Se il prof diventa mobility manager (volontario) e dirige il traffico
Tutte le riforme possibili, sull’impegno “volontario” degli insegnanti, con compensi pari a zero o inadeguati
Giuseppe Tesorio
In quest’anno scolastico hanno debuttato gli animatori digitali e i consiglieri del merito (i docenti del neo comitato di valutazione, che dovranno appunto suggerire al preside i criteri per assegnare il bonus agli insegnanti migliori), ovviamente su base volontaria e senza maggiori oneri per l’amministrazione. Non basta, adesso è in arrivo il prof mobility manager, come previsto dalla Legge 221, del 28 dicembre 2015 (“Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”). Ovviamente scelto trai docenti, su base volontaria e senza maggiori oneri per l’amministrazione.
Il Ministero dell’istruzione ha tempo due mesi, dal 2 febbraio, per scegliere le modalità più efficaci per introdurre anche nella scuola la nuova figura del mobility manager, che dovrà occuparsi di tutte le eventuali criticità che si evidenziano sui percorsi casa-scuola-casa. E di problemi inerenti agli spostamenti di alunni, insegnanti, genitori, ce ne sono in abbondanza. Il tutto per il sacrosanto obiettivo di ridurre l’uso di mezzi privati, favorire biciclette, car sharing e sensibilizzare prof e studenti sul mezzo alternativi di trasporto per ridurre polveri sottili e stress urbano.
Insomma, un ottimizzatore della circolazione “fisica” degli alunni, oltre che della circolazione “mentale” (ovvero del pensiero e delle curiosità).
Ben venga anche il mobility manager, dunque, peccato solo il fatto che sempre “senza maggiori oneri per l’amministrazione”. Tutte le riforme possibili, sull’impegno “volontario” degli insegnanti, con compensi pari a zero o inadeguati. Sul tavolo del Ministero c’è il nuovo profilo professionale del docente che aspetta di essere scritto (uscirà dalle deleghe alla legge 107/2015), e il rischio che tutte le prestazione professionali del decente siano “su base volontaria e senza maggiori oneri per l’amministrazione”, è preoccupante. Comunque ben venga il prof mobility manager.