Unità-Fini-Bossi, due spine nel fianco del premier-di N.Tranfaglia
Fini-Bossi, due spine nel fianco del premier di Nicola Tranfaglia Chi l'avrebbe detto che elezioni amministrative e parziali(anche se hanno riguardato più di undici milioni di elettori e cinquec...
Fini-Bossi, due spine nel fianco del premier
di Nicola Tranfaglia
Chi l'avrebbe detto che elezioni amministrative e parziali(anche se hanno riguardato più di undici milioni di elettori e cinquecento tra comuni e province) mostrassero con tanta chiarezza le contraddizioni e le crepe della Casa delle libertà e, nello stesso tempo, indicassero limpidamente la strada che l'Ulivo,o meglio il grande Ulivo,dovrà percorrere per tornare al governo del paese?
Pochi lo avrebbero detto di sicuro,eppure proprio questo è successo se si analizzano in maniera razionale i risultati di questo primo turno elettorale.
Il primodato che emerge con sicurezza è che il risultato politicamente più indicativo per numero degli elettori e centralità della contesta è la sconfitta piena dell'attuale maggioranza parlamentale alla provincia di Roma. Ormai soltanto la regione è guidata dalla destra mentre comune e provincia della capitale possono lavorare insieme all'insegna del centro-sinistra.
Di un centro-sinistra formato da partiti e movimenti che include i moderati di centro e Rifondazione:quest'ultima peraltro,dove non si è alleata con la coalizione(Pisa,Massa,Brescia)ha avuto perdite significative in percentuali e numerodi voti,di solito a vantaggio dei comunisti italiani che hanno mostrato sempre uno spirito unitario nell'Ulivo.
All'interno di esso i Democratici di sinistra,sia a Roma che a livello nazionale,consolidano i propri risultati e in molti casi vedono crescere i propri suffragi.
Anche in Sicilia i progressi sono evidenti anche se i risultati complessivi confermano l'insediamento del centro-destra in cui l'Udc ha spesso superato Forza Italia come nucleo centrale della coalizione.
Ma l'aspetto più interessante di queste elezioni di medio termine,e perciò significative sugli umori degli italiani dopo due anni di governo di Berlusconi, è costituito da una contraddizione obbiettiva che si sta profilando all'interno del centro-destra.
Da una parte,infatti,a Roma e in tutto il Sud i cattolici dell'Unione di centro,che di solito non hanno condiviso la strategia oltranzista dell'ultimo Berlusconi,hanno guadagnato terreno insidiando le posizioni di Forza Italia e in parte di Alleanza Nazionale ma dall'altra parte al Nord la Lega ha mantenuto il proprio "zoccolo duro" diventando in alcuni casi assai importante o decisiva per alcuni dei più difficili ballottaggi.
Ora questa contraddizione apre di sicuro un dibattito aspro nella Casa delle Libertà sia perché Fini vede messa in discussione la sua linea di sostanziale appiattimento di fronte all'aggressività di Berlusconi contro i giudici e l'opposizione sia perché Alleanza Nazionale deve fare i conti con un elettorato irritato per una simile strategia e non più tenuto a restar fedele di fronte al malcontento sempre più evidente degli italiani.
Il semestre italiano di presidenza europea è in serio pericolo dopo le ultime esternazioni di Berlusconi contro Prodi e contro la magistratura che,attaccata in modo incivile, ha ritrovato una forte unità:c'è da chiedersi come farà Alleanza Nazionale a perseguire una linea subalterna come quella degli ultimi mesi.
D'altra parte la Lega,dopo i risultati conseguiti al Nord, tenderà a premere l'acceleratore sulla devolution come sull'applicazione della Bossi-Fini sugli immigrati e potranno aprirsi forti contraddizioni in un governo che registra indubbiamente,sul piano politico,un rafforzamento dei centristi.
Insomma stiamo avviandoci a un corto circuito provocato dalla centralità della questione giudiziaria,sentita da Berlusconi e dai suoi stretti collaboratori come una sorta di problema vitale e urgente,di fronte all'affollarsi dei problemi che il governo deve affrontare sul piano economico e sociale come su quello istituzionale.
L'Italia affronta una fase preoccupante di ristagno e di declino economico,testimoniata da tutti gli indici economici e da ultimo dalle statistiche rese note dall'Istat,e abbisogna di una cura efficace per uscirne che l'attuale politica economica della maggioranza non garantisce in nessun modo.
Siamo non soltanto in Italia ma in Europa(come si vede anche dalle elezioni spagnole) di fronte al declino della politica liberista e vedremo nelle prossime settimane se il governo italiano ne prenderà finalmente atto.
Di fronte a un simile quadro che le elezioni di medio termine hanno ulteriormente chiarito non c'è dubbio che spetti all'Ulivo,e mi riferisco alla coalizione larga che vede lavorare insieme partiti e movimenti,rafforzare la propria critica a questo governo e dar inizio a un serio processo costituente che trasformi l'alleanza elettorale in una stabile coalizione politica in grado di presentarsi unita alle prossime,importanti scadenze politiche. Dalle europee alle regionali e alle politiche che,a questo punto,probabilmente avverranno alla scadenza naturale del 2006.
Si tratta di un lavoro importante e non privo di difficoltà ma che potrà riuscire e dare grandi risultati se avverrà all'insegna di uno spirito fortemente unitario e vedrà insieme,per la prima volta, da molti anni a questa parte, le forze politiche organizzate e quella parte della società civile, non piccola,che negli ultimi due anni ha lavorato intensamente,nelle piazze e nelle strade, per indicare i punti programmatici più importanti e la difesa dei principi costituzionali e dei valori democratici di fronte all'arroganza della destra populista.
E' un'occasione straordinaria e c'è da augurarsi che i leader dell'Ulivo non se la facciano scappare.