Prove d’organico: quali sono le intenzioni del MIUR?
Quale organico nelle scuole medie?
Monitorare che cosa accade nelle scuole dovrebbe rappresentare un’attività necessaria per verificare la situazione ed i suoi sviluppi.
Tuttavia l’intensa attività mostrata dal MIUR nell’effettuare rilevazioni dei dati relativi all’applicazione della legge 53/03, negli ultimi mesi, sarebbe davvero degna di miglior causa.
Tanto zelo infatti non è stato coerentemente applicato prima di far calare la scure, per esempio, sulla formazione iniziale dei docenti, spazzata via dal decreto legislativo attuativo dell’art. 5 della legge 53/03, senza alcun rilevamento sull’efficacia della formazione iniziale avviata con le SSIS e con i corsi di scienze della formazione primaria.
Anzi, possiamo dire che non ricordiamo di rilevazioni finalizzate a maturare decisioni confortate da dati concreti, se escludiamo alcuni éscamotage di inizio legislatura per giustificare l’avvio della “sperimentazione”.
A partire dal mese di ottobre, con la nota prot.1961 del 3 ottobre sulla determinazione delle dotazioni organiche della scuola primaria per l’a.s. 2006/07, è stata avviata una rilevazione delle attività svolte nelle scuole, relativa agli orari adottati, alle attività e insegnamenti facoltativi attivati, alle modalità organizzative adottate dalle scuole per svolgere tali attività.
Tale rilevazione riguardava le scuole elementari ed era esplicitamente finalizzata a determinare l’organico per il prossimo anno scolastico, sulla base delle scelte operate dalle famiglie lo scorso anno scolastico, sull’organizzazione oraria e per gruppi, anche di classi diverse, adottata dalle scuole. Abbiamo già espresso le nostre valutazioni sul contenuto di questa circolare e richiesto unitariamente un incontro al MIUR per un confronto, preoccupati delle ricadute sugli organici di tale rilevamento, ed anticipando nella nota unitaria la richiesta di ritiro della Nota.
A questo primo rilevamento, ha fatto seguito una raccolta di dati circa gli alunni frequentanti (21ottobre 2005), un monitoraggio dei piani dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche (7 novembre 2005) ed una rilevazione di dati, analoga a quella effettuata nella scuola elementare, sull’applicazione della legge 53/03 nella scuola media (28 novembre 2005).
Incrociando i dati già emersi sulla consistenza degli alunni con quelli che potrebbero emergere dall’attività di monitoraggio sui POF e dalla dinamica domanda/offerta famiglie/scuole delle attività opzionali facoltative, gli effetti sugli organici della scuola media per il prossimo anno scolastico, potrebbero essere di numerosi tagli.
La scuola media infatti è, oggi, l’unico grado di scuola che segna una diminuzione di alunni, dovuta al decremento di nascite che si è registrato negli anni scorsi. Non solo, la diffusione di modelli di scuola funzionanti a 33 ore insieme ai modelli di tempo prolungato funzionanti a 36/40 ore, è notevole e questi non potranno che subire una drastica diminuzione di organico dovuta all’indagine sul “…tipo di attività/insegnamenti attivati sulla base delle richieste delle famiglie, il numero delle ore di impegno per classe, le classi interessate, la o le classi di concorso relative alle citate attività/insegnamenti”.
Dati che potrebbero indurre una razionalizzazione delle risorse di organico sulla base dell’attività effettiva svolta e sui gruppi di alunni interessati.
Su un altro piano, ma sempre attinente lo stesso obiettivo, il monitoraggio sui POF ha lo scopo di “….individuare eventuali problematiche connesse all’utilizzo dei nuovi strumenti di flessibilità da parte delle scuole autonome….”, raccogliere “…dati che rappresentino la personalizzazione dei piani di studio, le richieste delle famiglie, le modalità di accoglimento di tali richieste,, le attività e gli insegnamenti individuati e la loro coerenza con il profilo educativo e la prosecuzione degli studi”
Dopo le recriminazioni sindacali sulla Nota di ottobre esplicitamente finalizzata alla definizione della consistenza di organico per il prossimo anno scolastico e alla ridistribuzione dell’organico fra scuole, la nota prot. n. 2271 del 28 novembre, usa toni più cauti e non cita la finalizzazione alla determinazione dell’organico per la scuola media, tuttavia non ci sfugge l’obiettivo, anche se non dichiarato esplicitamente.
Siamo di fronte ad una scelta inaccettabile.
Infatti, da un lato si cerca di porre rimedio agli effetti dei tagli di organico introdotti con le Finanziarie Berlusconi-Moratti ridistribuendo organico e riducendo, di fatto, il numero di precari in servizio.
Dall’altro lato siamo di fronte a decisioni lesive dell’autonomia delle istituzioni scolastiche. Infatti, in coerenza con le competenze che la Costituzione affida allo stato (definizione dei Livelli Essenziali di Prestazione), è sbagliato considerare la griglia oraria minima come vincolante considerato che i POF possono deliberare l’utilizzo di tutte le ore per attività rivolte all’intera classe riscontrando su questo il consenso delle famiglie. E sono tante le situazioni che hanno operato in questa direzione convenendo di non ridurre la qualità dell’offerta formativa garantita a tutti gli alunni.
Per altro la stessa Sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2004 su questo punto è intervenuta ampiamente.
Facciamo rilevare come sia strumentale e mistificatoria la presunta libertà di scelta delle famiglie, utilizzata soltanto per comprimere gli spazi di autonomia delle scuole.
Non possiamo inoltre che constatare amaramente come le nostre fosche previsioni sulla riduzione di organico indotta dall’applicazione di un orario ridotto per tutti, potrebbero realizzarsi, allo scopo di liberare risorse per implementare e arricchire il sistema delle scuole private.
Sulla Nota richiamata la posizione della FLC Cgil, come di tutte le organizzazioni sindacali confederali, è molto netta.
E’ necessario però vigilare nelle scuole affinché le scelte formulate con i POF non vengano cambiate per corrispondere ad una nota ministeriale.
Roma, 2 gennaio 2006
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