FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3829149
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Gli scienziati processano chi uccide la ricerca

Unità: Gli scienziati processano chi uccide la ricerca

Convegno a Firenze, sotto accusa l’emblematica malagestione del Cnr

13/12/2006
Decrease text size Increase text size
l'Unità

di Cristiana Pulcinelli

Il caso Pistella (attuale presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche) vale come un monito per il futuro: se il sistema non cambia ci troveremo ad affrontare molte altre situazioni spinose. O forse no, visto che il Cnr potrebbe non sopravvivere agli assalti degli ultimi anni. Sono considerazioni amare quelle emerse dal convegno «Politiche per la ricerca scientifica italiana» che si è svolto ieri a Firenze, organizzato dal Manifesto dei ricercatori, movimento nato all’interno del Cnr per protestare contro la gestione dell’ente introdotta nel 2004 proprio da Fabio Pistella.

A cercare di capire cosa si può fare per rianimare una ricerca agonizzante c’erano alcuni degli scienziati italiani più importanti: il genetista Lucio Luzzatto, il fisico Carlo Rubbia, il genetista Edoardo Boncinelli, il fisico Luciano Pietronero, il farmacologo Silvio Garattini, il climatologo Giampiero Maracchi. I loro nomi sono stati scelti dagli stessi ricercatori del Cnr come possibili presidenti del maggiore ente di ricerca italiano in una consultazione avvenuta l’estate scorsa: al dibattito mancavano solo il fisico Giorgio Parisi, sostituito da Salvatore Califano, e l’oncologo Umberto Veronesi. E mancava anche un referente politico, visto che il sottosegretario Modica non è potuto essere presente.

Il caso Pistella, dunque, è diventato il simbolo di un malessere. Fabio Pistella fu nominato dal ministro Moratti alla presidenza del Cnr nel 2004. In quell’occasione, Pistella presenta un curriculum con 150 pubblicazioni scientifiche. Ma nel gennaio 2006 la rivista Le Scienze pubblica un articolo in cui si sostiene che le ricerche pubblicate da Pistella sarebbero solo 3. E i ricercatori italiani protestano. Soprattutto per la gestione autocratica dell’ente, che ha come obiettivo di trasformare il Cnr in una struttura di sostegno scientifico alla piccola e media industria. Oggi il Manifesto dei ricercatori è stato firmato da 1150 persone, ma Pistella sta ancora lì.

Gli altri problemi sono tutti chiari come il sole alla comunità scientifica. Ci vuole un maggiore contatto tra enti di ricerca e università. Ci vuole un maggiore ricambio generazionale. Ci vogliono più finanziamenti, ma soprattutto finanziamenti erogati con regolarità per permettere una programmazione. Ci vuole un equilibrio tra ricerca fondamentale e ricerca applicata perché le applicazioni della ricerca si vedono solo a posteriori. Ci vuole una valutazione dei risultati e non un controllo burocratico dei singoli passaggi. Ci vuole una ricerca industriale.

Non c'è da inventare niente, basta copiare. Francia, Inghilterra, anche la Spagna, dove le cose funzionano più o meno nello stesso modo. Si può pensare all’Italia come a un paese «normale»? Le forze ci sono. Uno studio pubblicato sulla rivista Science dimostra che l’Italia è il paese industrializzato che investe meno in ricerca, ma è anche il terzo per produttività dei ricercatori. Soluzioni? Garattini propone di aumentare di 20 centesimi le sigarette: si otterrebbe così un miliardo di euro per la ricerca. E Maracchi propone che il ministro riunisca una commissione di saggi che in 3 mesi delinei il quadro della ricerca in Italia. Mussi risponde a distanza con una lettera: stiamo lavorando per capovolgere la vecchia impostazione politica. La speranza è che si faccia presto.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL