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UNIVERSITA'/ MORATTI DISERTA UDU, POI ANNUNCIA: ABBANDONI A -24%

UNIVERSITA'/ MORATTI DISERTA UDU, POI ANNUNCIA: ABBANDONI A -24% Tra 2001 e 2005 aumentano invece matricole (14%) e laureati (56%) 12-01-2006 21:17 Articoli a tema / Tutte le news di Politica ...

13/01/2006
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UNIVERSITA'/ MORATTI DISERTA UDU, POI ANNUNCIA: ABBANDONI A -24%
Tra 2001 e 2005 aumentano invece matricole (14%) e laureati (56%)
12-01-2006 21:17
Articoli a tema / Tutte le news di Politica

Roma, 12 gen. (Apcom) - Giornata convulsa sul fronte dell'università italiana: l'atteso intervento del ministro Moratti al "Convegno nazionale delle rappresentanze studentesche" non ha avuto luogo per la sua inaspettata assenza; il comportamento non viene gradito dall'Unione degli universitari e dalla Sinistra giovanile, poi un po' a sorpresa lo stesso Moratti comunica alla stampa un dettagliato bilancio delle iniziative condotte dal Miur nel quinquennio 2001-2005, tra cui spicca un decremento del tasso di abbandoni degli studi accademici pari al 24%.

"Tra gli indicatori di successo, rilevati dall'ultimo rapporto del Comitato per la valutazione del sistema universitario - spiega il ministro - si segnala soprattutto la riduzione dal 66 al 40% del tasso di abbandono degli studi. Vanno poi rimarcati l'aumento di circa il 14% delle immatricolazioni alle università, dalle 319 mila del 2001, anno di introduzione della riforma della didattica, alle 363.874 dell'anno accademico 2004/2005, e l'incremento del numero dei laureati del 56% dai 171.806 del 2001 ai 268.821 del 2004".

Buone notizie, secondo i dati in possesso di viale Trastevere, anche per quanto riguarda la piaga dei fuori corso. "Si segnalano - continua Moratti - la riduzione dei tempi di conseguimento del titolo di studio, dato che nel nuovo ordinamento il 51,7% degli studenti si laurea nella durata legale del corso. Infine va registrato l'incremento del 20% circa del personale docente e ricercatore rispetto all'anno 2000, passato da 50.501 unità a 60.089 al 1 gennaio 2006".

Ma i dati in attivo non terminano qui. Nel corso del quinquennio 2001-2005, il Miur fa sapere di aver speso duecentottantotto milioni di euro complessivi per diritto allo studio, orientamento, residenze, assegni di ricerca, tecnologia e mobilità studentesca: un investimento che, sempre secondo i vertici del ministero, sarebbe stato reso necessario per rispondere alle criticità del sistema universitario italiano presenti all'atto dell'insediamento del governo Berlusconi.

Per il ministro Moratti, questi risultati sono dovuti soprattutto all'azione combinata delle diverse iniziative intraprese dal governo che hanno permesso di incidere sui punti deboli del sistema universitario nazionale relativamente agli esiti dei processi formativi, indicati dall'Ocse nel 2001, che sottolineavano la bassa percentuale di laureati e dottori di ricerca sulla popolazione attiva, l'indice di passaggio tra scuola e università, il basso rapporto tra studenti e docenti e il tasso di produttività del sistema relativamente al numero dei laureati e diplomati. (Segue)


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