ScuolaOggi: Scuole in rosso, ma il MIUR se ne rende conto?
di Gianni Gandola
La situazione finanziaria degli istituti scolastici è sempre più drammatica. I bilanci delle scuole sono in rosso e le stesse vantano milioni di crediti con il Ministero, crediti dovuti essenzialmente alla mancata assegnazione delle risorse relative ai residui attivi (1) dei precedenti anni finanziari (supplenze brevi, esami di Stato, ecc.).
Come se non bastasse il Ministero dell'Istruzione, con una nota datata 14 dicembre 2009 ha fornito alle scuole le istruzioni per fare il Programma annuale 2010 assegnando loro una dotazione finanziaria irrisoria e, di fatto, invitandole ad arrangiarsi come meglio possono, anche predisponendo i bilanci senza rispettare le regole di contabilità vigenti. E’ il caso ad esempio – come è stato rilevato da più parti, a partire dalla Flc Cgil - dei
residui attivi
che si suggerisce di considerare come "disponibilità da programmare"
("L’avanzo di amministrazione determinato da residui attivi di competenza di questa Direzione Generale, va inserito opportunamente nell’aggregato "Z - Disponibilità da programmare",
fino alla loro riscossione").
Un’operazione di questo genere mette in grave difficoltà le scuole in quanto quasi tutti gli istituti hanno utilizzato la
disponibilità di cassa
come "anticipo" per assicurare il pagamento degli stipendi dei supplenti
, in particolare nella scuola di base e dell’infanzia, ove, esaurito il budget assegnato per le supplenze, si è dovuto comunque provvedere per assicurare il diritto all’istruzione degli alunni. Hanno utilizzato cioè - per dirla in parole più chiare, comprensibili anche ai non addetti ai lavori – le somme a disposizione dell'istituto, destinate ad altri scopi (ad es. il fondo di istituto, destinato a compensare le attività aggiuntive del personale, piuttosto che eventuali fondi per acquisti di materiali, piuttosto che i contributi dei genitori, ecc.) per effettuare altre spese più urgenti e "obbligatorie" (es. appunto il pagamento degli stipendi ai supplenti, per il quale i fondi necessari non sono ancora stati assegnati o sono comunque insufficienti). Risultato: ora non ci sono più soldi per pagare il fondo di istituto (già contrattato con le rappresentanze sindacali di scuola). E non ci sono magari neanche soldi sufficienti per le prossime supplenze…. E comunque i "residui attivi"
di fatto
si riferiscono a
spese già sostenute
e non possono certo essere
congelati nella "disponibilità da programmare", quasi fosse l’anticamera della radiazione del credito (altro miracolo della finanza creativa tremontiana?)
Un altro passaggio preoccupante della Nota – che vogliamo sottolineare - è quello in cui si dice che
"I finanziamenti non vincolati dovranno essere impegnati al perfezionamento dell’obbligazione giuridica (es. contratto collettivo integrativo d’istituto, contratti di supplenza breve, contratti di servizio per la pulizia dei locali, ecc…)" . Ora, è noto che i "finanziamenti non vincolati" sono costituiti in buona parte (almeno nella scuola di base) dai versamenti effettuati dai genitori, sotto la forma del "contributo volontario". Questi versamenti (o forme di "autofinanziamento" delle scuole) sono stati fatti in tutti questi anni perché le scuole potessero attuare progetti didattici ed ampliare le loro attività e la loro offerta formativa (cosa impossibile con i soli finanziamenti del Ministero). Ora il Miur invita di fatto ad utilizzare questi fondi – cioè i soldi dei genitori -
per il funzionamento ordinario delle scuole stesse
(pagamento supplenze, pulizie locali, ecc.)…! Vale a dire per la "sopravvivenza" delle scuole e non più per un possibile arricchimento dell’offerta formativa. Verrebbe da dire "siamo alla frutta"… di questo passo si arriverà a chiedere ai genitori, all’utenza, di pagarsi i costi della scuola stessa e dell’istruzione pubblica
tout court…!
?
Ma per dare un segno di quanto questa situazione di sofferenza sia estesa e avvertita a livello nazionale (e non solo in provincia di Milano) facciamo alcuni esempi. Il primo si riferisce al Coordinamento dei Consigli di Istituto e dei comitati genitori della provincia di Modena. Che ha aperto un blog su facebook (Scuole statali: bilanci in rosso) e arriva a proporre un coordinamento nazionale dei genitori che hanno a cuore il buon funzionamento della scuola pubblica. In questo caso a muoversi sono gli stessi organismi di gestione delle istituzioni scolastiche.
L’altro è un documento, semplice nella sua essenzialità ed altrettanto chiaro, di una recente assemblea dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi della provincia di Piacenza. Assemblea cui ha fatto seguito una conferenza stampa presso la Camera del lavoro cittadina, ampiamente ripresa dal quotidiano locale "la Libertà".
Un documento analogo è rinvenibile nel sito dell’Associazione delle scuole autonome del Piemonte. E potremmo citare tanti altri casi e situazioni, oltre alle denunce dei sindacati scuola e della Flc Cgil in particolare.
Ma quello che ci sembra sorprendente è la mancata risposta, la sottovalutazione del problema per non dire il silenzio del Ministero a riguardo. Proprio non ci si rende conto che le scuole sono in gravissime difficoltà, senza le risorse minime necessarie per il funzionamento? Sorge quasi il dubbio che sia una cosa in qualche modo voluta. O che non si voglia fare nulla per affrontarla seriamente e risolverla. Viene in mente a questo proposito la famosa battuta di Andreotti
"A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca". O no?
Gianni Gandola
Note
(1) secondo la definizione della stessa Ragioneria Generale dello Stato - Ministero dell'Economia e delle Finanze "i residui attivi sono l'espressione di entrate accertate ma non ancora riscosse nonché di entrate riscosse ma non ancora versate; rappresentano crediti dell'azienda statale nei confronti di terze economie".