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Unità: «Al Senato ridaremo centralità alla ricerca»

ANDREA RANIERI Il responsabile Ds Sapere: «Capisco le proteste, ma troveremo i soldi per mantenere le promesse elettorali»

25/11/2006
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l'Unità

di Massimo Franchi/ Roma

«Nel nostro programma il collegamento fra risanamento dei conti e investimento nel futuro del paese era proprio il sapere, la ricerca. Nel passaggio della finanziaria al Senato dovremmo dare una prova di coerenza». Andrea Ranieri si impegna a ridare speranza al mondo della ricerca, confermando la volontà di aumentare i fondi con emendamenti a palazzo Madama.

Senatore Ranieri, il dibattito sulla ricerca è molto forte. Ieri sono arrivate anche le dimissioni del suo collega Tocci...

«Walter è un amico e un compagno che sicuramente continuerà a lavorare con noi per migliorare le politiche sull’Università e la ricerca. Il suo ruolo nel dipartimento Ds Sapere da me guidato è sempre stato importante. Mi aveva anticipato l’intenzione di dimettersi e ne capisco le ragioni».

Il mondo della ricerca è in subbuglio per i tagli. Il governo è accusato di non aver mantenuto le promesse elettorali.

«Ho partecipato personalmente alla stesura della programma dell’Unione. L’investimento in sapere e ricerca era uno dei punti fondamentali, un caposaldo sul quale abbiamo vinto le elezioni. Ora sembra che la ricerca sia sparita, non se ne parla quasi più e questo è un grave errore. Si dice continuamente, con espressione ormai abusata, che “la finanziaria non ha anima”. Beh, per noi quell’anima è proprio la ricerca che deve collegare il risanamento con il futuro del paese. Ora invece la ricerca è considerata un settore come gli altri, neanche fra i più importanti».

Come far tornare la ricerca al centro del dibattito politico?

«Noi ci proveremo subito. Il 5 dicembre come Ds Sapere organizziamo un incontro con tutto il mondo dell’università e della ricerca. A chiudere la giornata interverrà Piero Fassino, proprio a testimoniare l’impegno del partito a ridare centralità a questo tema».

Dopo lo sciopero dei sindacati, come migliorare la Finanziaria al Senato?

«Stiamo predisponendo emendamenti importanti, ma è giusto però riconoscere che provvedimenti importanti ci sono già nella Finanziaria. A partire dal decreto Bersani che stanziava 750 milioni per progetti misti atenei-imprese, così come l’aumento di 300 milioni al Fondo per la ricerca, il cosiddetto First».

Rettori, sindacati e studenti però li ritengono troppo poco...

«E hanno ragione perché siamo forse l’unico paese al mondo che riduce la spesa in ricerca. Ora dobbiamo aumentare gli stanziamenti e cambiare anche la qualità delle spese. Per prima cosa cercheremo di ripristinare i trasferimenti intermedi alle Università tagliate dal decreto Bersani. Poi io credo che sia fondamentale dare spazio al merito, come previsto dal programma dell’Unione. Per questo credo che dovremo finanziare l’Agenzia di valutazione voluta dal ministro Mussi. Ora non ha modo di premiare le università migliori e invece deve essere in grado di farlo. Sempre per premiare il merito, dovremo aumentare gli stanziamenti per il diritto allo studio, un tema sul quale un governo di sinistra non può risparmiare».

Ranieri, ma i soldi per aumentare i fondi a ricerca e università ci sono?

«Li troveremo, dobbiamo trovarli, ne va della nostro coerenza politica».


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