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Unità: 60mila studenti fuori scuola

Campania: Il monito di Prodi non ha funzionato

12/01/2008
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l'Unità

Marcella Ciarnelli
Nella calza della Befana il premier Romano Prodi aveva fatto trovare a tutti i bambini e ai ragazzi di Napoli e della Campania la certezza che le loro scuole avrebbero riaperto come da calendario. Tutti tra i banchi e in cattedra il 7 gennaio. Nessuna dilazione (anche se a qualcuno non sarebbe dispiaciuto dato che le vacanze quando finiscono sembrano sempre troppo brevi). L’emergenza rifiuti non poteva bloccare l’attività della scuola che, aveva ribadito il presidente del Consiglio , «è sacra» e non c’è evenienza che ne possa e debba fermare «il regolare svolgimento». Grande impegno. Grande sforzo. Per cercare di far fronte almeno ad un aspetto di una «vera tragedia» per dirla con il presidente della Repubblica.
Dal 6 gennaio ad oggi sono trascorsi sei giorni. Sono successe tante cose a Napoli ed in Campania. Ci sono stati scontri, tensioni, sconfitte e successi, i cumuli di spazzatura sono cresciuti a dismisura, le polemiche sono cresciute ancora di più. E’ arrivato un supercommissario che dovrebbe riuscire a riportare alla normalità una situazione che straordinaria non sarebbe dovuta diventare mai. Eppure, nonostante l’impegno «personale» del premier bisogna registrare che sessantamila, forse settantamila studenti, per la maggioranza delle elementari e delle medie, sono ancora in vacanza forzata. Lo conferma il bilancio fatto dal direttore scolastico della Campania, Alberto Bottino che è al lavoro in costante contatto con la Prefettura ma anche con gli uffici del commissario straordinario e con i ministri dell’Interno, Amato e dell’Istruzione, Fioroni.
La speranza è che l’arrivo di De Gennaro riesca, in un paio di giorni, a far rientrare per davvero in classe tutti gli studenti della Campania compreso quelli del “cratere” dell’emergenza rifiuti, quelli in cui la situazione è «gravissima» e non si riesce, nonostante tutta la buona volontà, a dare risposte alle pressioni del ministro Fioroni che insiste perché «si faccia di tutto per far tornare tutti tra i banchi» in modo da dar corso all’impegno del premier che aveva preannunciato anche l’intervento dell’esercito nella notte pur di far funzionare tutto. Con la collaborazione anche del ministro Parisi che aveva dato il via libera ai mezzi del Genio Militare. La situazione è tracimata. Ed è stata vacanza. Forzata. Anche se pare che alcuni presidi abbiano intenzione di chiedere agli insegnati un certificato medico per giustificare l’assenza “causa rifiuti”. «Per ora, nelle aree più critiche, i ragazzi hanno perso al massimo una settimana di lezioni. In alcuni comuni, come Torre Annunziata, ad esempio - fa notare però Bottino - i portoni degli istituti scolastici sono stati chiusi soltanto da ieri. A Caserta le scuole sono state chiuse lunedì ma già martedì avevano ripreso la normale attività. E a Napoli, Pianura a parte, tutto ha funzionato come sempre. A Quarto, certo, si sono registrati disagi più gravi perché a motivi di igiene si sono aggiunti quelli di ordine pubblico. Ci sono stati blocchi che hanno reso impossibile il passaggio». Intanto c’è chi, come un gruppo di mamme di San Giorgio a Cremano, chiede la chiusura per i troppi cumuli di spazzatura tra cui sono costrette a fare lo slalom per portare in classe i bambini. Situazione fluida, dunque. Vedremo lunedì per chi riuscirà a suonare la campanella.


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