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Unità-Scuola, Moratti aggira il Parlamento

Dopo lo stop di Tremonti e dei centristi viale Trastevere cerca nuovi alleati Puglia, Lazio, Mouse e Piemonte dicono si Scuola, Moratti aggira il Parlamento Il ministro chiede aiuto alle Regioni d...

25/07/2002
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l'Unità

Dopo lo stop di Tremonti e dei centristi viale Trastevere cerca nuovi alleati Puglia, Lazio, Mouse e Piemonte dicono si

Scuola, Moratti aggira il Parlamento
Il ministro chiede aiuto alle Regioni di destra: sperimenteranno per primi la riforma.
Mariagrazia Gerina

ROMA Un anno di attesa, aveva chiesto al suo debutto il ministro Moratti a tutta la scuota, sospendendo la riforma Berlinguer. Con la promessa che, dopo un anno, sarebbe stata consegnata, chiavi in mano, in tutte le scuole della penisola la riforma del centro-destra. Missione fallita. La macchina che doveva consentire al sistema dell'istruzione italiano di viaggiare verso il futuro ha perso "appeal" agli occhi del governo ed è per il momento ferma in parlamento. Così come è stata concepita non piace più tanto nemmeno alla Casa della Libertà, dove deve vedersela con Tremonti che tiene chiuse le casse e con i centristi che da mesi portano avanti un vero e proprio boicottaggio. Così, a tempo scaduto, il ministro tenta la svendita. Come un rappresentante che deve piazzare un prodotto malriuscito, alla vigilia delle vacanze estive, viale Trastevere ha lanciato la campagna di promozione e sta consegnando all'iniziativa delle regioni di centrodestra pezzi di riforma, da adottare in via sperimentate. Quello sulla formazione professionale. Ma non solo. Da viale Trastevere si preparano a sfornare a pezzetti la riforma che non c'è.
Formazione professionale.
Dopo l'accordo con la Regione Lombardia per lanciare già da settembre la formazione professionale come secondo canale del sistema, ieri Moratti ha firmato altri quattro protocolli d'intesa con Molise, Puglia, Lazio e Piemonte. Quei documenti dovrebbero riprodurre su Scala regionale quanto la riforma Moratti si propone di attuare sulla formazione professionale e l'alternanza scuola-lavoro. E invece assomigliano, nella forma, a delle cambiali in bianco. Che, a due mesi dall'inizio dell'anno, rimandano a quanto sarà fissato da fantomatici comitati ancora da nominare. Mentre, nella sostanza, violano la legge sull'obbligo scolastico. Perché consentono dal prossimo settembre a chi ha terminato la scuola media di proseguire gli studi non dietro i banchi di una scuola, come attualmente prevede la legge, ma in uno dei tanti corsi attivati dagli enti che gestiscono la formazione professionale. Tutti privati e per l'80% in mano a congregazioni religiose - i gesuiti in questo settore sono pionieri - o ad associazioni cattoliche - per esempio, le Acli. Non a caso, allegato all'intesa che fa da modello alle altre, si trova un abbozzo di progetto formativo elaborato dal Forma, che è l'associazione che riunisce i principali enti gestori di formazione professionale di matrice cattolica.
Maestro unico e altri pezzi di riforma.
Ma il pacchetto formazione professionale non è l'unico che la Moratti sta cercando di confezionare a ridosso dell'estate. In teoria, la partita riforma dovrebbe essere passata al parlamento. E da lì il ministro dovrebbe attendere il via libera. Ma non è così. In questi mesi, all'ombra di viale Trastevere, gli esperti hanno continuato a lavorare per mettere nero su bianco quello che per il momento la stessa maggioranza preferisce mantenere in sospeso. Tutto lavoro "clandestino". Fatto con pochi mezzi. Sotto la regia del professor Bertagna. Quello bocciato dai faraonici Stati Generali. Uscito dalla porta e rientrato dalla finestra, insieme al suo progetto di riforma. Che con qualche ritocco, viale Trastevere si accinge a rivendere, a pezzetti. Il primo pezzo riguarda la scuota elementare. E prevede il ritorno del maestro unico almeno nei primi tre anni di scuola, con conseguente drastica riduzione del personale scolastico. Ancora: la riduzione dell'orario obbligatorio a 27 ore (nella bozza Bertagna erano 25). E per il resto laboratori facoltativi ed orari flessibili. Con la possibilità per le famiglie di scegliere tra vari pacchetti (da 1000 a 1600) e percorsi, non necessariamente tutti interni alla scuola. Il secondo, riguarda la scuota dell'infanzia e, oltre a introdurre l'anticipo, riscrive il modello educativo fissato nella riforma del 1991. Il terzo pacchetto, ancora in forma molto approssimativa, riguarda invece la scuola media. Per il momento solo la provincia autonoma di Trento si e' candidata a sperimentare l'intero percorso dalla A alla Z. Ma a viale Trastevere cercano altri acquirenti, per sperimentare da settembre la riforma che non c'è. E che in autunno dovrà affrontare più di uno sbarramento, nelle scuole, dove i sindacati promettono battaglia, e nelle aule parlamentari, dove a dare filo da torcere saranno soprattutto i centristi della Casa della liberta.


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