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Unità-Tra i libri delle scuole elementari spunta un nuovo conflitto d'interessi del premier

Gennaio 2006 Tra i libri delle scuole elementari spunta un nuovo conflitto d'interessi del premier Un accordo tra Ministero dell'Istruzione e Poste favorisce una società posseduta al 50% d...

04/01/2006
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l'Unità

Gennaio 2006

Tra i libri delle scuole elementari spunta un nuovo conflitto d'interessi del premier

Un accordo tra Ministero dell'Istruzione e Poste favorisce una società posseduta al 50% dalla Mondadori. L'Antitrust: in base alla legge non possiamo farci nulla

Non bastavano la televisione, le assicurazioni, i decoder satellitari e quant'altro. Per le aziende del premier spunta ora un altro conflitto d'interessi, per ora passato quasi sotto silenzio. Al centro della nuova polemica c'è l'accordo stipulato il 9 giugno 2005 tra il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica e Poste spa per il servizio denominato Postescuola. In base ad esso, come si legge nella relazione dell'Autorità Garante, vengono consegnati libri di testo alle famiglie degli alunni della scuola secondaria di 1° e 2° grado.
In base a tale accordo, Poste, tramite la propria struttura di recapito, offre un servizio che garantisce alle famiglie l'approvvigionamento dei testi scolastici presso il proprio domicilio o presso gli istituti scolastici di appartenenza. Inoltre, l'azienda mette a disposizione la propria rete per assicurare, oltre alla consegna, le attività di prenotazione e acquisto dei libri di testo.
C'è però, ed è questo il punto dolente, un particolare importante: "I volumi oggetto del servizio - segnala il segretario generale della Flc Cgil, Enrico Panini, non vengono forniti direttamente dai singoli editori bensì da una società riconducibile al patrimonio del presidente del consiglio". L'organizzazione sindacale parla quindi "di evidente conflitto d'interessi e determinazione, dal parte del ministero, di una situazione di monopolio all'interno delle istituzioni scolastiche. Il ministero, dopo la firma dell'accordo, ha spedito ai dirigenti scolastici una lettera che, con tono burocratico ma minaccioso, chiedeva di spiegare il perché la scuola non si fosse ancora avvalsa di questa opportunità. Gli istituti, insomma, dovevano giustificarsi. Parecchi presidi - conclude Panini - si sono rivolti a noi, ma erano preoccupati".
Adesso è anche arrivato un parere dell'Antitrust che, pur stabilendo il vantaggio per le casse della Mondadori, non può censurarlo a causa di una legislazione restrittiva in materia. In sostanza, è vero che l'accordo favorirebbe una società del presidente del Consiglio, ma a firmarlo non è stato lui con le Poste, bensì il ministro Letizia Moratti che con le società del presidente non ha alcun legame.
"In seguito agli accertamenti effettuati - si legge nella relazione dell'Antitrust - l'Autorità ha dovuto constatare che, nel caso di specie, era assente il presupposto necessario per l'applicazione della legge n. 215/04, ovvero la riconducibilità dell'atto al titolare di carica nel cui patrimonio si produce il vantaggio. Infatti, pur essendo vero che Mondolibri Bol, ovvero la società che beneficerebbe dell'accordo, è posseduta al 50% da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., di proprietà del presidente del consiglio, l'atto da cui trae origine il beneficio (l'accordo del 9 giugno 2005) non è un atto alla cui adozione ha partecipato il presidente del consiglio, ma un atto adottato dal ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica, che non risulta avere alcun legame con la società Mondolibri".


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