Quando il valutatore è subalterno...
Arriva nelle scuole, trasmessa dalle Direzioni regionali, una nota dell’INVALSI sulle attività
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Arriva nelle scuole, trasmessa dalle Direzioni regionali, una nota dell’INVALSI sulle attività :” per la valutazione di sistema e per la valutazione degli apprendimenti degli alunni”, cherende “obbligatoria “ in questo anno scolastico la valutazione nel primo ciclo (per le seconde e quarte della scuola primaria e per lae per la prima della scuola media) degli apprendimenti dell’italiano, della matematica e delle scienze.Le scuole sarebbero quindi “obbligatoriamente” costrette ad inserire la valutazione nel proprio POF, a costituire un gruppo di lavoro, ad individuare un referente.
Si consuma così l’ultima deriva autoritaria del Ministro sulla scuola.
In poche righe l’INVALSI attua una Direttiva Ministeriale - la n. 56 del 12 luglio 2004 – che rende “obbligatoria” l’attività di valutazione: “ in quanto connessa all’avvio della riforma del I ciclo del sistema scolastico a seguito dell’entrata in vigore del D. lgs. n.59 del 2004 che ne disciplina i percorsi” e specifica che le rilevazioni relative agli apprendimenti dovranno tener conto degli specifici piani di studio propri di ciascun indirizzo.
Qualche riga più in basso, e solo dopo aver usato la inequivocabile parola“ obbligatori“, la stessa direttiva ricorda, in modo altrettanto inequivocabile che le indicazioni nazionali“... assumeranno carattere obbligatorio a decorrere dall’anno scolastico 2005-2006” .
Solo una contraddizione? No, un altro tentativo di costringere le scuole alla sottomissione, di fiaccare l’autonomia professionale, prima ancora di quella scolastica.
Per la FLC Cgil l’iniziativa è illegittima e inaccettabile culturalmente.
Troviamo anche in questo atto la conferma di quanto possa essere disastrosa l’attività e la credibilità di un ente sottomesso al potere politico, privo di interazione positiva con i processi fecondi sorti delle scuole autonome.
Ricordiamo allora che:
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Le Indicazioni nazionali devono essere regolate, in base alla Legge 53 con uno specifico Regolamento attuativo; Il “nucleo essenziale dei piani di studio scolastici per la quota nazionale”, i futuri programmi, non hanno ancora un testo di riferimento.
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Le Indicazioni Nazionali sono allegate in “via transitoria” al Decreto legislativo 59/’04. Il Ministro si è impegnata a Settembre 2004 ad avviare l’iter per la definizione del Regolamento e, in tale fase, a richiedere anche formalmente il parere del CNPI.
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La Legge 53/’03 all'art. 3 rimanda ad un apposito Decreto l’emanazione di norme sullavalutazione del sistema educativo e degli apprendimenti degli studenti; non nomina il portfolio, né indica attraverso quali strumenti vadano registrati valutazione e certificazione.
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Il Decreto legislativo 59/’04 indica come compito della scuolaquello di “curare, con l’apporto delle famiglie, la documentazione relativa al percorso educativo e all’autonomia delle bambine/i ”e affida“ ai docenti responsabili la valutazione degli apprendimenti e del comportamento”e la certificazione delle competenze acquisite.
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La CM 29, per la “valutazione”, sostiene che va compilata secondo quanto prescritto dall’art. 8 del Regolamento sull’autonomia.
In realtà le norme legislative ed i documenti allegati generano non poche confusioni tra gli strumenti di valutazione, quelli di orientamento e quelli di documentazione, tanto che anche il CNPI, nel parere espresso il 15 luglio scorso, invita le scuole a valorizzare l'autonomia e la ricerca “visto che non esiste allo stato attuale uno strumento istituzionale, neppure di tipo indicativo”.
Il Ministro dovrà dunque emanare le diversedisposizioni, le prescrizioni obbligatorie come quelle che anticipa l’INVALSIsuipercorsi formativi degli alunni vanno al di là delle leggi di controriforma oggi in vigore.
Le scuole autonome nella loro progettualità non possono essere costrette ad utilizzare la fantasiosa modulistica predisposta dalle case editrici senza testi ufficiali né essere obbligatoriamente sottoposte ad una valutazione dai dubbi contenuti.
Infine, è davvero paradossale, mentre il Paese discute una modifica costituzionale , questa stretta centralisticae accentratrice da parte di un Istituto cheuniforma la verifica degli apprendimenti, da contestualizzare, tutti uguali in ogni scuola del reame.Altro che personalizzazione!
Sono invece concrete leattività prodotte in tante scuole che hanno seguito e documentato i processi di apprendimento-insegnamento tenendo presenti le specifiche caratteristiche di ciascuno, garantendo a tutti il diritto qualitativo all’istruzione, anche ai tanti alunni disabilio in situazione di svantaggio.
Roma, 1 ottobre 2004
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