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Unità/Firenze: Scuola, aut aut del governo alla Regione

Il Consiglio dei ministri vara un decreto che impone alle Regioni di adeguare la rete scolastica a quella prevista dalla Gelmini. Altrimenti scatta il commissariamento. L’assessore Simoncini: «Un provvedimento inaccettabile»

11/10/2008
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l'Unità

di Sonia Renzini

«Siamo tornati al 1800, la concezione dello Stato di questi signori non va oltre quella data». L’assessore regionale all’istruzione Gianfranco Simoncini promette ricorsi al Tar e alla Corte costituzionale e annuncia che la Toscana andrà per la sua strada. Nel mirino l’articolo 3 del decreto legge 154 che impone alle Regioni l’adeguamento al dimensionamento scolastico, deciso dal ministro Gelmini, entro il 30 novembre. Non solo. Prevede anche il commissariamento per tutte quelle Regioni che risulteranno inadempienti. Per la Toscana è una porta sbattuta in faccia che annulla anni di sacrifici sulla spesa e porta dritta alla chiusura di tutte quelle scuole di montagna e dei piccoli centri rimaste intatte solo grazie a una politica di razionalizzazione che ha puntato sugli istituti comprensivi e ridotto il numero dei plessi nelle città. «Il decreto è inaccettabile - continua Simoncini - tanto più che con la nostra politica abbiamo potuto risparmiare soldi che ci hanno consentito di salvaguardare proprio le scuole di montagna e dei piccoli centri. E ora si vorrebbe affossare tutto».
Ma tant’è. Con una mossa a sorpresa, repentina e imprevedibile, il Consiglio dei ministri ha inserito nella notte tra il 7 e l’8 ottobre, in calce a un decreto sulla sanità (Disposizioni per il contenimento della spesa” è il titolo), un articolo che mette le Regioni con le spalle al muro, se ne infischia della loro potestà legislativa e le trasforma in mere esecutrici di decisioni governative. «Ma scherziamo - spiega Simoncini - le Regioni sono enti titolari di competenze costituzionali che devono esercitare nell’ambito della propria autonomia con leggi e regolamenti e questo atto del governo è una lesione insopportabile di queste competenze». Per il governo questo sembra un dettaglio senza importanza, tanto che se entro 15 giorni dopo la data del 30 novembre, le Regioni non si metteranno in regola con i parametri previsti dalla 133,tagliando un numero considerevole di classi e scuole, scatterà il commissariamento. «Per quanto ci riguarda presenteremo la programmazione della rete scolastica entro il 31 dicembre, così come abbiamo sempre fatto di concerto con le province - ribatte Simoncini - La competenza di fare programmazione della rete scolastica è delle Regioni». Una posizione ribadita anche da una sentenza della Consulta, ma che deve per forza fare i conti con la minaccia del commissariamento. «L’ipotesi del commissariamento rappresenta una deriva che non ha precedenti nella storia della scuola e della Repubblica - conclude Simoncini - Ora è chiaro per tutti che l’intervento sulla scuola non ha niente di didattico, ma risponde solo all’esigenza di fare cassa».


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