Contratto a termine. Il Ministro del lavoro detta le linee guida per una riforma della legge.
Importante passo in avanti del Governo verso la riscrittura delle nuove regole sul lavoro e verso il superamento della attuale normativa prevista dal D.Lgs 368/2001 che ha liberalizzato il contratto a tempo determinato. L’obiettivo è ripristinare una corretta gerarchia tra le tipologie contrattuali nello spirito della Direttiva europea e dei successivi pronunciamenti e orientamenti della giurisprudenza comunitaria
Le linee guida per una riforma della disciplina del contratto a tempo determinato emanate i giorni scorsi dal Ministro del lavoro rappresentano un passo significativo del governo di centro sinistra verso la riscrittura delle regole sul mercato del lavoro dopo i disastrosi interventi legislativi del governo Berlusconi. Quelle disposizioni, cominciate con il D.Lgs 368 e proseguite con la legge 30 e il Dlgs 276, hanno prodotto danni tali tanto da condannare alla precarietà un’intera generazione di lavoratori, in particolare giovani, senza peraltro favorire la ripresa dello sviluppo. Anzi, unitamente ad una disastrosa politica economica, il centro destra aveva condannato il nostro sistema produttivo ad un inesorabile declino.
Da qui la necessità politica di una radicale inversione di tendenza tesa alla realizzazione di una piena e buona occupazione che non può non prescindere dal ripristinare una gerarchia tra le tipologie contrattuali ricollocando il contratto di lavoro a tempo indeterminato al centro del mercato del lavoro come forma normale e ordinaria e vincolando l’utilizzo di altre tipologie contrattuali ad una specifica e oggettiva causale giustificativa e a tetti quantitativi certi. Insomma il cosiddetto “causatone” ossia il ricorso al contratto a termine non regolamentato va smantellato.
Si tratta di un rovesciamento di impostazione delle politiche del lavoro dove la legislazione viene vista come sostegno alla contrattazione e non come surroga e/o sostitutiva ad essa come aveva, invece, cercato di fare il passato governo.
I cardini su cui il governo intende agire sono, quindi,condivisibili. Risultano, infatti, esserecoerenti con lo spirito e la lettera della Direttiva Europea e con i successivi e importanti orientamenti della giurisprudenza comunitaria e rappresentano il viatico con cui il governo si impegna a sostituire le norme del D.Lgs 368 con altre più cogenti e di segno opposto. Non per niente la CGIL su quelle norme espresse, a suo tempo, un giudizio talmente negativo tanto da portarla a non firmare l’accordo che poi avrebbe dato vita al decreto in questione.
Nel merito la CGIL ritiene che per rendere completamente efficaci le linee guida sia necessario che venga ripristinato il diritto di precedenza in caso di nuove assunzioni in modo da rendere cogenti le eventuali limitazioni su proroghe e rinnovi.
Roma, 14 novembre 2006
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