Statali, 230mila precari in scadenza. La Camusso: "Una bomba sociale"
Il ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi pronto a trattare ma il suo collega dell'Economia Grilli frena. La Cgil denuncia: "Si assisterà a veri e propri licenziamenti di massa
- È una "bomba sociale", secondo la Cgil. Perché ci sono circa 230 mila contratti di lavoro nel pubblico impiego che scadranno alla fine dell'anno e non potranno essere prorogati per mancanza di risorse e per via della spending review che taglia i posti nelle piante organiche. Sono circa 160 mila lavoratori nella pubblica amministrazione e altri 70 mila nella scuola. Se non saranno confermati si assisterà - secondo la Cgil - a veri e propri "licenziamenti di massa". E intanto sul tema della produttività il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha detto di sperare che "non manchi il contributo della Cgil".
Il sindacato guidato da Susanna Camusso chiede un decreto legge urgente per prorogare i contratti precari, come fece il governo Prodi con la legge Finanziaria del 2007. Ma mentre ci sarebbe una disponibilità a trattare con i sindacati da parte del ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, non si intravedono aperture dal ministero dell'Economia di Vittorio Grilli. D'altra parte è stato il predecessore di Grilli, Giulio Tremonti, a stabilire con la Finanziaria del 2010 che sia possibile rinnovare solo la metà dei contratti precari in scadenza. Si schiera con la Cgil l'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd) che invita il governo a non sottovalutare anche ciò che potrebbe accadere nel settore privato con l'esaurimento in molte realtà di cassa integrazione e mobilità.
La situazione,dunque, è complicatissima e non c'è neppure chiarezza sui numeri. Ci sono provvedimenti che si sommano l'uno con l'altro. Ci sono tagli diretti agli organici della pubblica amministrazione e tagli indiretti attraverso il mancato rinnovo dei contratti a tempo. Per effetto della spending review salterebbero complessivamente 4.028 posti nei ministeri, negli enti previdenziali, nelle agenzie fiscali, negli enti di ricerca. Numeri parziali, secondo le stime di Corso d'Italia, che considera approssimata per difetto anche la cifra indicata dalla Ragioneria dello Stato che ha parlato di una riduzione dell'organico di 24 mila persone. All'appello mancherebbero in realtà i lavoratori a rischio dell'Inps, di Interni, Esteri ed Economia, delle agenzie fiscali e della stessa presidenza del Consiglio dei ministri. Né sono stati considerati gli esuberi che deriveranno dall'accorpamento delle province. Solo per fare un esempio, non si sa che fine faranno i cinquemila addetti ai Centri per l'impiego.
La Cgil non considera credibile nemmeno il dato fornito dal ministero della Funzione pubblica secondo cui sarebbero in scadenza entro fine anno 5.900 rapporti di lavoro (tra contratti a tempo determinato, co. co. co e rapporti di lavoro interinali). Sarebbe "una goccia nel mare", visto che il mondo del precariato a rischio ha ben diversa consistenza: 90 mila contratti a tempo determinato, 12 mila interinali, 18 mila lavoratori socialmente utili, 42 mila contratti di collaborazione. In tutto 162 mila rapporti che potrebbero non essere più rinnovati. Discorso a parte per la scuola. "In questo comparto - spiega la Cgil - contiamo 200 mila lavoratori presenti nelle graduatorie, di questi 70 mila lavorano con un contratto annuale che scadrà entro la fine dell'anno mentre occupano posti vacanti". Senza un provvedimento di proroga lo scenario potrebbe essere davvero quello di un "collasso" dell'interno sistema pubblico.