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Slitta il voto, riforma a rischio Gelmini: da approvare entro l´anno

In Senato solo dopo il 14 dicembre. Esultano gli studenti. Ora il testo è legato alle sorti del governo: passerà solo se l´esecutivo avrà la fiducia

03/12/2010
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA - Dalla conferenza mattutina dei capigruppo del Senato Anna Finocchiaro, Pd, riemerge con il rinvio dell´ultimo esame della riforma Gelmini: «È stata dura, ma abbiamo vinto, si vota dopo il 14 dicembre», dice. E così il disegno di legge più contestato del governo Berlusconi rischia di nuovo: il suo destino, infatti, si lega a quello dell´esecutivo, sottoposto a un voto di sfiducia che potrebbe far crollare il centrodestra e le sue leggi in itinere. Il ministro Mariastella Gelmini si mostra tranquilla: «Confido nell´approvazione della riforma universitaria entro la fine dell´anno». Poi ribadisce: «Senza approvazione non si potranno bandire posti da ricercatore, non potranno essere garantiti gli scatti di stipendio, non si faranno nuovi concorsi». L´opposizione nega e parla di «ricatto politico».
Gli studenti in assedio permanente alzano a loro volta cori di vittoria, inviano lettere al paese e rivelano che saranno in piazza il giorno della "sfiducia", il 14 appunto, ora crocevia decisivo e rischioso. «Abbiamo spostato il dibattito pubblico dalle case di Montecarlo e le escort minorenni ai problemi reali. Non intendiamo mollare: se il 14 dicembre finirà un´epoca, la prossima saremo noi. Costruiamo con precari, lavoratori e mondo della cultura la giornata della liberazione». I collettivi di Milano annunciano blocchi del traffico consecutivi, dal 10 al 14 dicembre, mentre quelli dell´accademia di Brera (occupata) si limitano a disegnare ritratti dei poliziotti che li stanno controllando.
Le piazze d´Italia ancora ieri sono state un festival di cortei che ha prodotto congestione del traffico e alcuni incidenti. All´Università di Roma Tre, occupata da inizio settimana, un gruppo di universitari ha consegnato a Giorgio Napolitano, chiamato a un convegno, una lettera annunciata dallo striscione: "Presidente, almeno tu non ci abbandonare". Si legge: «Noi studenti siamo del parere che questa riforma vada contro i principi cardine della nostra Costituzione». Il presidente della Repubblica ha fatto sapere: «Risponderò dopo averla letta e aver riflettuto». Nella capitale nuove scuole occupate ogni ora. L´ultima ondata sono presidi di destra: Casa Pound e il Blocco studentesco, Forza Nuova e Lotta studentesca. Alcuni leader di sinistra non si scompongono: «Uniti per salvare la scuola». Ma in molti ricordano che l´Onda nel 2008 naufragò anche per i violenti scontri in piazza Navona tra le due fazioni politiche. Da ieri nella capitale è occupato, ancora, il Convitto nazionale, storica scuola delle famiglie conservatrici che contano.
Gli studenti bolognesi hanno bloccato i binari a San Vitale e si sono scontrati con la polizia al Motor Show. E´ la terza occasione di scontri a Bologna e i Collettivi, dopo aver rischiato di spaccarsi sulle modalità della protesta, hanno chiesto le dimissioni del questore Luigi Merolla. Incidenti anche a Napoli. A Firenze i ragazzi denunciati sono diventati 80, a Roma 27 (con tre fermi). A Treviso un gruppo di Forza Nuova, espulso da un corteo, ha aggredito due studenti. A Napoli, Facoltà di Filosofia, occupa anche Valentina De Filippo, figlia del governatore della Basilicata. E a Padova è stato bloccato il liceo Tito Livio, il più prestigioso della città, ci ha studiato anche Napolitano. Oggi nelle aule di Ingegneria dell´università di Palermo è atteso il presidente del Senato, Renato Schifani. Gli studenti hanno annunciato contestazione. Infine, un gruppo di Bari, l´altra sera, ha raggiunto l´aeroporto della città con valigie di cartone e lo striscione "L´ultimo ad uscire spenga la luce". Vicini alla fuga all´estero, hanno inviato anche loro una lettera al presidente della Repubblica. «Questa notte decideremo cosa fare. Se restare o partire. Decideremo insieme se decollare e lasciarvi affondare o continuare a volare alto».


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