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Sole 24 ore-La riforma del secondo ciclo di istruzione approda sui tavoli di Regioni e parti sociali per i pareri

La riforma del secondo ciclo di istruzione approda sui tavoli di Regioni e parti sociali per i pareri Percorso a due vie per le superiori Il liceo propedeutico all'Università, l'istruzione prof...

15/01/2005
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Il Sole 24 Ore

La riforma del secondo ciclo di istruzione approda sui tavoli di Regioni e parti sociali per i pareri

Percorso a due vie per le superiori

Il liceo propedeutico all'Università, l'istruzione professionale al lavoro

ROMA " Chi va al liceo, prosegue per l'università; chi studia invece nel sistema dell'istruzione e formazione professionale (Ifp) è destinato a inserirsi direttamente nel mondo del lavoro e delle professioni. Su questo binario viaggia il riordino del secondo ciclo dell'istruzione, passato alla fase della discussione ufficiale. La bozza del decreto legislativo (si veda "Il Sole-24 Ore" del 10 dicembre 2004 e dell' 11 gennaio 2005) sarà recapitata a Regioni, sindacati e parti sociali da lunedì. Ma il ministro Letizia Moratti, che da martedì sta incontrando le componenti coinvolte dalla riforma della scuola, ha già distribuito un dossier per spiegare i contenuti e le innovazioni del decreto. E il punto di partenza per un confronto che non si annuncia facile: ieri dai sindacati sono già arrivate le prime critiche. Il progetto deve tenere conto della riforma del titolo V della Costituzione, che affida alle Regioni la gestione del personale e dell'organizzazione scolastica, in particolare i percorsi tecnico-professionali. Tra gli altri, c'è un problema sulla sorte dei docenti: alle Regioni dovrebbero essere trasferiti soltanto gli istitutì professionali. Ma non è chiaro il destino delle graduatorie dei supplenti, che hanno carattere nazionale e non regionale.

Aspetti comuni. Il sistema dei licei e quello dell'Ifp sono previsti all'interno del diritto-dovere all'istruzione e formazione professionale per almeno 12 anni o, comunque, fino al conseguimento di una qualifica entro i 18 anni. Ci sarà la possibilità di passaggi tra tutti i percorsi. Confermata la figura del tutor e il "poftfolio delle competenze", un diario che descrive anno per anno l'identikit culturale e didattico dello studente.

Sistema liceale. I licei dureranno cinque anni e si articoleranno in due bienni più l'ultimo anno. Si concluderanno con l'esame di Stato e "saranno propedeutici alla prosecuzione degli studi". I nuovi licei saranno otto (artistico, classico, economico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico, tecnologico, delle scienze umane), ma con i vari indirizzi supereranno quota venti. Sarà obbligatoria la frequenza di almeno tre quarti dell'orario annuale e tornerà la valutazione della condotta. Per l'esame di Stato saranno elaborate prove sia nazionali che di istituto.

Quadri orario dei licei. In tutti i licei si studierà la filosofia e la seconda lingua comunitaria. E stato delineato un quadro orario che prevede un primo biennio unitario con una quota obbligatoria, uguale per tutti, pari a 27 ore settimanali, alla quale si aggiungono tre ore obbligatorie definite però "opzionali" perché le materie sono scelte dallo studente; un secondo biennio, diversificato per indirizzi, con 28 ore obbligatorie più due opzionali obbligatorie e tre opzionali facoltative. Il quinto anno invece è diversificato: ci sono 25 ore obbligatorie più tre opzionali obbligatorie e due opzionali facoltative per i licei senza indirizzi, mentre per quelli con indirizzi sono previste 25 ore obbligatorie alle quali si aggiungono dalle tre alle sci ore opzionali obbligatorie (a seconda degli indirizzi) e tre ore opzionali facoltative. I programmi avrebbe assicurato il ministro saranno confrontati con le associazioni disciplinari prima della loro definizione. Nel nuovo liceo classico, infine, dovrebbe saltate lo studio obbligatori o della seconda lingua Comunitaria: risulta relegata tra le materie che lo studente potrà scegliere nelle aree obbligatorie opzionali.

Istruzione e formazione professionale. Per l'istruzione e la formazione professionale lo schema di decreto indica i livelli essenziali di prestazioni "garantiti dallo Stato e assicurati dalle Regioni nell'accreditamento delle istituzioni formative e nell' organizzazione dell'offerta formativa, in linea con le indicazioni Ue". Così come vie ne definito in 990 ore l'orario minimo annuale, attraverso percorsi sia triennali che quadriennali.

I percorsi di formazione saranno riferiti a figure di differente livello, relative ad aree professionali defluite con intese tra lo Stato e le Autonomie locali. Il testo assicura la possibilità di svolgere un anno integrativo per sostenere l'esame di Stato e così accedere all'università o per entrare nel sistema di istruzione e formazione tecnica superiore (lfts). Al termine dei percorsi triennali sarà rilasciato il certificato di qualifica professionale, alla fine di quelli quadriennali si otterrà invece il diploma professionale. Sono titoli che avranno validità nazionale ed europea.

Attuazione. Il varo del nuovo modello è previsto per l'anno scolastico 2006/07. lI passaggio dei percorsi professionalizzanti statali alle Regioni avverrà "secondo modalità e tempi previsti da un decreto su proposta del ministro dell'istruzione, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni".

Luigi Illiano


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