Rapporto di autovalutazione e le "trappole" della piattaforma informatica del MIUR
Il sistema nazionale di valutazione sempre più schiacciato sulle prove INVALSI.
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In precedenti note e comunicati stampa abbiamo espresso critiche e preoccupazioni rispetto alla torsione del Sistema Nazionale di Valutazione verso derive classificatorie e competitive tra scuole. In questo ambito si colloca quanto accaduto con la pubblicazione sul portale "La scuola in chiaro" del MIUR del Rapporto di Autovalutazione (RAV) delle singole scuole.
Come abbiamo già denunciato, il MIUR, con un'operazione che definire poco trasparente è un mero eufemismo, ha impostato la piattaforma informativa in maniera tale da non rendere le scuole pienamente consapevoli del possibile utilizzo dei dati immessi, nel caso in cui fossero stati pubblicati.
Vediamo come questo è stato possibile.
Durante la compilazione del RAV sulla piattaforma informatica del MIUR dedicata al Sistema Nazionale di Valutazione, le scuole potevano visionare gli indicatori e usarli per condurre riflessioni auto valutative sui propri punti di forza e di debolezza.
Le scuole potevano, inoltre, selezionare quali dati NON rendere pubblici. In un video tutorial pubblicato sul sito del Sistema Nazionale di Valutazione si dice che “Tutte le sezioni saranno pubblicate integralmente”, ma che “Il DS può comunque decidere di deselezionare i descrittori che non intende pubblicare”. Il sistema mostrava di default una schermata come quella sotto riportata, in cui tutti gli indicatori erano già pre-selezionati. I dirigenti scolastici potevano eventualmente de-selezionare gli indicatori che ritenevano non utile pubblicare.
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Per quanto riguarda l’indicatore delle prove INVALSI (Area Risultati nelle prove standardizzate nazionali), le scuole hanno avuto di default la pagina impostata con la pubblicazione Completa dei dati (comprensiva dei punteggi delle singole classi e dei singoli plessi). Potevano eventualmente scegliere di selezionare l’opzione di pubblicazione Parziale, che comportava il solo confronto con le scuole con background socio-culturale simile (ESCS) e il dato della varianza interna alle classi.
Accedendo al portale Scuola in chiaro, chiunque può visionare il rapporto di autovalutazione di una specifica scuola. Il sito offre diversi percorsi di consultazione
1. Naviga il RAV, consente di muoversi all'interno delle sezioni del rapporto e leggerne il dettaglio
2. Indicatori, fornisce un elenco, diviso per argomenti, di tutti gli indicatori nazionali messi a disposizione delle scuole per la compilazione del RAV
3. RAV in formato pdf, consente di scaricare sul proprio pc una copia sia del RAV sia degli indicatori per consultarli, anche in un secondo momento, indipendentemente da Scuola in Chiaro
Di seguito è riportato il dato di una scuola che ha scelto (quanto consapevolmente?) la pubblicazione Completa.
Se si sceglie di seguire il percorso 2 per consultare gli indicatori, i dati sulle prove INVALSI sono disponibili solo parzialmente. Come si vede nella schermata seguente, il dato presentato ci dice in che misura la scuola, a parità di ambiente socio-culturale delle famiglie, ha un punteggio che si discosta dalla media delle scuole simili, ma non sono riportati i punteggi grezzi.
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Se invece si sceglie il percorso 3 e si scarica il RAV in formato pdf, sono visualizzabili i punteggi in dettaglio per tutte le classi e le sedi che hanno svolto le prove. Questa visualizzazione permette, nei fatti di "riconoscere" il singolo insegnante e quindi di trarre indebite valutazioni sul suo operato.
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È evidente la gravità di quanto avvenuto
- Sul piano politico: In quali sedi politiche è stato deciso che tali dati potessero essere resi pubblici?
- Sul piano etico: Si è veramente lasciata libertà di decidere alle scuole, o si è invece realizzato un sistema poco trasparente di silenzio/assenso? Chi ha deciso all'interno delle scuole quali dati non pubblicare?
- Sul piano metodologico. L’autovalutazione dovrebbe essere uno strumento di riflessione interna, volto alla comprensione dei propri punti di forza e di debolezza, utile per stabilire priorità e azioni per migliorare. Lo strumento invece è stato forzato a svolgere altre funzioni e schiacciato su un unico indicatore, i dati INVALSI, su cui converge l’attenzione dell’opinione pubblica. Come abbiamo già segnalato, alcuni grandi giornali si sono già cimentati a pubblicare graduatorie di scuole utilizzando come unico dato quello delle prove INVALSI.
Da segnalare, infine, come non siano state fornite indicazioni né chiare e né esaurienti sulle procedure di calcolo del cheating.
Ribadiamo che siamo pronti a ricorrere in tutte le sedi contro scelte lesive della libertà di insegnamento.
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