FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3801453
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Shoah, è la memoria l'antidoto all'orrore

Unità-Shoah, è la memoria l'antidoto all'orrore

Shoah, è la memoria l'antidoto all'orrore di Sergio Givone I l treno della memoria è quello che nel gennaio del 2005 ha portato ad Auschwitz più di mille studenti toscani insieme con...

14/01/2006
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Shoah, è la memoria l'antidoto all'orrore

di Sergio Givone

I
l treno della memoria è quello che nel gennaio del 2005 ha portato ad Auschwitz più di mille studenti toscani insieme con Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute ai campi di sterminio, oltre che con i loro insegnanti e con alcuni amministratori locali. Esce ora a cura della Regione Toscana un volume che documenta quel viaggio. Le fotografie, molto belle, sono di Giovanni Santi. E fra una foto e l'altra, poche ma essenziali citazioni di Primo Levi.
Che cosa significa ricordare Auschwitz per dei ragazzi nati negli anni della grande rimozione collettiva e della fin troppo esplicita volontà di lasciarsi alle spalle "il passato che non passa"?
Significa tante cose. In primo luogo significa tener fermo l'imperativo assoluto che è tutt'uno con Auschwitz ("no, non deve mai più essere") e far di questo imperativo il fondamento di un'etica possibile nel tempo della vergogna. E poi costruire un modello di convivenza a partire da Auschwitz, cioè a partire da tutto ciò che Auschwitz ha attestato per via negativa: la dignità della persona, il rispetto dell'altro, il dovere della reciprocità. La terribile controprova della verità di Auschwitz è che dimenticare lo sterminio comporta un passo impercettibile, ma fatale, verso il disumano. Perciò Auschwitz è cosa che riguarda le nuove generazioni prima ancora di quelle precedenti.
C'era voluto il processo ad Eichmann perché ci rendessimo conto che lo sterminio non è una mostruosità perpetrata da un manipolo di esseri demoniaci capaci di soggiogare una nazione, bensì il risultato di una complicità diffusa e di una partecipazione collettiva. Mutano soltanto i livelli di consapevolezza. Ma la responsabilità è la stessa. Pochi anni prima di morire Hannah Arendt spiegò che l'idea di "banalità del male" le era stata suggerita da uno dei suoi maestri, Karl Jaspers, il quale consigliava di cercare in superficie e non nel profondo le radici degli atti delittuosi. Il male, diceva Jaspers, è una patologia che si diffonde per contagio, come una banale influenza& Il che non vuol dire far cadere la colpa su un intero popolo invece che sui singoli. La responsabilità resta individuale. Ma quanti gli individui coinvolti e che nessun tribunale potrà mai perseguire?
Né si deve credere, come troppo spesso si tende a dire, che lo sterminio sia un evento unico e irripetibile nella storia. Al contrario in determinate condizioni ne rappresenta il frutto necessario. "Nel Novecento una concezione aberrante dell'idea e della pratica della sovranità ha portato a concepirla come qualcosa che si realizza solo nel momento in cui l'altro viene annientato", scrive Claudio Martini nella prefazione al volume. Parole dure, estreme, ma che colgono nel segno. Fino a che punto (è lo stesso Martini a porre la questione) ci siamo liberati da quell'idea e da quella pratica? Se noi concepissimo l'esercizio del potere politico in modo veramente nuovo, e irriducibile a quello che ci ha portati nel cuore dell'orrore, allora noi vedremmo nell'altro l'amico e non il nemico. Ma così non è.
Auschwitz non è affatto una possibilità tramontata e che non ci riguarda più, ma una possibilità che resta tragicamente attuale. Lo sapeva bene Primo Levi. Ci siamo illusi, scriveva Levi, che l'enormità dello sterminio e l'evidenza spaventosa dell'accaduto bastassero a renderci immuni per sempre. Ma questa si è rivelata come un'ingenuità. In realtà niente come la tentazione totalitaria attecchisce facilmente e si trapianta, dice Levi, "di paese in paese". Solo antidoto, sola salvezza, la memoria.

VIAGGIO AD AUSCHWITZ per mille studenti toscani: un volume ripercorre il tragitto fatto dai ragazzi. Perché ricordare l'Olocausto riguarda le nuove generazioni


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL