del settore università e ricerca al lavoro dipendente e dunque contrattualizzato, come del resto tutto il lavoro che copre la missione istituzionale della formazione; cancellazione di tutti i decreti Moratti e della legge 30; possibilità di rendere meno conveniente l’erogazione del lavoro precario, attraverso interventi legislativi; il diritto per i lavoratori precari di eleggere propri rappresentanti nei luoghi di lavoro.

Su questa seconda tornata di questioni, interviene Bergonzi che rimarca l’operazione gravissima costituita dalla legge 30, da neutralizzare da parte dell’Unione. Ribadisce il richiamo forte ai valori costituzionali, da attuare integralmente. Sullo specifico, il primo segnale è la sospensione del decreto attuativo della Secondaria superiore, che segna una discriminazione inaccettabile, legittimando il doppio canale e ledendo le basi stesse della democrazia. La qualità della ricerca non può essere determinata da investimenti privati, bisogna investire in risorse. Per l’Università ci sono impegni dell’Unione per la stabilizzazione dei precari. La novità del centrosinistra è il riconoscimento della terza fascia (ricercatori).

D’Andrea, condivide l’accento sulla Costituzione, sottolineando in particolare le possibilità di intervento date dalla riduzione del cuneo fiscale. Ribadisce la necessità di sospendere l’attuazione del decreto sulla secondaria superiore e di investire in ricerca, innovazione, in netta controtendenza sulle misure delle ultime Finanziarie. I punti indicati nel quesito sono la base da cui partire. Il primato della ricerca e dell’innovazione è correlato all’esigenza di aumentare il livello di competitività del Paese.

Jervolino, si dichiara d’accordo con le proposte avanzate per sanare il pregresso, aggiunge che va ripensato il reclutamento e la formazione permanente. Si sofferma in particolare sulle condizioni del precariato nel mondo dell’università. Ribadisce il valore del metodo che non emana provvedimenti dall’alto, ma dà voce a tutte le componenti del mondo della scuola, università e ricerca, con una sorta di autoriforma che esprime il ruolo dei soggetti sociali.

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