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Studenti italiani più bravi, ma solo al Nord

L’indagine Ocse 2013: i nostri alunni sono migliorati in matematica e scienze, ma rimangono sotto la media. Siamo trentaduesimi su sessantacinque Paesi in esame. I risultati peggiori arrivano dal Mezzogiorno

04/12/2013
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Il Messaggero

LA RICERCA
ROMA La ripresa c’è, almeno nella scuola. Le “pagelle” le dà l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che valuta i progressi degli studenti ogni tre anni. E l’Italia, anche se si piazza attorno alla media come risultati complessivi nel mondo della scuola, è il Paese che dà i maggiori segnali di miglioramento. Con il merito aggiunto che questo avviene nonostante la nostra costante politica di tagli.
IL RAPPORTO
Si chiama rapporto Pisa (Programme for International Student Assessment), vi hanno partecipato 65 nazioni, una macro area di paesi sviluppati e democratici aderenti all’Ocse: l’Italia è 32.ma come risultati complessivi. Sotto esame sono le competenze degli studenti quindicenni in matematica, lettura e scienze. I progressi: dal 2003 al 2012 i risultati ottenuti dai nostri ragazzi, stabili in lettura, nei test sono migliorati di 20 punti in matematica e di 18 in scienze. Con molti chiari e scuri: abbiamo per esempio una percentuale elevata di bocciati (il 17% dei quindicenni almeno una volta, la media Ocse è il 12). Il “gap di genere” nel Paese è accentuato, con le nostre ragazze che sono in ritardo nella matematica rispetto ai coetanei maschi, ma poi al contrario li surclassano nei test sulla lettura. Mentre non è un’anomalia il ritardo scolastico degli stranieri. La stessa Ocse lo giustifica: l’Italia non ha una tradizione di studenti immigrati, e anche per questo il fenomeno è più problematico. Una presenza in forte crescita: in dieci anni gli studenti stranieri in Italia sono aumentati di 5 punti percentuali. Ora sono quasi il 7,5% del totale (la media Ocse è del 12%).
Ma quello che veramente preoccupa è l’Italia del doppio binario Nord-Sud. Inutile dirlo, è il settentrione che viaggia ad alta velocità. E ancora di più il Nord Est. Gli studenti di Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto sono tra i più bravi al mondo in matematica, con Shanghai e Singapore: in Asia la competizione in questa materia è fortissima. Dall’altra parte del Paese, i quindicenni siciliani e calabresi con la matematica sono nel fondo classifica, tra Turchia, Bulgaria e Romania. Questo significa che il risultato medio dell’Italia è l’incrocio fra situazioni di eccellenza e altre di mediocrità. Il punteggio medio Ocse in matematica è di 494. I quindicenni calabresi, ultimi in Italia, si fermano a 430; i coetanei trentini sono a 524, veneti e friulani a 523. La media nazionale è 485, ed equivale a quella delle regioni del centro. Il settentrione è sopra la media, il meridione sotto, anche se non tutte le regioni sono in ritardo (va meglio la Puglia). Nel centro Italia l’Abruzzo si distingue in positivo, il Lazio è sotto la media.
I TAGLI
I deludenti risultati del Sud, secondo il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, obbligano a «guardare con più attenzione a queste aree, come abbiamo già iniziato a fare con il decreto Istruzione, con maggiori investimenti per la lotta alla dispersione scolastica nelle zone più a rischio». Il ministero non nasconde quanto di positivo è indicato dall’indagine. Cioè: miglioramenti, anche in presenza di robusti tagli sulle spese. «Riduzioni della spesa sono state riscontrate solo in Italia, Islanda e Messico», ha ricordato il sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria, in occasione della presentazione dell’indagine, ieri a Roma.
C‘è un po’ di bagarre, nei commenti della politica: e si capisce, nel decennio esaminato si sono avvicendati governi e aree politiche contrapposte. La Lega, nel Nord Est, si ritaglia meriti in esclusiva. Soddisfatti i sindacati. Se proprio si vuole indicare un artefice di questo progresso, polemizza il segretario generale della Cisl Scuola, Francesco Scima «questo è il lavoro che hanno svolto le nostre scuole, nonostante lo abbiano fatto in condizioni sempre più difficili e pesanti».
Alessia Camplone
 


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